Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P92

ASSISTENZA DI CIRCOLO AVANZATA IN PAZIENTE CON CARDIOPATIA ISCHEMICA, STENOSI AORTICA SEVERA E TAMPONAMENTO CARDIACO

G. Crimi, S. Zecchino
IRCCS SAN MARTINO, IRCCS SAN MARTINO

L’utilizzo dei device di assistenza ventricolare sinistra nel contesto della stenosi aortica severa è tutt’altro che routinario. Il caso clinico che presentiamo sottolinea la possibilità che adeguate scelte, operate sulla selezione del paziente e sulla strategia più utile in base alle circostanze, possano tradursi in un successo terapeutico. Il paziente che analizziamo è un uomo di 70 anni con plurimi fattori di rischio cardiovascolare (DM2, iperteso, fumatore, sovrappeso), CKD IV, pregresso ricovero per NSTEMI trattato con 2 DES (IVA e ramo intermedio nel 2010) ed un ricovero per AHF con riscontro di SVAo severa, per la quale rifiutava eventuali trattamenti invasivi (2019). A gennaio 2021 subiva l’impianto di pacemaker bicamerale in seguito al riscontro di BAV III: anche in questo caso veniva rifiutato il percorso terapeutico TAVI. A pochi giorni dall’ultima dimissione, il paziente si presentava in PS dispnoico (classe NYHA III-IV), con grave calo FE (50->25%) e lieve rialzo TnI: allo studio coronarografico non vi erano lesioni significative; si avviava pertanto definitivamente percorso TAVI.  Dopo risoluzione dell’insufficienza cardiaca determinante il ricovero ed a circa 14 giorni dalla coronarografia effettuata, il paziente sviluppava effusione pericardica fino al tamponamento, di possibile origine uremica: oltre alla compressione delle camere destre, l’ecocardiografia testimoniava un ulteriore drastico calo dell’FE (10-15%); nonostante il posizionamento di drenaggio pericardico, di IABP, il supporto amminico avanzato e la ventilazione meccanica si classificava Intermacs 2. In seguito ad una discussione collegiale (cardiologo interventista, cardiochirurgo ed anestesista) si è deciso di effettuare procedura in sala di emodinamica, al fine di intraprendere una strategia di supporto avanzato come birdge-to-therapy: 

    Valvuloplastica con Valver a palloni crescenti (18 mm-20 mm-23 mm-25 mm), sfruttando il rapid pacing del PMK già precedentemente impiantato, con beneficio emodinamico (gradiente medio 45->25 mmHg);
    Posizionamento di Impella CP (P8, output 3-3.2 L/min).
    La seguente degenza post procedurale, nonostante alcuni episodi di anemizzazione e la necessità di terapia antibiotica, è stata caratterizzata da un progressivo miglioramento dell’emodinamica sino alla possibilità di weaning dall’assistenza sia meccanica che amminica ed alla dimissione presso centro riabilitazione in previsione di procedura TAVR, che poi effettuerà con successo ad ottobre 2021.L’utilizzo dei device di assistenza ventricolare sinistra nel contesto della stenosi aortica severa è tutt’altro che routinario. Il caso clinico che presentiamo sottolinea la possibilità che adeguate scelte, operate sulla selezione del paziente e sulla strategia più utile in base alle circostanze, possano tradursi in un successo terapeutico. Il paziente che analizziamo è un uomo di 70 anni con plurimi fattori di rischio cardiovascolare (DM2, iperteso, fumatore, sovrappeso), CKD IV, pregresso ricovero per NSTEMI trattato con 2 DES (IVA e ramo intermedio nel 2010) ed un ricovero per AHF con riscontro di SVAo severa, per la quale rifiutava eventuali trattamenti invasivi (2019). A gennaio 2021 subiva l’impianto di pacemaker bicamerale in seguito al riscontro di BAV III: anche in questo caso veniva rifiutato il percorso terapeutico TAVI. A pochi giorni dall’ultima dimissione, il paziente si presentava in PS dispnoico (classe NYHA III-IV), con grave calo FE (50->25%) e lieve rialzo TnI: allo studio coronarografico non vi erano lesioni significative; si avviava pertanto definitivamente percorso TAVI.  Dopo risoluzione dell’insufficienza cardiaca determinante il ricovero ed a circa 14 giorni dalla coronarografia effettuata, il paziente sviluppava effusione pericardica fino al tamponamento, di possibile origine uremica: oltre alla compressione delle camere destre, l’ecocardiografia testimoniava un ulteriore drastico calo dell’FE (10-15%); nonostante il posizionamento di drenaggio pericardico, di IABP, il supporto amminico avanzato e la ventilazione meccanica si classificava Intermacs 2. In seguito ad una discussione collegiale (cardiologo interventista, cardiochirurgo ed anestesista) si è deciso di effettuare procedura in sala di emodinamica, al fine di intraprendere una strategia di supporto avanzato come birdge-to-therapy: 

      Valvuloplastica con Valver a palloni crescenti (18 mm-20 mm-23 mm-25 mm), sfruttando il rapid pacing del PMK già precedentemente impiantato, con beneficio emodinamico (gradiente medio 45->25 mmHg);
      Posizionamento di Impella CP (P8, output 3-3.2 L/min).
      La seguente degenza post procedurale, nonostante alcuni episodi di anemizzazione e la necessità di terapia antibiotica, è stata caratterizzata da un progressivo miglioramento dell’emodinamica sino alla possibilità di weaning dall’assistenza sia meccanica che amminica ed alla dimissione presso centro riabilitazione in previsione di procedura TAVR, che poi effettuerà con successo ad ottobre 2021.L’utilizzo dei device di assistenza ventricolare sinistra nel contesto della stenosi aortica severa è tutt’altro che routinario. Il caso clinico che presentiamo sottolinea la possibilità che adeguate scelte, operate sulla selezione del paziente e sulla strategia più utile in base alle circostanze, possano tradursi in un successo terapeutico. Il paziente che analizziamo è un uomo di 70 anni con plurimi fattori di rischio cardiovascolare (DM2, iperteso, fumatore, sovrappeso), CKD IV, pregresso ricovero per NSTEMI trattato con 2 DES (IVA e ramo intermedio nel 2010) ed un ricovero per AHF con riscontro di SVAo severa, per la quale rifiutava eventuali trattamenti invasivi (2019). A gennaio 2021 subiva l’impianto di pacemaker bicamerale in seguito al riscontro di BAV III: anche in questo caso veniva rifiutato il percorso terapeutico TAVI. A pochi giorni dall’ultima dimissione, il paziente si presentava in PS dispnoico (classe NYHA III-IV), con grave calo FE (50->25%) e lieve rialzo TnI: allo studio coronarografico non vi erano lesioni significative; si avviava pertanto definitivamente percorso TAVI.  Dopo risoluzione dell’insufficienza cardiaca determinante il ricovero ed a circa 14 giorni dalla coronarografia effettuata, il paziente sviluppava effusione pericardica fino al tamponamento, di possibile origine uremica: oltre alla compressione delle camere destre, l’ecocardiografia testimoniava un ulteriore drastico calo dell’FE (10-15%); nonostante il posizionamento di drenaggio pericardico, di IABP, il supporto amminico avanzato e la ventilazione meccanica si classificava Intermacs 2. In seguito ad una discussione collegiale (cardiologo interventista, cardiochirurgo ed anestesista) si è deciso di effettuare procedura in sala di emodinamica, al fine di intraprendere una strategia di supporto avanzato come birdge-to-therapy: 

        Valvuloplastica con Valver a palloni crescenti (18 mm-20 mm-23 mm-25 mm), sfruttando il rapid pacing del PMK già precedentemente impiantato, con beneficio emodinamico (gradiente medio 45->25 mmHg);
        Posizionamento di Impella CP (P8, output 3-3.2 L/min).
        La seguente degenza post procedurale, nonostante alcuni episodi di anemizzazione e la necessità di terapia antibiotica, è stata caratterizzata da un progressivo miglioramento dell’emodinamica sino alla possibilità di weaning dall’assistenza sia meccanica che amminica ed alla dimissione presso centro riabilitazione in previsione di procedura TAVR, che poi effettuerà con successo ad ottobre 2021.L’utilizzo dei device di assistenza ventricolare sinistra nel contesto della stenosi aortica severa è tutt’altro che routinario. Il caso clinico che presentiamo sottolinea la possibilità che adeguate scelte, operate sulla selezione del paziente e sulla strategia più utile in base alle circostanze, possano tradursi in un successo terapeutico. Il paziente che analizziamo è un uomo di 70 anni con plurimi fattori di rischio cardiovascolare (DM2, iperteso, fumatore, sovrappeso), CKD IV, pregresso ricovero per NSTEMI trattato con 2 DES (IVA e ramo intermedio nel 2010) ed un ricovero per AHF con riscontro di SVAo severa, per la quale rifiutava eventuali trattamenti invasivi (2019). A gennaio 2021 subiva l’impianto di pacemaker bicamerale in seguito al riscontro di BAV III: anche in questo caso veniva rifiutato il percorso terapeutico TAVI. A pochi giorni dall’ultima dimissione, il paziente si presentava in PS dispnoico (classe NYHA III-IV), con grave calo FE (50->25%) e lieve rialzo TnI: allo studio coronarografico non vi erano lesioni significative; si avviava pertanto definitivamente percorso TAVI.  Dopo risoluzione dell’insufficienza cardiaca determinante il ricovero ed a circa 14 giorni dalla coronarografia effettuata, il paziente sviluppava effusione pericardica fino al tamponamento, di possibile origine uremica: oltre alla compressione delle camere destre, l’ecocardiografia testimoniava un ulteriore drastico calo dell’FE (10-15%); nonostante il posizionamento di drenaggio pericardico, di IABP, il supporto amminico avanzato e la ventilazione meccanica si classificava Intermacs 2. In seguito ad una discussione collegiale (cardiologo interventista, cardiochirurgo ed anestesista) si è deciso di effettuare procedura in sala di emodinamica, al fine di intraprendere una strategia di supporto avanzato come birdge-to-therapy: 

          Valvuloplastica con Valver a palloni crescenti (18 mm-20 mm-23 mm-25 mm), sfruttando il rapid pacing del PMK già precedentemente impiantato, con beneficio emodinamico (gradiente medio 45->25 mmHg);
          Posizionamento di Impella CP (P8, output 3-3.2 L/min).
          La seguente degenza post procedurale, nonostante alcuni episodi di anemizzazione e la necessità di terapia antibiotica, è stata caratterizzata da un progressivo miglioramento dell’emodinamica sino alla possibilità di weaning dall’assistenza sia meccanica che amminica ed alla dimissione presso centro riabilitazione in previsione di procedura TAVR, che poi effettuerà con successo ad ottobre 2021.L’utilizzo dei device di assistenza ventricolare sinistra nel contesto della stenosi aortica severa è tutt’altro che routinario. Il caso clinico che presentiamo sottolinea la possibilità che adeguate scelte, operate sulla selezione del paziente e sulla strategia più utile in base alle circostanze, possano tradursi in un successo terapeutico. Il paziente che analizziamo è un uomo di 70 anni con plurimi fattori di rischio cardiovascolare (DM2, iperteso, fumatore, sovrappeso), CKD IV, pregresso ricovero per NSTEMI trattato con 2 DES (IVA e ramo intermedio nel 2010) ed un ricovero per AHF con riscontro di SVAo severa, per la quale rifiutava eventuali trattamenti invasivi (2019). A gennaio 2021 subiva l’impianto di pacemaker bicamerale in seguito al riscontro di BAV III: anche in questo caso veniva rifiutato il percorso terapeutico TAVI. A pochi giorni dall’ultima dimissione, il paziente si presentava in PS dispnoico (classe NYHA III-IV), con grave calo FE (50->25%) e lieve rialzo TnI: allo studio coronarografico non vi erano lesioni significative; si avviava pertanto definitivamente percorso TAVI.  Dopo risoluzione dell’insufficienza cardiaca determinante il ricovero ed a circa 14 giorni dalla coronarografia effettuata, il paziente sviluppava effusione pericardica fino al tamponamento, di possibile origine uremica: oltre alla compressione delle camere destre, l’ecocardiografia testimoniava un ulteriore drastico calo dell’FE (10-15%); nonostante il posizionamento di drenaggio pericardico, di IABP, il supporto amminico avanzato e la ventilazione meccanica si classificava Intermacs 2. In seguito ad una discussione collegiale (cardiologo interventista, cardiochirurgo ed anestesista) si è deciso di effettuare procedura in sala di emodinamica, al fine di intraprendere una strategia di supporto avanzato come birdge-to-therapy: 

            Valvuloplastica con Valver a palloni crescenti (18 mm-20 mm-23 mm-25 mm), sfruttando il rapid pacing del PMK già precedentemente impiantato, con beneficio emodinamico (gradiente medio 45->25 mmHg);
            Posizionamento di Impella CP (P8, output 3-3.2 L/min).
            La seguente degenza post procedurale, nonostante alcuni episodi di anemizzazione e la necessità di terapia antibiotica, è stata caratterizzata da un progressivo miglioramento dell’emodinamica sino alla possibilità di weaning dall’assistenza sia meccanica che amminica ed alla dimissione presso centro riabilitazione in previsione di procedura TAVR, che poi effettuerà con successo ad ottobre 2021.