Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P386

OBESITÀ E CARDIOMIOPATIA

F. GiofrÈ, M. C. Pelle, I. Zaffina, S. LucÀ, V. Forte, F. Arturi, C. Cloro, M. Ventura, V. Trapanese , A. Sciacqua, F. Arturi
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, AO “SS ANNUNZIATA” COSENZA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MAGNA GRAECIA DI CATANZARO

Introduzione: La cardiomiopatia che si osserva nell’obesità può variare da una semplice disfunzione ventricolare sinistra subclinica a una cardiomiopatia dilatativa conclamata. Scopo: Valutare le modifiche ecocardiografiche nei pazienti obesi normotesi o ipertesi e valutare l’impatto che l’obesità e/o l’ipertensione hanno sulla cardiomiopatia. Metodi: Sono stati arruolati 383 pazienti (236F/147M). In base al grado di BMI i pazienti sono stati divisi in due gruppi: pazienti non obesi (BMI<30kg/m2) e pazienti obesi (BMI>30kg/m2). I pazienti obesi sono stati suddivisi in relazione al grado di obesità: gruppo 1= BMI >30<35, 2= BMI >35<40, 3= BMI >40 kg/m2. Dei 383 pazienti, 208 risultavano ipertesi. Tutti sono stati sottoposti a esame ecocardiografico con valutazione del diametro atriale sinistro (LAD), del diametro telediastolico (LVEDD) e telesistolico del ventricolo sinistro (LVESD), del setto interventricolare (IVS), della massa cardiaca e della massa cardiaca indicizzata (LVMI). Risultati: I pazienti obesi presentavano, in relazione al grado di obesità, un aumento progressivo e significativo del LAD (P=0.000), del LVEDD (P=0.000), del LVESD (P=0,001), del setto IVS (P=0.000) e della massa cardiaca (P=0.000). I pazienti appartenenti al 3° gruppo di obesità presentavano valori più elevati di LAD e LVSD quando comparati con i pazienti appartenenti ai primi due gruppi di obesità (P=0.000, P=0.032, P=0.000 e P=0.001, rispettivamente). Analogamente, i pazienti appartenenti al 3° gruppo di obesità presentavano valori più elevati di setto interventricolare sinistro e di massa cardiaca quando paragonati con i pazienti appartenenti ai primi due gruppi di obesità (P=0.005, P=0.002, P=0.000 e P=0.005, rispettivamente). Il LAD, il LVEDD, il LVESD, il setto ventricolare e la massa cardiaca erano positivamente correlati con il grado di obesità. Per escludere che le modifiche ecocardiografiche osservate nei pazienti obesi fossero legate alla presenza di ipertensione arteriosa (IA), i dati sono stati corretti per la presenza o meno di IA e la regressione lineare ha documentato che il grado di obesità era capace di predire le modifiche ecocardiografiche (LAD, LVEDD, LVESD) meglio dell'IA. Conclusioni: I nostri dati dimostrano che negli obesi la gravità della cardiomiopatia dipende dal grado di obesità e che il grado di obesità è un predittore migliore dell'ipertensione delle modifiche ecocardiografiche.