Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

DEGENERAZIONE CASEOSA DELL’ANULUS MITRALICO: RUOLO DELL’ECOCARDIOGRAFIA 3D

Fede Giuseppe Modica (Ragusa) – Cardiologia – Ospedale Maggiore Di Modica | Abate Giuseppe Modica (Ragusa) – Cardiologia – Ospedale Maggiore Di Modica | Belluardo Paola Modica (Ragusa) – Cardiologia – Ospedale Maggiore Di Modica | Guccione Nicoletta Modica (Ragusa) – Cardiologia – Ospedale Maggiore Di Modica | Scollo Vincenzo Modica (Ragusa) – Cardiologia – Ospedale Maggiore Di Modica | Sulsenti Giuseppe Modica (Ragusa) – Cardiologia – Ospedale Maggiore Di Modica | Ficili Sabina Modica (Ragusa) – Cardiologia – Ospedale Maggiore Di Modica

La degenerazione caseosa dell'anulus mitralico (caseous mitral annular calcification, CMAC) è una rara condizione degenerativa della valvola mitrale (prevalenza dello 0,067% nella popolazione generale) che colpisce generalmente donne anziane con ipertensione, malattia renale cronica e dislipidemia. Di solito asintomatica ed associata a rigurgito mitralico lieve o moderato, può causare gravi disfunzioni della valvola mitrale che rende necessario il trattamento chirurgico.

CASO 1: Donna di 84 anni, ipertesa, giunge alla nostra osservazione per eseguire un ecocardiogramma transtoracico (ETT) per riscontro di soffio cardiaco. All’ETT a livello dell’anulus mitralico posteriore si evidenziava formazione rotondeggiante iperecogena con area centrale eco-lucente di diametro massimo 20×20 mm. La ricostruzione 3D ha meglio evidenziato la massa: contorni ben definiti, adesa all’anulus mitralico posteriore, dislocazione sistolica del lembo mitralico anteriore, con lieve rigurgito mitralico. Le caratteristiche morfologiche della massa ci hanno indirizzato verso una diagnosi presuntiva di CMAC. Abbiamo consigliato alla paziente stretto monitoraggio clinico ed ecocardiografico e a distanza di 6 e 12 mesi la massa non si è modificata per dimensioni ed ecostruttura.

CASO 2: Una donna di 88 anni, affetta da malattia renale cronica, ipertensione arteriosa e cardiopatia ischemica cronica, è stata ricoverata nel nostro reparto per scompenso cardiaco acuto. L’ETT ha evidenziato una formazione iperecogena di dimensioni massime di 43×19 mm, che coinvolgeva l'anello mitralico posteriore, con un'area centrale eco-lucida. È stata eseguita un'ecocardiografia transesofagea tridimensionale (ETE 3D) con migliore caratterizzazione della massa: coinvolgimento dell’intero anello mitralico posteriore, movimento ridotto del lembo mitralico posteriore, lembo mitralico anteriore normo-mobile e di normale morfologia. In considerazione delle caratteristiche ecocardiografiche abbiamo concluso per la presenza di CMAC. Abbiamo dimesso la paziente con indicazione ad un regolare follow-up clinico ed ecocardiografico.

CONCLUSIONI: L’ETT 3D fornisce adeguate informazioni morfostrutturali che permettono nella maggior parte dei casi di caratterizzare la CCAM. Quando l’approccio transtoracico è difficoltoso per scarse finestre acustiche si può ricorrere all’ETE 3D. Solo in rari casi è necessario ricorrere ad altri test diagnostici di secondo livello come TAC e Risonanza Magnetica Cardiaca