Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

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P361

SALENTIMA-PREVENZIONE: MODELLO ORGANIZZATIVO PER LA PREVENZIONE SECONDARIA DELLA CARDIOPATIA ISCHEMICA COME CONTINUITÀ ASSISTENZIALE TRA OSPEDALE E TERRITORIO

A. Picciolo, M. Trianni, S. Capone, D. Fischetti, A. Tondo, G. Colonna
U.O. DI CARDIOLOGIA – UTIC CON EMODINAMICA, CARDIOLOGIA TERRITORIALE – ASL LECCE, U.O. CARDIOLOGIA – UTIC CON EMODINAMICA, U.O. CARDIOLOGIA – UTIC CON EMODINAMICA, U.O. CARDIOLOGIA – UTIC CON EMODINAMICA, U.O. CARDIOLOGIA – UTIC CON EMODINAMICA

L’obiettivo del presente modello organizzativo è quello di ottimizzare il follow-up in base al rischio residuo di eventi avversi con una adeguata stratificazione subito dopo l’evento acuto, e avviare ogni Paziente ad un percorso clinico-strumentale personalizzato. Ogni Paziente viene stratificato in base al rischio trombotico ed al rischio di disfunzione ventricolare sinistra, in accordo con il Documento di Consenso inter-societario dedicato all’organizzazione dell’assistenza post-SCA del 2014: Pazienti a basso rischio vengono avviati direttamente alla Cardiologia territoriale ed al MMG, Pazienti a rischio più alto vengono seguiti dall’ambulatorio ospedaliero e successivamente avviati al territorio. MATERIALI E METODI: fino a Luglio 2021, abbiamo arruolato 683 Pazienti (563 uomini e 120 donne, età media 65,5 a.). Con una percentuale totale di ri-ospedalizzazioni, presso il nostro reparto o altri reparti di Cardiologia della Provincia, del 2,6% a sei mesi per tutte le cause (dello 0.78% per un’ulteriore rivascolarizzazione), e del 3,3% a 12 mesi (1,98 % per una ulteriore rivascolarizzazione coronarica). La mortalità a 12 mesi è stata del 0,16%. Dei 54 Pazienti avviati alla Cardiologia Territoriale, da Gennaio 2020, nessuno ha avuto una ulteriore ri-ospedalizzazione. CONCLUSIONI: La fase acuta di una sindrome coronarica non si esaurisce con la rivascolarizzazione precoce. Sarebbe opportuno considerare la rivascolarizzazione non come il trattamento finale di una Sindrome Coronarica Acuta (SCA), ma la parte iniziale dell’approccio terapeutico alla stessa. Un approccio terapeutico che poi si completerà con la stratificazione del Paziente, la correzione dei fattori di rischio sia tramite l’impostazione della terapia farmacologica sia attraverso la correzione di uno stile di vita evidentemente inadeguato, per terminare poi con l’affidamento del Paziente al Territorio (Medico di Medicina Generale, Ambulatori di Cardiologia Territoriale) con indicazioni complete per quanto riguarda la terapia domiciliare, lo stile di vita ed il follow-up. Permettendo così una efficace medicina di precisione anche a livello ambulatoriale e la realizzazione di una continuità assistenziale tra ospedale e territorio, basata su percorsi di follow-up clinico-strumentale di diversa intensità.