Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

FATTORI PREDITTIVI DI OUTCOME CLINICO IN PAZIENTI AFFETTI DA STENOSI AORTICA: DATI DAL REGISTRO VENETO

Pagliani Leopoldo Padova (Padova) – Universita’ Degli Studi Di Padova | Buso Roberta Treviso (Treviso) – I° Medicina– Ospedale Ca’ Foncello Treviso | Nicolosi Elisa Motta Di Livenza (Treviso) – Cardiologia Riabilitativa. Ospedale Riabilitativo Di Alta Specializzazione (Oras). Motta Di Livenza (Tv) | Di Naro Agnese Motta Di Livenza (Treviso) – Cardiologia Riabilitativa. Ospedale Riabilitativo Di Alta Specializzazione (Oras). Motta Di Livenza (Tv) | Denas Gentian Padova (Padova) – Universita’ Degli Studi Di Padova | Antonini-Canterin Francesco Motta Di Livenza (Treviso) – Cardiologia Riabilitativa. Ospedale Riabilitativo Di Alta Specializzazione (Oras). Motta Di Livenza (Tv) | Simmini Stefano Padova (Padova) – Universita’ Degli Studi Di Padova | Rattazzi Marcello Padova (Padova) – Universita’ Degli Studi Di Padova

Background La stenosi valvolare aortica rappresenta la più rilevante valvulopatia del mondo occidentale, con una mortalità superiore al 50%.  La stenosi valvolare aortica calcifica considerata un tempo  processo passivo della deposizione valvolare di sali di calcio, oggi viene ritenuta una patologia cellulo–mediata. Scopo del presente studio è quello di ricercare fattori predittivi di mortalità, eventi cardiovascolari e sostituzione valvolare nei pazienti affetti da stenosi aortica. Materiali e Metodi Un sottogruppo di 140 pazienti affetti da stenosi valvolare aortica moderata–severa provenienti dai reparti di Cardiologia dell’Ospedale Treviso e dell’Ospedale di Alta Specializzazione di Motta di Livenza inserite nel Registro Veneto. Per ciascun paziente si sono raccolte quindi nel tempo informazioni relative ai decessi, agli eventi cardiovascolari e allo staging valvolare. Risultati I deceduti sono stati il 36% di cui il 22.9% senza avere sostituito la valvola, Il follow-up medio è stato 24.99±21.72 mesi. Nel follow up i deceduti erano caratterizzati da un’età più avanzata, una maggior frequenza di cardiopatia ischemica, di fibrillazione atriale e di malattia renale cronica(CKD), una eGFR peggiore, una fosfatemia più elevata. Tra i dati bioumorali alla regressione di Cox, la fosfatemia era significativamente associata alla mortalità nella indagine univariata, e anche i valori di eGFR erano sempre significativamente associati in maniera indipendente alla mortalità. Le curve di Kaplan Meyer mostravano inoltre significative differenze nel rischio di eventi CV nel tempo tra gruppi con valori di eGFR maggiori-uguali e minori di 60 ml/min. Conclusioni I risultati dello studio suggeriscono che la patologia appare legata ai processi di senescenza e condivide una base comune con la patologia aterosclerotica, ma appare inoltre influenzata nella sua evoluzione da ulteriori determinanti come la CKD e i valori di fosforemia. Queste considerazioni spingono a riflettere sulla necessità di studi finalizzati a comprendere i meccanismi patogenetici della relazione provata tra valori di fosforo e MACE cardiovascolari, e quella tra peggiore funzione renale e mortalità/morbilità cardiovascolare. D’altro canto sembra pressante riuscire a proporre nel future breve uno score prognostico condiviso a livello internazionale che consideri tali variabili predittive e possa aiutarci a stratificare meglio l’evoluzione clinica della stenosi aortica e condizionando il timing chirurgico.