Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

CARATTERISTICHE CLINICHE E TERAPEUTICHE DEI PAZIENTI AFFETTI DA SCOMPENSO CARDIACO IN TERAPIA CON SGLT2I AFFERITI IN AMBULATORIO DELLO SCOMPENSO

Benvenuto Manuela Teramo (Teramo) – Asl Teramo | Iacoviello Massimo Foggia (Foggia) – Aou Policlinico Riuniti Foggia | Gronda Edoardo Milano (Milano) – Irccs Cà Grande, Milano

Gli inibitori del co–trasportatore sodio–glucosio tipo 2 rappresentano la più recente classe di farmaci che ha dimostrato di ridurre i ricoveri ospedalieri per scompenso e i decessi per cause cardiovascolari nei pazienti affetti da scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta e sono di fatto entrati immediatamente nelle più recenti LG internazionali nell’ambito del trattamento dei pazienti affetti da HFrEF con un classe di raccomandazione IB. L’obiettivo di questo studio osservazionale è stato quello di analizzare le principali caratteristiche cliniche, le associazioni terapeutiche e gli eventuali eventi avversi evidenziati, nei pazienti ambulatoriali nei quali è stata aggiunta la terapia con SGLT2i. Sono stati analizzati i dati relativi a 42 pazienti in terapia con SGLT2i (98,2% dapagliflozin). Il 71% dei pazienti era di sesso maschile, con una età media di 70,5 anni. Circa il 52% dei casi aveva una etiologia ischemica dello scompenso, il 54% presentava una ipertensione arteriosa e il 27% era affetto da diabete mellito tipo 2.  Di questi, il 76% era affetto da HFrEF, il 14% da HFmrEF e il restante 9% da HFpEF.  Al momento della visita, l’11,9% dei pazienti presentava un valore di creatininemia > 1,3 mg/dL. Il 31% dei pazienti era in Classe NYHA III. L’analisi delle terapie farmacologiche concomitanti all’utilizzo di SGLT2i ha evidenziato che il 76% dei pazienti era in terapia con un inibitore del sistema renina angiotensina (62% ACEI/ARBs e 14% ARNI), il 71% assumeva MRA e il 91% beta bloccanti. L’82% dei pazienti era in terapia diuretica concomitante con furosemide. Nel 5% dei casi (2 pazienti) è stata sospesa terapia con ARNI per ipotensione. Nessun paziente ha mostrato un peggioramento significativo della funzionalità renale tale da richiedere sospensione di SGLT2i.   CONCLUSIONI: dai dati osservati è emerso che l’aggiunta di SGLT2i alla terapia ottimizzata è sicura e ben tollerata. Nessuno dei pazienti ha dovuto sospendere il farmaco poiché non vi sono stati eventi avversi. Ben tollerata è risultata anche l’associazione tra SGLT2i e ARNI che, in accordo con la documentata efficacia nei principali trials clinici, andrebbe privilegiata appena possibile.