Background: L’obesità e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) costuiscono due dei principali fattori di rischio cardiovascolare e spesso coesistono nello stesso paziente. L'OSAS aumenta il rischio di sviluppare infarto del miocardio, insufficienza cardiaca ed aritmie. D'altra parte, l’obesità, essendo associata ad insulino-resistenza, dislipidemia, iperattivazione simpatica, infiammazione cronica e disfunzione endoteliale, è predittore indipendente di mortalità cardiovascolare. Scopo: Valutare le caratteristiche glico-metaboliche, ecocardiografiche e la prevalenza di aritmie nei pazienti con OSAS obesi e non obesi. Metodi: Sono stati arruolati 67 pazienti obesi (37 M/30 F) e 52 pazienti non obesi (40 M/12 F). In tutti i pazienti sono state valutate le caratteristiche antropometriche e l’assetto ematochimico, inclusi glicemia, insulinemica, HbA1C, OGTT a 5 ore. L'insulino-resistenza è stata stimata mediante HOMA-IR. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a studio ecocardiografico, valutazione polisonnografia per porre diagnosi di OSAS e simultaneo Holter-ECG al fine di rilevare eventuali aritmie concomitanti. Risultati: Come atteso, il profilo antropometrico era migliore nei pazienti non obesi. I pazienti obesi presentavano un’OSAS più severa rispetto ai pazienti non obesi, con valori più elevati di AHI (26.37 ±24.95 vs 16.58 ±14.07; P<0.05), TC90 (19.61 ±24.45 vs 8.63 ±17.80; P <0.05) e ODI (40.55 ±27.41 vs 21.06 ±22.78; P <0.05). Inoltre, i pazienti obesi mostravano una riduzione significativa della Frazione di Eiezione (55.54 ±7.97 vs 66.52 ±8.95; P <0.05) e dell'onda A (0.75 ±0.17 vs 0.83 ±0.19; P <0.05). Nel 20% dei pazienti obesi l’Holter-ECG ha rilevato la presenza di pause cardiache > 3 sec durante gli episodi di apnea. Nella sola popolazione obesa è stata osservata una significativa correlazione negativa tra AHI e onda E (r= -0.3; P=0.04) e una correlazione positiva con il Setto Interventricolare (r=0.38; P =0.01) e la Massa Ventricolare Sinistra (r=0.32; P =0.02). L'analisi post-hoc ha mostrato come queste differenze mantengano una significatività statistica anche quando i pazienti obesi vengono stratificati in sottogruppi in base alla gravità dell'OSAS. Conclusioni: I nostri dati, seppur preliminari, sembrano indicare che l'OSAS severa non solo è associata all’obesità, ma correla con un peggioramento del profilo di rischio cardiometabolico.