Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

La cardioplegia iperkaliemica ematica St. Thomas no.2 come possibile causa di danno endoteliale acuto nei segmenti di vena grande safena utilizzati come graft nei pazienti sottoposti a bypass aorto-coronarici on pump: risultati a breve termine

Savino Luca Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Giovannico Lorenzo Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | D’Errico Ramirez Antonio Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Fischetti Giuseppe Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Santeramo Vincenzo Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Parigino Domenico Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Silva Aline Maria Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Milano Aldo Domenico Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Marraudino Nicola Bari (Ba) – Policlinico Di Bari | Bottio Tomaso Bari (Ba) – Policlinico Di Bari

Introduzione

Il bypass aortocoronarico è considerato l’intervento cardiochirurgico a maggior frequenza di esecuzione e prevede l’utilizzo di diversi tipi di graft: arteria mammaria interna, vena grande safena, arteria radiale. Il graft venoso è spesso soggetto a failure precoce dovuto a diversi fattori quali formazione di trombi, iperplasia dell’intima o formazione di placche aterosclerotiche. Diversi studi hanno evidenziato vari meccanismi che possono rendersi responsabili di tali processi. Questo studio si propone di trovare una correlazione statisticamente significativa tra l’uso di soluzioni cardioplegiche iperkaliemiche e il danno endoteliale,.

Materiali e Metodi

Per la raccolta dei campioni, da ciascun soggetto è stato prelevato un segmento di vena safena una volta isolata per prelevare il graft ed un secondo campione successivamente alla somministrazione di soluzione cardioplegica ematica St. Thomas no.2. Entrambi i campioni raccolti sono stati conservati in formalina e analizzati con la microscopia ottica din seguito a colorazione con ematossilina-eosina e a colorazioni con anticorpi monoclonali rivolti contro CD31 e CD34.

Discussione

Dallo studio con ematossilina eosina si è osservato come nella vena prelevata prima della infusione della cardioplegia, l’endotelio risulti presente, continuo, ben visualizzabile e senza lesioni. Visualizzando i segmenti in seguito alla somministrazione della soluzione iperkaliemica, si nota come in questo caso l’endotelio, seppur presente, risulta di più difficile visualizzazione e discontinuo in misura variabile dal 20 al 60%.

Tale riduzione nella percentuale di endotelio continuo visibile è confermata dalle analisi con le colorazioni immunoistochimiche CD31 e CD34.

Da precedenti studi è noto come l’endotelio venoso risenta di una elevata concentrazione di potassio producendo lesioni in acuto e in cronico. Questo risultato sembrerebbe dimostrare come il tessuto endoteliale sia suscettibile anche di danno iperacuto, a seguito di esposizione a potassio per breve tempo.

Conclusioni

I risultati a breve termine di tale studio, sembrerebbero confermare l’ipotesi iniziale di una relazione tra l’uso di cardioplegia iperkaliemica e la formazione di lesioni acute o iperacute nella vena grande safena a livello endoteliale. E questa osservazione potrebbe essere una delle spiegazioni alla base dell’alto tasso di failure del bypass venoso, che infatti presenta un tasso di occlusione a 10 anni del 60/65%.