Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

Edema polmonare acuto secondario a trauma cardiaco chiuso complicato da ACC

Valentino Alessandro Valentino Fermo (Fermo) – Pronto Soccorso Ospedale Murri | De Stefani Sara Riccione (Riccione) – Rianimazione Ospedale Ceccarini

Uomo di 80 anni, condotto tramite 118 al PS dell'ospedale Murri di Fermo in seguito ad incidente automobilistico con impatto frontale contro ostacolo fisso. Non protetto da cintura, trauma toracico chiuso. All'arivo in PS, parametri vitali nella norma, lieve dolenzia in sede sternale. In anamnesi cardiopatia dilatativa con FE 35% Durante l'attesa al triage comparsa di dispnea severa; condotto in shock room, rapida insorgenza di arresto cardiocircolatorio esordito con PEA. Iniziate manovre rianimatorie secondo linee guida ACLS (AHA/ANMCO) con ROSC dopo 5 minuti. Eseguito studio ecografico con evidenza di wet lung bilaterale con pattern B su tutto l'ambito e massivo versamento pleurico bilaterale, considerato il trauma interpretato come massivo emotorace. Studio EFAST per il resto negativo. Inoltre, non segni di fratture sternali. Minima falda liquida pericardica senza collasso diastolico delle cavità destre; FE 10% Nuovo ACR in PEA bradicardica con ROSC dopo 2 minuti di RCP. Posizionato drenaggio toracico bilateralmente con fuoriuscita di ca 2000 ml di liquido giallo scuro; assenza di componente ematica. Iniziata infusione di dobutamina ed eseguita TC total body senza evidenza di lesioni traumatiche. Ricoverato in Rianimazione, il paziente è stato successivamente dimesso in assenza di deficit neurologici. Abbiamo interpretato il quadro come edema polmonare acuto secondario a trauma cardiaco chiuso con conseguente grave peggioramento del già noto deficit di pompa. L'ACR in PEA è verosimilmente stato conseguenza del quadro di marcata ipossia aggravato dal severo deficit di contrattilità miocardica; questo spiega anche il ROSC in risposta alla ventilazione invasiva ed alla somministrazione di amine ed alle convenzionali manovre rianimatorie, solitamente inefficaci negli ACR secondari a truma. Il coinvolgimento del cuore nei traumi maggiori è ormai dimostrato essere molto superiore a quanto ritenuto fino a pochi anni fa; è dimostrato infatti come oltre al danno diretto cardiaco per trauma chiuso, come nel caso esposto, o penetrante si possa spesso osservare una situazione di stunning del miocardio anche per traumi avvenuti in altre sedi, verosimilmente a causa del'onda sfigmica che può instaurasi e ripercuotersi negativamente sul cuore, provocando un deficit della contrattilità.

Solitamente tale situazione è transitoria ed a risoluzione spontanea o responsiva alla somministrazione di inotropi.