Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

Approccio conservativo di un paziente con trombosi di bioprotesi mitralica e recente infezione Covid19

Colarusso Luigi Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Paradossi Umberto Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Giacomo Bianchi Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Margaryan Rafik Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Solinas Marco Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Marchi Federica Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Pizzino Fausto Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Chiappino Sara Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Sorbo Simone Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy | Benedetti Giovanni Massa (Massa) – Ospedale Del Cuore “Gaetano Pasquinucci”, Massa, Italy

La trombosi di protesi valvolare si definisce come la presenza, all’interno dell’apparato valvolare, di materiale non infettivo che interferisce con la funzione della protesi stessa. Il tasso di trombosi è normalmente più alto nei pazienti con valvole meccaniche rispetto a quelli con valvola biologica. Si tratta di una complicanza potenzialmente fatale dell’intervento chirurgico di sostituzione valvolare. Le opzioni terapeutiche includono la chirurgia, la fibrinolisi e la terapia anticoagulante. La strategia migliore dipende da molteplici fattori: dalla posizione della valvola, dal burden trombotico, dal rischio chirurgico, dalla presentazione clinica e dalla volontà del paziente. Le complicanze delle infezioni SARS-CoV2 possono estendersi anche oltre l’apparato respiratorio innescando talvolta un quadro pro-infiammatorio e pro-trombotico sistemico con potenziali complicanze a livello dell’apparato cardiovascolare.

Vi presentiamo il caso di un uomo di 74 anni, portatore di una protesi biologica in posizione mitralica (Carpentier-Edwards n29) e di una protesi biologica in posizione aortica (Carpentier-Edwards pericardica n27) in terapia anticoagulante (Apixaban) per pregressi episodi di fibrillazione atriale. Circa un anno dopo l’intervento chirurgico il paziente presentò un’infezione COVID19 caratterizzata da febbre e astenia e durata per circa 14 giorni. Successivamente presentò la comparsa di dispnea da sforzo con riscontro ecocardiografico di trombosi (25 mm) della protesi biologica mitralica con ipertensione polmonare (PAPs 50 mmHg). Dopo discussione multidisciplinare, vista l’assenza di segni di embolizzazione periferica e della terapia con NAO, si decise di sostituire la terapia in atto con eparina a basso molecolare e successivamente con Warfarin (INR 2,5-3,5). Al controllo eseguito dopo 4 giorni si osservò un netto miglioramento della dispnea, dei parametri flussimetrici e delle dimensioni della trombosi (21 mm) in assenza di segni di complicanze emboliche. In considerazione della stabilità del quadro clinico si decise di proseguire con la terapia in atto. I successivi controlli evidenziarono un quadro ecocardiografico invariato con stabilità delle dimensioni della formazione trombotica. A conferma del quadro ecocardiografico è stata svolta una TC cuore che ha confermato la presenza di materiale ipodenso compatibile con trombosi (11 mm per 15 mm) della protesi mitralica.