Introduzione: Recenti evidenze hanno documentato l’efficacia e la sicurezza della valvuloplastica aortica in centri ad alto volume senza cardiochirurgia, ove è stata tradizionalmente eseguita, a seguito di una maggiore esperienza nella metodica e nell’adozione di un approccio “minimalistico” (puntura eco–guidata, accesso radiale e stimolazione tramite la guida endoventricolare). Obiettivi: Valutare e confermare la sicurezza della valvuloplastica aortica percutanea in un centro ad alto volume, ma senza cardiochirurgia né programma di TAVI in sede, e l’effetto di approcci “minimalistici” alla metodica per ridurre le complicanze peri–procedurali su un’ampia popolazione “all comers”. Metodi e risultati: Da gennaio 2016 a Dicembre 2020, 150 pazienti sono stati trattati con BAV presso il nostro Centro. L’età media era di 83,4 anni (+/– 5,6) con un elevato profilo di rischio operatorio (Euroscore II 9,0 +/–7). L’indicazione principale è stata l’esecuzione del BAV come procedura ponte alla TAVI (n=96; 64%); le altre indicazioni sono state lo shock cardiogeno (n=7; 4,5 %), l’esecuzione di BAV come procedura ponte ad intervento di SVAO (n=7; 4,5%) e come trattamento palliativo (TP) (n=40; 27%) La procedura è stata eseguita sia per via femorale (n=135; 90%) che per via radiale (n=15; 10%). La puntura arteriosa è stata guidata dall’ecografia in 89 pazienti (59%) e la stimolazione del PM è stata eseguita dalla guida rigida in ventricolo in 106 casi (71%). L’esecuzione del BAV ha permesso di ridurre i gradienti transvalvolari invasivi in maniera significativa (grad picco–picco pre: 57 +/– 23 mmHg vs post 25 +/– 11 mmHg, p<0.001; grad medio pre: 41 +/–17 mmHg vs post 16 +/–7 mmHg, p<0.001). La sicurezza della procedura è stata confermata dall’esiguo numero di complicanze vascolari maggiori (n=1; 0,06%) e minori (n=6; 4,0%) e dall’assenza di episodi di ictus ischemico. Sono state documentate 7 morti (4,5%) intraospedaliere di cui 5 pazienti con quadro clinico di shock cardiogeno ed 2 paziente con numerose comorbidità sottoposto a BAV come TP. Conclusioni: La valvuloplastica aortica percutanea mediante nuovi approcci “minimalistici” si conferma una strategia sicura anche in centri ad alti volumi, senza CCH o programma TAVI in sede.