BACKGROUND: Il sovrautilizzo di procedure diagnostiche e terapeutiche rappresenta la principale causa di spreco di risorse sanitarie. La popolazione di soggetti ipertesi, data la sua ampia numerosità e all’importanza dell’identificare il danno d’organo, è particolarmente suscettibile all’inappropriatezza. Lo scopo del presente studio è valutare l’appropriatezza prescrittiva di alcuni esami non invasivi (Ecocardiografia, Eco-TSA, Test da sforzo, MAP 24h) nei pazienti afferenti ad un ambulatorio di prevenzione cardiovascolare primaria.
METODI: Sono stati retrospettivamente analizzati i referti di 559 visite ambulatoriali specialistiche e per ciascuna prescrizione effettuata è stata valutata l’appropriatezza. Come definizioni di appropriatezza sono state integrate diverse indicazioni italiane ed europee presenti in letteratura. È stata poi valutata la correlazione tra le prescrizioni, l’appropriatezza e le caratteristiche cliniche della popolazione.
RISULTATI: Durante le 559 visite ambulatoriali analizzate sono state effettuate 449 prescrizioni, di cui 198 ecocardiografie, 148 Eco-TSA, 85 MAP 24h e 18 test da sforzo. La proporzione di prescrizioni appropriate rispetto al numero totale di richieste è stata stimata al 40,3%. Esaminando ciascuna metodica, sono risultati essere appropriati il 49,4% dei MAP 24h, il 43,9% delle ecocardiografie, il 38,9% dei TdS e il 30,4% delle ecografie TSA. Sono state riscontrate correlazioni significative tra l’età dei pazienti e la categoria di rischio cardiovascolare e l’appropriatezza di ecocardio, MAP e TSA e tra l’appropriatezza dell’ecocardio e la durata di malattia e la presenza di valvulopatia
CONCLUSIONI: Lo studio ha evidenziato un rilevante tasso di prescrizioni inappropriate di esami cardiologici non invasivi; inoltre, potrebbe esistere una maggior tendenza all’inappropriatezza per i pazienti giovani e a basso rischio.