Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P423

IL TEMPO DI REAZIONE È TEMPO DI CURA: GARANTIRE QUALITÀ E SICUREZZA DELL'ASSISTENZA

V. Boccini, A. Giannini, F. Tongiani, T. Ricci, S. Banti, S. Baratta

INTRODUZIONE Il paziente cardiologico e/o cardiochirurgico richiede competenze specifiche e specialistiche e forte integrazione tra i professionisti lungo il percorso di cura. La volontà di dare risposte innovative e di qualità passa attraverso la multidisciplinarietà, la personalizzazione degli interventi, la formazione continua e l’utilizzo di strumenti operativi condivisi ed aggiornati. L’infermiere assume un ruolo centrale in termini di prevenzione: Il monitoraggio e la valutazione multidimensionale sono fondamentali per far fronte ai bisogni di salute, intercettare precocemente una condizione di deterioramento clinico e attivare le reti necessarie.   CASO CLINICO Il paziente giunge al reparto di degenza con diagnosi di sub-occlusione del Tronco Comune, in una condizione di apparente stabilità. Si presenta vigile e orientato e i  parametri vitali rientrano nel “range” di normalità (MEWS 0). Il paziente è in terapia farmacologica con Tirofiban e Furosemide in drip. Dopo poche ore si manifesta pirosi retrosternale e dispnea con regressione spontanea, senza significative alterazioni dei parametri vitali e del sensorio del paziente (MEWS 0). L’infermiere decide comunque di rivalutare la persona prima delle tempistiche indicate dal Protocollo MEWS, riscontrando una condizione di instabilità clinica ingravescente, confermata dal progressivo incremento del punteggio MEWS.   TRATTAMENTO Il monitoraggio e la rivalutazione precoce dei parametri vitali che vanno ad integrarsi al ragionamento clinico professionale e situazionale (Problem Solving e Decision Making), messo in atto dal professionista, consentono di intercettare il deterioramento clinico in fase iniziale. Il paziente dopo circa 7 ore dal ricovero viene prontamente stabilizzato, intubato e trasferito in U.T.I..   CONCLUSIONI Il tempo di reazione nel processo assistenziale è fondamentale a garantire qualità e appropriatezza, permettendo di ridurre al minimo possibili complicanze e genera un impatto positivo sull’outcome di salute, soprattutto nel trattamento delle patologie tempo-dipendenti. L’esperienza del professionista è inoltre fondamentale per lo sviluppo del pensiero critico, della competenza e della capacità di associare l’utilizzo di strumenti operativi, alla valutazione globale della persona nella sua unicità (storia, percorso clinico e manifestazioni della malattia).