Background: La categoria di rischio cardiovascolare molto alto è caratterizzata da un elevato rischio di eventi cardiovascolari ricorrenti. A maggio 2022 su European Heart Journal si è fatto per la prima volta riferimento a diverse definizioni di "rischio cardiovascolare estremo", tuttavia tale processo di definizione è ancora in corso.
Scopi dello studio: Valutare la prevalenza dei pazienti a rischio cardiovascolare estremo in riabilitazione cardiologica valutando le loro caratteristiche cliniche e la loro risposta, in termini di miglioramento funzionale, al percorso di riabilitazione cardiologica
Metodi: La popolazione indagata comprende 938 pazienti che hanno frequentato la riabilitazione cardiologica dell’ospedale Niguarda di Milano tra il 1° Gennaio 2012 e il 10 Marzo 2022. Unico criterio di inclusione è la presenza di aterosclerosi documentata a livello del distretto coronarico. Sono stati esclusi i pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco a genesi non ischemica oppure di cardiopatia congenita. I pazienti classificati come a rischio cardiovascolare estremo sono stati confrontati con i restanti pazienti ed è stata eseguita una regressione lineare multivariata con il miglioramento funzionale assoluto come variabile dipendente.
Risultati: La prevalenza dei pazienti a rischio cardiovascolare estremo in riabilitazione cardiologica è pari al 26.9%. I pazienti a rischio cardiovascolare estremo mostrano un’età media maggiore (67.8 ± 10.4 vs 64.1 ± 11.1 years; p ≤ 0.001), una maggiore prevalenza di comorbidità significative (quali arteriopatia obliterante degli arti inferiori, vasculopatia cerebrale, insufficienza renale cronica, dislipidemia, diabete, ipertensione) e un minore miglioramento funzionale durante la cardioriabilitazione (102.9 ± 68.6 vs 138.1 ± 86.5 m; p ≤ 0.001). All’analisi multivariata il rischio cardiovascolare estremo restava un determinante significato del miglioramento funzionale ottenuto durante la riabilitazione (valutato con il Six-Minute Walking Test) con b = -0.137 e p = 0.035. L’altro parametro significativo era solamente il sesso femminile.
Conclusioni: La condizione di rischio cardiovascolare estremo è frequente tra i pazienti con sindrome coronarica cronica ed impatta negativamente sul miglioramento funzionale del paziente in riabilitazione cardiologica. L’identificazione del paziente a rischio cardiovascolare estremo è un obiettivo da perseguire al fine di intensificare le strategie di prevenzione secondaria.