Background: Nei pazienti con diagnosi di miocardite acuta, la complicanza aritmica può avvenire in ogni stadio della malattia, sebbene risulti una presentazione clinica poco descritta in letteratura.
Case report: Una giovane donna di 20 anni, senza apparenti fattori di rischio cardiovascolari e senza comorbidità, si presenta in PS per cardiopalmo e dolore epigastrico irradiato all’arto superiore sinistro con evidenza all’ECG di tachicardia sinusale e alterazioni aspecifiche della ripolarizzazione. Gli esami ematici evidenziavano elevati valori di cTn e normali valori di PCR. L’ecocardiografia all’ingresso era nei limiti della norma. La paziente è stata ricoverata con diagnosi di sospetta miocardite acuta. La degenza è stata complicata da alcuni episodi di dolore toracico e concomitante incremento fasico della cTn (picco 12830ng/L) con evidenza al monitoraggio continuo ECG di frequenti BEV, pertanto è stata ottimizzata la terapia beta-bloccante. Successiva comparsa anche di TVNS polimorfe di breve durata fino a un episodio di torsione di punta sintomatica per pre-sincope, responsive alla terapia con metoprololo e lidocaina; in concomitanza delle aritmie al controllo ecocardiografico evidenza di nuove alterazioni della cinetica (ipocinesia in sede laterale medio-apicale e setto anteriore). Il sospetto clinico di miocardite acuta è stato poi confermato dalla RMN cuore e la paziente è stata sottoposta a due BEM in due centri differenti e in momenti diversi, risultate non conclusive. Per indagare l’eziologia della patologia infiammatoria miocardica è stato effettuato uno screening immuno-infettivologico risultato nella norma, ad eccezione del riscontro di una tireopatia autoimmune in eutiroidismo.
La paziente è stata dimessa con defibrillatore indossabile in prevenzione secondaria. Al follow-up non si sono ripresentati episodi aritmici e si è osservata completa normalizzazione della cTn; il controllo con RMN cuore ha mostrato una risoluzione completa del processo infiammatorio in assenza di segni di fibrosi.
Conclusioni:Il meccanismo fisiopatologico che sottende le aritmie ventricolari durante l’infiammazione acuta del miocardio è poco chiaro, ma generalmente si autolimitano senza ricorrenze dopo la fase acuta. La gestione delle aritmie nella miocardite acuta è generalmente di supporto e non ci sono evidenze che i farmaci antiaritmici ne riducano l’incidenza. Il defibrillatore indossabile è una opzione terapeutica.Background: Nei pazienti con diagnosi di miocardite acuta, la complicanza aritmica può avvenire in ogni stadio della malattia, sebbene risulti una presentazione clinica poco descritta in letteratura.
Case report: Una giovane donna di 20 anni, senza apparenti fattori di rischio cardiovascolari e senza comorbidità, si presenta in PS per cardiopalmo e dolore epigastrico irradiato all’arto superiore sinistro con evidenza all’ECG di tachicardia sinusale e alterazioni aspecifiche della ripolarizzazione. Gli esami ematici evidenziavano elevati valori di cTn e normali valori di PCR. L’ecocardiografia all’ingresso era nei limiti della norma. La paziente è stata ricoverata con diagnosi di sospetta miocardite acuta. La degenza è stata complicata da alcuni episodi di dolore toracico e concomitante incremento fasico della cTn (picco 12830ng/L) con evidenza al monitoraggio continuo ECG di frequenti BEV, pertanto è stata ottimizzata la terapia beta-bloccante. Successiva comparsa anche di TVNS polimorfe di breve durata fino a un episodio di torsione di punta sintomatica per pre-sincope, responsive alla terapia con metoprololo e lidocaina; in concomitanza delle aritmie al controllo ecocardiografico evidenza di nuove alterazioni della cinetica (ipocinesia in sede laterale medio-apicale e setto anteriore). Il sospetto clinico di miocardite acuta è stato poi confermato dalla RMN cuore e la paziente è stata sottoposta a due BEM in due centri differenti e in momenti diversi, risultate non conclusive. Per indagare l’eziologia della patologia infiammatoria miocardica è stato effettuato uno screening immuno-infettivologico risultato nella norma, ad eccezione del riscontro di una tireopatia autoimmune in eutiroidismo.
La paziente è stata dimessa con defibrillatore indossabile in prevenzione secondaria. Al follow-up non si sono ripresentati episodi aritmici e si è osservata completa normalizzazione della cTn; il controllo con RMN cuore ha mostrato una risoluzione completa del processo infiammatorio in assenza di segni di fibrosi.
Conclusioni:Il meccanismo fisiopatologico che sottende le aritmie ventricolari durante l’infiammazione acuta del miocardio è poco chiaro, ma generalmente si autolimitano senza ricorrenze dopo la fase acuta. La gestione delle aritmie nella miocardite acuta è generalmente di supporto e non ci sono evidenze che i farmaci antiaritmici ne riducano l’incidenza. Il defibrillatore indossabile è una opzione terapeutica.Background: Nei pazienti con diagnosi di miocardite acuta, la complicanza aritmica può avvenire in ogni stadio della malattia, sebbene risulti una presentazione clinica poco descritta in letteratura.
Case report: Una giovane donna di 20 anni, senza apparenti fattori di rischio cardiovascolari e senza comorbidità, si presenta in PS per cardiopalmo e dolore epigastrico irradiato all’arto superiore sinistro con evidenza all’ECG di tachicardia sinusale e alterazioni aspecifiche della ripolarizzazione. Gli esami ematici evidenziavano elevati valori di cTn e normali valori di PCR. L’ecocardiografia all’ingresso era nei limiti della norma. La paziente è stata ricoverata con diagnosi di sospetta miocardite acuta. La degenza è stata complicata da alcuni episodi di dolore toracico e concomitante incremento fasico della cTn (picco 12830ng/L) con evidenza al monitoraggio continuo ECG di frequenti BEV, pertanto è stata ottimizzata la terapia beta-bloccante. Successiva comparsa anche di TVNS polimorfe di breve durata fino a un episodio di torsione di punta sintomatica per pre-sincope, responsive alla terapia con metoprololo e lidocaina; in concomitanza delle aritmie al controllo ecocardiografico evidenza di nuove alterazioni della cinetica (ipocinesia in sede laterale medio-apicale e setto anteriore). Il sospetto clinico di miocardite acuta è stato poi confermato dalla RMN cuore e la paziente è stata sottoposta a due BEM in due centri differenti e in momenti diversi, risultate non conclusive. Per indagare l’eziologia della patologia infiammatoria miocardica è stato effettuato uno screening immuno-infettivologico risultato nella norma, ad eccezione del riscontro di una tireopatia autoimmune in eutiroidismo.
La paziente è stata dimessa con defibrillatore indossabile in prevenzione secondaria. Al follow-up non si sono ripresentati episodi aritmici e si è osservata completa normalizzazione della cTn; il controllo con RMN cuore ha mostrato una risoluzione completa del processo infiammatorio in assenza di segni di fibrosi.
Conclusioni:Il meccanismo fisiopatologico che sottende le aritmie ventricolari durante l’infiammazione acuta del miocardio è poco chiaro, ma generalmente si autolimitano senza ricorrenze dopo la fase acuta. La gestione delle aritmie nella miocardite acuta è generalmente di supporto e non ci sono evidenze che i farmaci antiaritmici ne riducano l’incidenza. Il defibrillatore indossabile è una opzione terapeutica.Background: Nei pazienti con diagnosi di miocardite acuta, la complicanza aritmica può avvenire in ogni stadio della malattia, sebbene risulti una presentazione clinica poco descritta in letteratura.
Case report: Una giovane donna di 20 anni, senza apparenti fattori di rischio cardiovascolari e senza comorbidità, si presenta in PS per cardiopalmo e dolore epigastrico irradiato all’arto superiore sinistro con evidenza all’ECG di tachicardia sinusale e alterazioni aspecifiche della ripolarizzazione. Gli esami ematici evidenziavano elevati valori di cTn e normali valori di PCR. L’ecocardiografia all’ingresso era nei limiti della norma. La paziente è stata ricoverata con diagnosi di sospetta miocardite acuta. La degenza è stata complicata da alcuni episodi di dolore toracico e concomitante incremento fasico della cTn (picco 12830ng/L) con evidenza al monitoraggio continuo ECG di frequenti BEV, pertanto è stata ottimizzata la terapia beta-bloccante. Successiva comparsa anche di TVNS polimorfe di breve durata fino a un episodio di torsione di punta sintomatica per pre-sincope, responsive alla terapia con metoprololo e lidocaina; in concomitanza delle aritmie al controllo ecocardiografico evidenza di nuove alterazioni della cinetica (ipocinesia in sede laterale medio-apicale e setto anteriore). Il sospetto clinico di miocardite acuta è stato poi confermato dalla RMN cuore e la paziente è stata sottoposta a due BEM in due centri differenti e in momenti diversi, risultate non conclusive. Per indagare l’eziologia della patologia infiammatoria miocardica è stato effettuato uno screening immuno-infettivologico risultato nella norma, ad eccezione del riscontro di una tireopatia autoimmune in eutiroidismo.
La paziente è stata dimessa con defibrillatore indossabile in prevenzione secondaria. Al follow-up non si sono ripresentati episodi aritmici e si è osservata completa normalizzazione della cTn; il controllo con RMN cuore ha mostrato una risoluzione completa del processo infiammatorio in assenza di segni di fibrosi.
Conclusioni:Il meccanismo fisiopatologico che sottende le aritmie ventricolari durante l’infiammazione acuta del miocardio è poco chiaro, ma generalmente si autolimitano senza ricorrenze dopo la fase acuta. La gestione delle aritmie nella miocardite acuta è generalmente di supporto e non ci sono evidenze che i farmaci antiaritmici ne riducano l’incidenza. Il defibrillatore indossabile è una opzione terapeutica.Background: Nei pazienti con diagnosi di miocardite acuta, la complicanza aritmica può avvenire in ogni stadio della malattia, sebbene risulti una presentazione clinica poco descritta in letteratura.
Case report: Una giovane donna di 20 anni, senza apparenti fattori di rischio cardiovascolari e senza comorbidità, si presenta in PS per cardiopalmo e dolore epigastrico irradiato all’arto superiore sinistro con evidenza all’ECG di tachicardia sinusale e alterazioni aspecifiche della ripolarizzazione. Gli esami ematici evidenziavano elevati valori di cTn e normali valori di PCR. L’ecocardiografia all’ingresso era nei limiti della norma. La paziente è stata ricoverata con diagnosi di sospetta miocardite acuta. La degenza è stata complicata da alcuni episodi di dolore toracico e concomitante incremento fasico della cTn (picco 12830ng/L) con evidenza al monitoraggio continuo ECG di frequenti BEV, pertanto è stata ottimizzata la terapia beta-bloccante. Successiva comparsa anche di TVNS polimorfe di breve durata fino a un episodio di torsione di punta sintomatica per pre-sincope, responsive alla terapia con metoprololo e lidocaina; in concomitanza delle aritmie al controllo ecocardiografico evidenza di nuove alterazioni della cinetica (ipocinesia in sede laterale medio-apicale e setto anteriore). Il sospetto clinico di miocardite acuta è stato poi confermato dalla RMN cuore e la paziente è stata sottoposta a due BEM in due centri differenti e in momenti diversi, risultate non conclusive. Per indagare l’eziologia della patologia infiammatoria miocardica è stato effettuato uno screening immuno-infettivologico risultato nella norma, ad eccezione del riscontro di una tireopatia autoimmune in eutiroidismo.
La paziente è stata dimessa con defibrillatore indossabile in prevenzione secondaria. Al follow-up non si sono ripresentati episodi aritmici e si è osservata completa normalizzazione della cTn; il controllo con RMN cuore ha mostrato una risoluzione completa del processo infiammatorio in assenza di segni di fibrosi.
Conclusioni:Il meccanismo fisiopatologico che sottende le aritmie ventricolari durante l’infiammazione acuta del miocardio è poco chiaro, ma generalmente si autolimitano senza ricorrenze dopo la fase acuta. La gestione delle aritmie nella miocardite acuta è generalmente di supporto e non ci sono evidenze che i farmaci antiaritmici ne riducano l’incidenza. Il defibrillatore indossabile è una opzione terapeutica.