Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

Selezione del paziente per Annuloplastica Tricuspidale: caso clinico

Cammardella Antonio Giovanni Roma (Roma) – Ao San Camillo Forlanini | Russo Marco Roma (Roma) – Ao San Camillo Forlanini | Ranocchi Federico Roma (Roma) – Ao San Camillo Forlanini | Pergolini Amedeo Roma (Roma) – Ao San Camillo Forlanini | Bruno Noemi Roma (Roma) – Ao San Camillo Forlanini | Nazzaro Marco Roma (Roma) – Ao San Camillo Forlanini | Musumeci Francesco Roma (Roma) – Ao San Camillo Forlanini

Caso clinico

Descriviamo il caso di una donna di 87 anni, BSA 1.7 m2, affetta da ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale, BPCO, insufficienza renale cronica III stadio. La paziente era stata sottoposta a sostituzione valvolare aortica con protesi biologica. La paziente presentava buona qualità di vita ed autosufficienza. 

Nell’ultimo anno, la paziente aveva avuto due ospedalizzazioni per scompenso cardiaco destro, con dose domiciliare di Lasix pari a 250 mg/die.

L’ecocardiogramma di screening, eseguito in regime ambulatoriale, mostrava insufficienza tricuspidale massiva (ERO 0.8 cm2), TAPSE 21 mm, S TDI 0.12 cmc/sec, LVEF 55%, sPAP 40 mmHg (RHC). 

Il TRISCORE (risk score specifico per patologia tricuspidale) risultava pari a 8%, pertanto ad elevato rischio preoperatorio.

Il caso veniva discusso collegialmente in Heart Team e si decideva per trattamento transcatetere della patologia tricuspidale isolata. 

Veniva eseguito ecocardiogramma transesofageo che confermava la severità dell’insufficienza tricuspidale, caratterizzata da multipli jet di cui il prevalente centrale e posterosettale. Il coaptation gap era pari a 10 mm, con parziale retrazione del lembo settale. 

Pertanto, veniva esclusa la possibilità di un trattamento edge-to-edge e si proseguiva lo screening per valutazione di dispositivo per annuloplastica (Cardioband).

La cardio-TC mostrava fattibilità per Cardioband con adeguata sicurezza di impianto e lontananza dalla coronaria destra. 

Si procedeva pertanto ad impianto di Cardioband (Edwards Lifesciences) in posizione tricuspidale. Il tempo procedurale è stato di 220 minuti.

Il risultato finale mostrava un’insufficienza tricuspidale di grado inferiore a 2 (R vol 30 ml/beat, EROA 0.2). 

La paziente è stata dimessa in IV giornata postoperatoria.

Al follow-up a 30 giorni, risultava essere in classe NYHA I-II, con dose di Furosemide pari a 75 mg/die, in assenza di edemi periferici. 

 

Conclusioni

I pazienti con insufficienza tricuspidale isolata sono, nella maggior parte dei casi, non trattati per l’elevato rischio chirurgico postoperatorio. 

Le tecnologie transcatetere rappresentano negli ultimi anni una valida soluzione in caso di inoperabilità.

Laddove non fattibile un trattamento sui lembi valvolari, l’annuloplastica tricuspidale rappresenta una valida alternativa.