Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

Pattern di Wellens, ponte miocardiaco, e cardiomiopatia aritmogena biventricolare: un’unica “tripla” diagnosi

Ossola Paolo Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda, Milano | Bassi Ilaria Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Pirola Roberto Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Gallone Gianluca Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Occhi Lucia Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Milani Martina Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Spanò Francesca Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Regazzetti Matteo Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Pedrotti Patrizia Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Quattrocchi Giuseppina Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Soriano Francesco Milano (Milano) – Cardiologia 1, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda | Giannattasio Cristina Milano (Milano) – Cardiologia 4, Ospedale Grande Metropolitano Niguarda; Scuola Di Medicina E Chirurgia, Università Degli Studi Di Milano-Bicocca

La sindrome di Wellens descrive un pattern elettrocardiografico caratterizzato da modificazioni dell’onda T nelle derivazioni antero-settali che rendono tale riscontro altamente suggestivo per una lesione del tratto prossimale dell’arteria interventricolare anteriore.

Caso clinico. Un paziente di 58 anni, originario della Cina, con una anamnesi muta, si presenta al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda manifestando angor, vertigini, astenia e visione offuscata. L’elettrocardiogramma mostra un pattern di Wellens di tipo A e gli esami ematochimici raccolti in pronto soccorso mostrano una funzione epatica, renale ed un emocromomo nei limiti di norma. I valori di troponina T ad alta sensibilità si attestano a 34 ng/mL. L’ecocardiogramma mostra una conservata funzione sistolica biventricolare in assenza di alterazioni maggiori della cinesi regionale. Dati i sintomi, i valori di troponina ed il pattern elettrocardiografico il paziente è stato sottoposto a coronarografia che ha mostrato delle coronarie epicardiche indenni da lesioni ma con un ponte muscolare nel tratto medio-prossimale dell’arteria interventricolare anteriore, senza evidenti significative modificazioni di calibro sisto-diastoliche a successiva analisi con TC coronarica.  Per meglio valutare un eventuale danno ischemico miocardico il paziente è stato sottoposto a risonanza magnetica che ha mostrato un risultato del tutto inaspettato. Le sequenze T1 hanno infatti rivelato una infiltrazione adiposa biventricolare a carico delle pareti anterolaterale ed inferolaterale del ventricolo sinistro, con enhancement omosede a pattern non ischemico alle immagini tardive post contrasto: tale quadro è stato ritenuto suggestivo per cardiomiopatia aritmogena biventricolare. In assenza di storia di sincopi e di aritmie documentate al monitoraggio prolungato del ritmo durante il ricovero non è stata posta indicazione ad ulteriori accertamenti diagnostici e terapeutici dal punto di vista aritmologico. E’ stata cosi impostata una terapia con betabloccante ed ace-inibitore ed il paziente è stato avviato ad un percorso di follow-up ambulatoriale cardiologico e ad una consulenza genetica per lui e per i familiari di primo grado.

Selezionare la metodica di imaging corretta diventa di fondamentale importanza per giungere ad una corretta diagnosi, specialmente nei casi in cui la sintomatologia è poco dirimente