Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

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IMPLEMENTAZIONE SELF-LEARN DELL'ECOGRAFIA PER LO STUDIO E LA PUNTURA ECOGUIDATA DEGLI ACCESSI VASCOLARI NELL'IMPIANTO DI PACEMAKER E DEFIBRILLATORI IMPIANTABILI

A. Lilli, G. Solarino, V. Della Tommasina, J. Del Meglio, A. Comella, R. Poddighe, M. L. Canale, L. Bertini, F. De Caro, A. Christou, E. Ferrali, A. Tognarelli, K. Coviello, M. T. Baratto, G. Casolo
UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA, UO CARDIOLOGIA, OSPEDALE VERSILIA

Background: gli accessi vascolari rappresentano una fase cruciale nella gestione delle complicanze legate all’impianto di devices. Dopo l’utilizzo della vena ascellare che consente di poter azzerare le complicanze intratoracica nonché il crush succlavio dei cateteri, l’approccio ecoguidato potrebbe rappresentare il prossimo passo per la riduzione delle complicanze vascolari. Esperienza: sono stati rivalutati gli impianti eseguiti (n=86) da un operatore autonomo che ha implementato l’ecografia in self-learn allo scopo di minimizzare le complicanze legate agli accessi centrali. Durante la prima fase,l’approccio ecoguidato prevedeva lo studio degli accessi vascolari prima dell’inizio dell’impianto.Lo studio avveniva prima della preparazione del campo sterile per la localizzazione dell’approccio ascellare e per lo studio delle varianti anatomiche.Tale fase è stata immediatamente seguita dall’utilizzo degli skin marks. L’utilizzo dei markers consentiva di eseguire il tentativo di isolamento chirurgico della vena cefalica come primo approccio.In caso di fallimento, o necessità di accessi multipli, il passaggio all’accesso centrale poteva essere facilitato dalla presenza dei markers cutanei.Questo approccio non ha modificato la probabilità di successo di puntura della vena ascellare senza l’utilizzo di venografia (75% vs 71%,p NS). Nell’ultima fase tutti gli impianti sono stati eseguiti con puntura ecoguidata con tecnica sterile prima dell’incisione cutanea (n=26).Gli impianti riguardavano PM bicamerali (61%), monocamerali (19%), CRTD (11%), ICD bicamerali. L’ecografia ha evidenziato tutti i casi di vena cefalica ipoplasica (15%) e non utilizzabile. Nei primi tre mesi di implementazione la percentuale di successo è stata del 71,4% con 1 caso di pneumotorace apicale autorisoltosi. Nei mesi successivi la percentuale di successo è rapidamente salita al 94,1%(p<0,05) senza nessun caso di pneumo o emotorace.Il tempo mediano di puntura efficace è stato nella seconda fase di 28 secondi (8-450sec). E’ stato possibile isolare la vena cefalica nel 40% dei casi per gli impianti bi o tricamerali. Conclusioni: lo studio ecografico degli accessi eseguito prima dell’incisione consente di identificare l’anatomia e di definire il decorso della v.ascellare ed i suoi rapporti. Quando eseguito con approccio sterile, consente la puntura ecoguidata diretta prima dell’incisione chirurgica, con un’elevata percentuale di successo fin dalle prime fasi di implementazione.