Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P72

DUE FACCE DELLO STESSO… PAZIENTE: STENOSI CRITICA DEL TRONCO COMUNE IN UN CANDIDATO A TAVI.

L. Varotto, I. Nicoletti, P. Segala, C. Bonanno, C. Angheben, F. Caprioglio
U.O.C. DI CARDIOLOGIA – SAN BORTOLO HOSPITAL , U.O.C. DI CARDIOLOGIA – SAN BORTOLO HOSPITAL , U.O.C. DI CARDIOLOGIA – SAN BORTOLO HOSPITAL , U.O.C. DI CARDIOLOGIA – SAN BORTOLO HOSPITAL , CARDIOLOGIA – OSPEDALE SANTA MARIA DEL CARMINE – ROVERETO, U.O.C. DI CARDIOLOGIA – SAN BORTOLO HOSPITAL

Il momento migliore per la rivascolarizzazione del tronco comune (TC) (staged o combinata) è oggetto di dibattito, in pazienti con stenosi aortica severa (SA) candidati all'impianto di valvola aortica transcatetere (TAVI). La malattia del TC rappresenta una sfida per 3 ragioni: 1) potenziale interazione tra stent coronarico e protesi dovuta alla vicinanza anatomica dell'ostio del TC all'annulus aortico; 2) rischio di compromissione emodinamica durante l'intervento coronarico percutaneo (PCI) del TC in presenza di SA severa o TAVI; 3) strategia di trattamento ottimale per le biforcazioni del TC. Studi precedenti hanno mostrato che i risultati di TAVI associata a TC-PCI non erano influenzati da un TC non protetto/protetto, dalla posizione dello stent o dalla tempistica della PCI.

Caso clinico. Presentiamo il caso di un uomo di 82 anni con severa SA, ricoverato per NSTEMI. La coronarografia rivelò una lesione complessa e calcifica del TC. Per salvaguardare il paziente, in caso di deterioramento della gittata cardiaca e perfusione coronarica, furono predisposti una valvuloplastica aortica di salvataggio (BAV) e il dispositivo Impella. La PCI è stata eseguita con successo mediante predilatazione con palloni Grip e non-complianti, seguita da doppio stent con tecnica mini-crush. Fu necessario uno stent aggiuntivo nell'ostio del TC, non sistemi di supporto circolatori. A causa dell’origine bassa del TC, è stata impiantata una Edwards Sapien 3, proteggendo il TC con un catetere/filo-guida. Il paziente è stato dimesso in 5a giornata.

Discussione. Secondo le linee guida, la decisione dovrebbe essere presa caso per caso, in base alla gravità/complessità della SA o del TC. La strategia di trattare prima le lesioni del TC può limitare il rischio di potenziali complicanze ischemiche durante la TAVI; il rovescio della medaglia è il rischio di crash emodinamico con evoluzione catastrofica, in caso di complicanze della PCI in severa SA. Il mini-crush può essere una buona e rapida tecnica per trattare la biforcazione del TC, meno complessa da eseguire in emergenza. La “bailout BAV” e la tecnologia Impella possono essere utili “osservatori” per prevenire eventuali complicazioni, essendo strategie di salvataggio in caso di compromissione emodinamica. Questi approcci sono l'ultima risorsa, mentre un'adeguata pianificazione pre-procedurale è raccomandata per prevenire complicazioni procedurali potenzialmente fatali in questo fragile contesto clinico.Il momento migliore per la rivascolarizzazione del tronco comune (TC) (staged o combinata) è oggetto di dibattito, in pazienti con stenosi aortica severa (SA) candidati all'impianto di valvola aortica transcatetere (TAVI). La malattia del TC rappresenta una sfida per 3 ragioni: 1) potenziale interazione tra stent coronarico e protesi dovuta alla vicinanza anatomica dell'ostio del TC all'annulus aortico; 2) rischio di compromissione emodinamica durante l'intervento coronarico percutaneo (PCI) del TC in presenza di SA severa o TAVI; 3) strategia di trattamento ottimale per le biforcazioni del TC. Studi precedenti hanno mostrato che i risultati di TAVI associata a TC-PCI non erano influenzati da un TC non protetto/protetto, dalla posizione dello stent o dalla tempistica della PCI.

Caso clinico. Presentiamo il caso di un uomo di 82 anni con severa SA, ricoverato per NSTEMI. La coronarografia rivelò una lesione complessa e calcifica del TC. Per salvaguardare il paziente, in caso di deterioramento della gittata cardiaca e perfusione coronarica, furono predisposti una valvuloplastica aortica di salvataggio (BAV) e il dispositivo Impella. La PCI è stata eseguita con successo mediante predilatazione con palloni Grip e non-complianti, seguita da doppio stent con tecnica mini-crush. Fu necessario uno stent aggiuntivo nell'ostio del TC, non sistemi di supporto circolatori. A causa dell’origine bassa del TC, è stata impiantata una Edwards Sapien 3, proteggendo il TC con un catetere/filo-guida. Il paziente è stato dimesso in 5a giornata.

Discussione. Secondo le linee guida, la decisione dovrebbe essere presa caso per caso, in base alla gravità/complessità della SA o del TC. La strategia di trattare prima le lesioni del TC può limitare il rischio di potenziali complicanze ischemiche durante la TAVI; il rovescio della medaglia è il rischio di crash emodinamico con evoluzione catastrofica, in caso di complicanze della PCI in severa SA. Il mini-crush può essere una buona e rapida tecnica per trattare la biforcazione del TC, meno complessa da eseguire in emergenza. La “bailout BAV” e la tecnologia Impella possono essere utili “osservatori” per prevenire eventuali complicazioni, essendo strategie di salvataggio in caso di compromissione emodinamica. Questi approcci sono l'ultima risorsa, mentre un'adeguata pianificazione pre-procedurale è raccomandata per prevenire complicazioni procedurali potenzialmente fatali in questo fragile contesto clinico.Il momento migliore per la rivascolarizzazione del tronco comune (TC) (staged o combinata) è oggetto di dibattito, in pazienti con stenosi aortica severa (SA) candidati all'impianto di valvola aortica transcatetere (TAVI). La malattia del TC rappresenta una sfida per 3 ragioni: 1) potenziale interazione tra stent coronarico e protesi dovuta alla vicinanza anatomica dell'ostio del TC all'annulus aortico; 2) rischio di compromissione emodinamica durante l'intervento coronarico percutaneo (PCI) del TC in presenza di SA severa o TAVI; 3) strategia di trattamento ottimale per le biforcazioni del TC. Studi precedenti hanno mostrato che i risultati di TAVI associata a TC-PCI non erano influenzati da un TC non protetto/protetto, dalla posizione dello stent o dalla tempistica della PCI.

Caso clinico. Presentiamo il caso di un uomo di 82 anni con severa SA, ricoverato per NSTEMI. La coronarografia rivelò una lesione complessa e calcifica del TC. Per salvaguardare il paziente, in caso di deterioramento della gittata cardiaca e perfusione coronarica, furono predisposti una valvuloplastica aortica di salvataggio (BAV) e il dispositivo Impella. La PCI è stata eseguita con successo mediante predilatazione con palloni Grip e non-complianti, seguita da doppio stent con tecnica mini-crush. Fu necessario uno stent aggiuntivo nell'ostio del TC, non sistemi di supporto circolatori. A causa dell’origine bassa del TC, è stata impiantata una Edwards Sapien 3, proteggendo il TC con un catetere/filo-guida. Il paziente è stato dimesso in 5a giornata.

Discussione. Secondo le linee guida, la decisione dovrebbe essere presa caso per caso, in base alla gravità/complessità della SA o del TC. La strategia di trattare prima le lesioni del TC può limitare il rischio di potenziali complicanze ischemiche durante la TAVI; il rovescio della medaglia è il rischio di crash emodinamico con evoluzione catastrofica, in caso di complicanze della PCI in severa SA. Il mini-crush può essere una buona e rapida tecnica per trattare la biforcazione del TC, meno complessa da eseguire in emergenza. La “bailout BAV” e la tecnologia Impella possono essere utili “osservatori” per prevenire eventuali complicazioni, essendo strategie di salvataggio in caso di compromissione emodinamica. Questi approcci sono l'ultima risorsa, mentre un'adeguata pianificazione pre-procedurale è raccomandata per prevenire complicazioni procedurali potenzialmente fatali in questo fragile contesto clinico.Il momento migliore per la rivascolarizzazione del tronco comune (TC) (staged o combinata) è oggetto di dibattito, in pazienti con stenosi aortica severa (SA) candidati all'impianto di valvola aortica transcatetere (TAVI). La malattia del TC rappresenta una sfida per 3 ragioni: 1) potenziale interazione tra stent coronarico e protesi dovuta alla vicinanza anatomica dell'ostio del TC all'annulus aortico; 2) rischio di compromissione emodinamica durante l'intervento coronarico percutaneo (PCI) del TC in presenza di SA severa o TAVI; 3) strategia di trattamento ottimale per le biforcazioni del TC. Studi precedenti hanno mostrato che i risultati di TAVI associata a TC-PCI non erano influenzati da un TC non protetto/protetto, dalla posizione dello stent o dalla tempistica della PCI.

Caso clinico. Presentiamo il caso di un uomo di 82 anni con severa SA, ricoverato per NSTEMI. La coronarografia rivelò una lesione complessa e calcifica del TC. Per salvaguardare il paziente, in caso di deterioramento della gittata cardiaca e perfusione coronarica, furono predisposti una valvuloplastica aortica di salvataggio (BAV) e il dispositivo Impella. La PCI è stata eseguita con successo mediante predilatazione con palloni Grip e non-complianti, seguita da doppio stent con tecnica mini-crush. Fu necessario uno stent aggiuntivo nell'ostio del TC, non sistemi di supporto circolatori. A causa dell’origine bassa del TC, è stata impiantata una Edwards Sapien 3, proteggendo il TC con un catetere/filo-guida. Il paziente è stato dimesso in 5a giornata.

Discussione. Secondo le linee guida, la decisione dovrebbe essere presa caso per caso, in base alla gravità/complessità della SA o del TC. La strategia di trattare prima le lesioni del TC può limitare il rischio di potenziali complicanze ischemiche durante la TAVI; il rovescio della medaglia è il rischio di crash emodinamico con evoluzione catastrofica, in caso di complicanze della PCI in severa SA. Il mini-crush può essere una buona e rapida tecnica per trattare la biforcazione del TC, meno complessa da eseguire in emergenza. La “bailout BAV” e la tecnologia Impella possono essere utili “osservatori” per prevenire eventuali complicazioni, essendo strategie di salvataggio in caso di compromissione emodinamica. Questi approcci sono l'ultima risorsa, mentre un'adeguata pianificazione pre-procedurale è raccomandata per prevenire complicazioni procedurali potenzialmente fatali in questo fragile contesto clinico.