Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P39

MASSA ATRIALE IN PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRAPIANTO CARDIACO CON STORIA DI LINFOMA

R. Scirpa, F. Follesa, A. Battistoni, M. Volpe
CATTEDRA DI CARDIOLOGIA, FACOLTA? DI MEDICINA E PSICOLOGIA, UNIVERSITA? LA SAPIENZA, ROMA , CATTEDRA DI CARDIOLOGIA, FACOLTA? DI MEDICINA E PSICOLOGIA, UNIVERSITA? LA SAPIENZA, ROMA , CATTEDRA DI CARDIOLOGIA, FACOLTA? DI MEDICINA E PSICOLOGIA, UNIVERSITA? LA SAPIENZA, ROMA , CATTEDRA DI CARDIOLOGIA, FACOLTA? DI MEDICINA E PSICOLOGIA, UNIVERSITA? LA SAPIENZA, ROMA

La trombosi atriale è una rara complicanza del trapianto cardiaco, soprattutto in caso di tecnica chirurgica standard. I meccanismi patogenetici comprendono distorsione dell’anatomia atriale e alterazione della sua funzione contrattile, che predispongono a stasi ematica e formazione di trombi in particolare al livello della sutura chirurgica. Paziente di 77 anni, sottoposto nel 2000 a trapianto cardiaco per cardiopatia dilatativa post-ischemica. In anamnesi, pregresso linfoma diffuso a grandi cellule B, diagnosticato nel 2019 e trattato mediante chemioterapia. Nell’ambito del follow-up ematologico, eseguiva a marzo 2021 una TC totalbody che evidenziava una lesione espansiva sottomandibolare come da ripresa di malattia e una massa atriale sinistra di grandi dimensioni (30x50mm), per cui veniva inviato in pronto soccorso. All’ecocardiogramma, atrio sinistro dilatato con presenza di voluminosa formazione iperecogena. Per escludere la natura neoplastica, veniva eseguita risonanza magnetica cardiaca che confermava la formazione ovalare adesa alla parete posteriore dell’atrio sinistro con parziale coinvolgimento degli osti delle vene polmonari, disomogeneamente isointensa nelle sequenze T1 e iper-isointensa nelle sequenze T2, in assenza di significativo potenziamento con mezzo di contrasto, in prima ipotesi formazione trombotica endoluminale. In considerazione delle condizioni generali e della stabilità del quadro, si soprassedeva all’esecuzione di intervento chirurgico. Il paziente veniva dimesso in terapia anticoagulante con Warfarin (INR target2-3). La TC torace di controllo a tre mesi evidenziava significativa riduzione della formazione (11x18mm), non più visualizzabile all’ecocardiogramma. A circa 9 mesi la TC torace documentava completa scomparsa della massa. In base ai casi in letteratura, la diagnosi differenziale di una massa atriale di nuovo riscontro in un sottoposto a trapianto cardiaco include una trombosi o una neoplasia. La trombosi si verifica precocemente dopo l’intervento ma, in alcune circostanze favorenti, anche dopo molti anni. Il trigger consiste in uno stato protrombotico acquisito: la verosimile recidiva della malattia ematologica nel nostro caso può aver favorito la trombogenesi. Per escludere con certezza una localizzazione cardiaca di linfoma, sarebbe necessario l’istologico. Tuttavia, la significativa riduzione della massa, già dopo 3 mesi di anticoagulazione, fino alla sua scomparsa a 9 depone fortemente per la diagnosi di trombosi.