Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

L’ACCESSO TRANSASCELLARE COME VIA ALTERNATIVA NELL’ESECUZIONE DI IMPIANTO VALVOLARE AORTICO TRANSCATETERE

De Michele Gianantonio Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Moscarella Elisabetta Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Acerbo Vincenzo Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Raucci Giuseppe Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Scherillo Gianmaria Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Signore Giovanni Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Rotolo Francesco Paolo Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Scialla Francesco Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Cesaro Arturo Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta | Calabrò Paolo Caserta (Caserta) – Aorn “Sant’Anna E San Sebastiano” Di Caserta

Background: l’impianto valvolare aortico transcatetere (TAVI) è la procedura principale per il trattamento della stenosi aortica severa nei pazienti considerati ad alto rischio chirurgico. Generalmente tale procedura viene eseguita tramite accesso arterioso percutaneo femorale. La presenza di varianti anatomiche o di patologia aterosclerotica periferica, talvolta, rende necessario l’utilizzo di accessi vascolari alternativi, tra cui l’accesso mediante l’arteria ascellare. Dati provenienti da una metanalisi coinvolgente 1793 pazienti sottoposti a TAVI per via transascellare o transapicale evidenziano una riduzione statisticamente significativa della mortalità a 30 giorni nel primo gruppo. Per la conferma della consistenza di tali dati attendiamo trials randomizzati in futuro. Caso clinico: uomo di 71 anni, fumatore, iperteso e dislipidemico. Nel 2018, per il riscontro di arteriopatia severa degli arti inferiori si sottoponeva ad intervento di bypass aorto-iliaco-femorale bilaterale. Per insorgenza di angina e dispnea a riposo accedeva al PS dove veniva posta diagnosi di NSTEMI. All’ecocardiogramma evidenza di stenosi aortica severa high-gradient mentre la coronarografia concludeva per stenosi dell’80% della CDx al tratto medio. In virtù dell’alto rischio chirurgico (EUROSCORE II: 12%) e dell’evidenza all’Angio-TC di occlusione bilaterale dell’arteria femorale, l’Heart Team concludeva per esecuzione di TAVI mediante accesso percutaneo transascellare sinistro con contestuale rivascolarizzazione coronarica percutanea. Quindi, ottenuto accesso di backup su arteria radiale sinistra, si procedeva ad esecuzione di PTCA+DES su CDx mediante accesso radiale destro con successivo posizionamento di catetere pigtail nel seno di Valsalva non coronarico. Posizionato il pacemaker provvisorio attraverso la vena femorale destra, si eseguiva puntura angio-guidata dell’arteria ascellare sinistra con posizionamento di introduttore 14 Fr per l’impianto di protesi biologica Medtronic Evolut R 26 mm. Al controllo ecografico successivo alla procedura residuava gradiente medio valvolare aortico di 17 mmHg con evidenza di piccolo leak periprotesico. Sette giorni dopo la procedura il paziente veniva dimesso, asintomatico ed in buon compenso emodinamico in assenza di intercorse complicanze vascolari. Conclusioni: per l’esecuzione di TAVI l’accesso arterioso transascellare dovrebbe essere preso in considerazione come valida alternativa all’accesso arterioso transfemorale.