Le infezioni con vegetazioni endocarditiche o la crescita esuberante del tessuto di neoendotelizzazione (panno -tissue overgrowth) nelle protesi valvolari cardiache comportano, fra le altre complicazioni il malfunzionamento delle protesi stesse per ostruzione.
Fra le metodiche diagnostiche a nostra disposizione, per raggiungere la diagnosi di disfunzione protesica, negli ultimi anni si è sempre più imposta l’ecocardiografia transesofagea tridimensionale (ETE3D).
Presentiamo due casi clinici di pazienti ricoverati presso il nostro reparto di Cardiologia
Caso 1:
Paziente di 62 aa, ricoverato per acclarata insufficienza cardiaca congestizia. In anamnesi nel 2006 per bicuspidia aorica ed aneurisma di aorta ascendente , sostituzione valvolare aortica (Sorin 25) e sostituzione aorta ascendente con protesi Dacron 28. Nel corso degli ultimi follow up era stato evidenziato un lieve aumento del valore dei gradienti intraprotesici, così come una variabilità dei valori di INR. All’ingresso l’esame obiettivo mostrava segni di scompenso cardiaco (NT-ProBNP >1000 pg/ml); normali gli indici di flogosi (PCR <2,9 mg/l); ecg: ritmo sinusale a fcm di di 85 bpm con sovraccarico ventricolare sx; all’ecocardio si osservava severo gradiente intraprotesico aortico (Gmax 132mmHg-Gmed 72mmHg), dubbio per panno adeso ai dischi protesici : l’ETE3D che ha evidenziato immagine iperecoreflettente adesa all’elemento mobile posteriore (5x9mm) che risultava fissato in semichiusura. Successivamente il paz veniva operato di sostituzione della protesi con bioprotesi.
Caso 2:
Paziente di anni 67, forte fumatore, iperteso, portatore di protesi meccanica in posizione aortica, poche settimane prima ricoverato per infezione da Corynebacterium Jeikeium. Si ricovera nuovamente per febbre con aumentati indici di flogosi (PCR 202mg/l). Un primo ETT concludeva per sospetta endocardite sulla protesi; tale dubbio veniva anch’esso sciolto da ETE3D che mostrava un’immagine soft protrudente a carico dell’elemento mobile posteriore, impedente l’apertura e determinante stenosi di grado severo (Gmax 160mmHg-Gmed di 80 mmHg), per cui anche questo paz veniva trasferito in CCh.
Conclusioni: l’ETE3d è una metodica di rapida e sicura esecuzione che può essere sfruttata non solo pre- o intraoperatoriamente ma anche per dirimere sospetti diagnostici non chiariti dalle tradizionali metodiche 2d, addirittura riuscendo a distinguere depositi di panno da vegetazioni/ascessi.