L’insufficienza mitralica severa post-infartuale è una complicanza che si sviluppa nel 7% circa dei pazienti con STEMI. Può essere causata dalla rottura di un muscolo papillare o, più frequentemente, da un rimodellamento distrettuale sfavorevole del ventricolo sinistro, ed è gravata da un ‘elevata mortalità. Il trattamento ottimale è controverso, dato l’elevato rischio chirurgico di questi pazienti; d’altro canto, la gestione conservativa non è in grado di controllare i casi più avanzati e rimane associata ad una prognosi sfavorevole. In questi pazienti la riparazione percutanea della valvola mitrale con tecnica edge-to-edge (MV-TEER) può essere considerata un’alternativa ragionevole.
Una donna di 62 anni accedeva presso il PS con quadro clinico di STEMI infero-postero-laterale; veniva trasferita urgentemente in sala di Emodinamica dove veniva effettuata una procedura di angioplastica primaria sul ramo circonflesso, in circolo coronarico a dominanza sinistra. Nonostante una discreta ricanalizzazione del vaso, al controllo ecocardiografico si evidenziava una severa disfunzione ventricolare sinistra per acinesia della parete inferiore e postero-laterale ed una insufficienza mitralica severa di tipo funzionale, responsabile di un quadro di shock cardiogeno non responsivo alla terapia farmacologica. Dopo la discussione in Heart Team, si decideva di eseguire procedura di MV-TEER tramite dispositivo Mitraclip con impianto di 2 protesi G4 NTW, a 7 giorni di distanza dalla rivascolarizzazione coronarica. In seguito alla procedura le condizioni emodinamiche della paziente subivano un progressivo miglioramento, con graduale svezzamento dalla terapia con inotropi e dal supporto di circolo con contropulsatore aortico. La paziente veniva dimessa in 21esima giornata con un rigurgito mitralico residuo di grado lieve e un gradiente transvalvolare medio di 4mmHg. Nel corso dei successivi 18 mesi non si sono verificate riospedalizzazioni per scompenso cardiaco e all’ultimo controllo ambulatoriale la paziente era in classe NYHA I.
L’insufficienza mitralica acuta post-infartuale è una complicanza rara ma potenzialmente fatale dell’infarto. Alla luce del rischio chirurgico proibitivo di questi pazienti, la procedura di MV-TEER rappresenta un’alternativa valida alla terapia conservativa, inefficace a risolvere la compromissione emodinamica, garantendo un rapido miglioramento delle condizioni emodinamiche e un aumento significativo della sopravvivenza a breve termine.