Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P412

SCAD: UN PIANETA DA SCOPRIRE NELL'UNIVERSO DELLE SCA

D. Bertolini, M. Armillotta, L. Bergamaschi, M. Bertelli, F. Di Nicola, A. Sansonetti, F. Donati, C. Pizzi, N. GaliÈ
POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI, POLICLINICO SANT'ORSOLA-MALPIGHI

Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.Donna di 36 anni senza fattori di rischio cardiovascolare e con storia cardiologica muta. In anamnesi pregressa gravidanza attraverso fecondazione assistita ed endometriosi in terapia progestinica.
Accesso in PS per comparsa a riposo di intenso dolore toracico trafittivo, variabile con gli atti respiratori, a successiva regressione spontanea. In PS sintomatologia regredita, all’ECG non alterazioni a significato ischemico ma agli esami ematochimici lieve rialzo degli indici di flogosi con curva troponinica indicativa di danno miocardico acuto.
La paziente veniva quindi ricoverata in Terapia Intensiva Cardiologica con sospetto diagnostico di mio-pericardite vs sindrome coronarica acuta. All’ingresso riscontro ecocardiografico di minimo versamento pericardico e alterazioni della cinetica segmentaria distrettuale. Veniva quindi deciso di effettuare coronarografia in urgenza con evidenza di marcato vasospasmo al tratto prossimale del ramo circonflesso, regredito dopo nitrato, e dissezione spontanea del ramo interventricolare anteriore al tratto medio estesa fino al ramo ricorrente apicale; in considerazione dell’assenza di elementi compatibili con un profilo ad alto rischio (un solo vaso coinvolto, lesione coronarica medio-distale, non sintomi di ischemia persistente) non si è proceduto a tentativo di rivascolarizzazione ma si è optato per una gestione conservativa.
Durante la successiva degenza in reparto sono state effettuati valutazione genetica e approfondimenti strumentali per escludere alterazioni vascolari anche in altri distretti corporei, risultati negativi. Durante il follow up la paziente ha eseguito Coro-TC, che ha documentato la pervietà del ramo IVA con risoluzione spontanea della dissezione precedentemente documentata.
Questo scenario clinico ci permette di affrontare una causa rara e spesso misconosciuta di sindrome coronarica acuta per cui ancora oggi vi è incertezza sull’ottimale gestione sia in termini di proposte terapeutiche che di follow-up.