Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

COME CONVINCERE CIRCA LA NECESSITA’ DEL P.E.R.T. (Pulmonary Embolism Response Teams) NELL’EMBOLIA POLMONARE (EP)

Camassa Nino Bari (Bari) – Cardiologia Ospedaliera Policlinico Bari | De Michele Lucrezia Bari (Bari) – Cardiologia Ospedaliera Policlinico Bari | De Tommasi Elisabetta Bari (Bari) – Cardiologia Ospedaliera Policlinico Bari | D’Agostino Carlo Bari (Bari) – Cardiologia Ospedaliera Policlinico Bari

L’EP è una delle maggiori cause di morte cardiovascolare con ampio range di criticità e di contesti complessi e diversificati. Una decisione terapeutica rapida risolve la rapida evoluzione verso l’esito fatale della malattia. Pz di 64 anni, obeso ed iperteso, al ritorno da un volo intercontinentale, si rivolge al PS per dispnea ingravescente e dolore toracico che accusa da una settimana; in PS giunge tachicardico, tachipnoico e con 91% di satO2 in AA. L’Angio TC mostra una estesa trombosi di entrambi i rami principali dell’arteria polmonare AP. L’Ecocardio conferma un  impegno del ventricolo destro, già ipocinetico e con un rapporto VD/VS del doppio cui corrisponde un progressivo decremento di pressione e per cui viene trasferito in UTIC. Si rivaluta la storia del paziente, le sue comorbilità, il rischio emorragico, i dati dell’imaging e di laboratorio. Si stratifica ad alto rischio l’EP, essendosi palesati dati di instabilità emodinamica e di positività dei biomarkers cardiaci. Per la disponibilità onsite del dispositivo e di personale addestrato, il pz viene sottoposto a trombolisi locoregionale adiuvata da ultrasuoni, mediante il posizionamento di cateteri dedicati in grado di infondere in ciascun ramo dell’AP 1mg di rtPA/h per 12 ore e ultrasuoni per tutto il decorso del catetere, per favorire la penetranza della trombolisi in trombi datati (USAT). Già a distanza di 6 ore al controllo ecocardiografico si assiste alla riduzione del rapporto VD/VS al di sotto di 1.5 cui corrisponde una ripristino di stabilità pressoria. Era possibile il giorno dopo dimettere il paziente in reparto di degenza. Il PERT accorcia i tempi nel predisporre, la metodica più efficace a disposizione per far fronte all’emergenza. Ma il PERT ha un senso anche nel trattamento dell’EP a basso rischio nel pz con significative comorbilità che controindicano la terapia anticoagulante o in EP che rappresentano un incidentaloma come espresso dalla saggia visione dei radiologi del gruppo che sanno riconoscere trombosi inveterate o trombosi rare (es. sarcoma dell’AP) diversamente trattabili. Da qui la necessità di istituire un team multidisciplinare abile nel valutare e fornire il giusto trattamento nel pz con EP. Abile nel fornire un ampio ventaglio di terapie mediche, chirurgiche ed endovascolari. Abile nel garantire il follow-up del pz con EP (ipertensione polmonare post-tromboembolica). Abile a far comunicare i componenti circa l’efficacia del trattamento eseguito nel singolo paziente.