Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

GESTIONE DELLA DISLIPIDEMIA E RIDUZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE GLOBALE NEI PAZIENTI AFFETTI DA HIV

Gatto Maria Chiara Roma (Rm) – Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” Irccs | Cicalini Stefania Roma (Rm) – Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” Irccs | Bellagamba Rita Roma (Rm) – Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” Irccs | Biava Gianluigi Roma (Rm) – Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” Irccs | Antinori Andrea Roma (Rm) – Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” Irccs

Background: Presso il nostro ambulatorio cardiologico dedicato, afferiscono quotidianamente pazienti con infezione da HIV. Questa popolazione di pazienti è sottoposta con cadenza semestrale ad analisi ematochimiche di routine che comprendono anche l’assetto lipidico.

Metodi: Sono stati arruolati in modo retrospettivo i pazienti con infezione da HIV afferenti all’ambulatorio cardiologico dedicato nel periodo tra marzo e settembre 2022. Per ognuno di questi pazienti è stata raccolta l’anamnesi e valutato il rischio cardiovascolare globale, l’assetto lipidico, l’eventuale terapia ipolipemizzante e, in accordo con le più recenti linee guida della Società Europea di Cardiologia, è stato valutato il target di LDL raggiunto.

Risultati: Sono stati arruolati 200 pazienti con età media 59±15 anni con infezione da HIV in trattamento antiretrovirale da 20±11 anni, il 92% di sesso maschile. Il 58% dei pazienti presentava ipertensione arteriosa, il 46% vasculopatia, il 44% tabagismo, il 14% diabete, il 10% cardiopatia ischemica cronica, il 4% pregresso TIA/ICTUS. Il 30% di questi pazienti risulta avere un rischio cardiovascolare molto alto, il 42% un rischio cardiovascolare alto, il 22% un rischio cardiovascolare moderato e il 6% un rischio cardiovascolare basso. Solo il 60% risultava in terapia ipolipemizzante (statina nel 50% dei casi e statina+ezetimibe nel 10%). I pazienti con rischio cardiovascolare molto alto avevano in media un LDL colesterolo di 119,2±45,5 mg/dl, i pazienti con rischio cardiovascolare alto 122,4±43,6 e solo il 12% risultava raggiungere i target di LDL previsti dalle linee guida.

Conclusioni: La valutazione e la gestione del rischio cardiovascolare è fondamentale al fine di ridurre mortalità e morbilità. In alcuni particolari contesti clinici come per i pazienti affetti da malattie infettive croniche (p.es HIV) è necessario porre particolare attenzione al target di LDL colesterolo in relazione al rischio cardiovascolare individuale, spesso alto o molto alto. Una corretta gestione terapeutica della dislipidemia attraverso l’utilizzo dell’associazione fissa statina/ezetimibe e delle più innovative terapie ipolipemizzanti quali l’acido bempedoico, gli inibitori del PCSK9, l’inclisiran sono indispensabili per raggiungere l’obiettivo.