Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

Arresto cardiaco extra-ospedaliero: studio osservazionale di due anni

Condello Chiara Treviso (Treviso) – Uoc Cardiologia, Ospedale Ca’ Foncello Di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana | Gasparetto Nicola Treviso (Treviso) – Uoc Cardiologia, Ospedale Ca’ Foncello Di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana | Cacciavillani Luisa Padova (Padova) – Clinica Cardiologica, Azienda Ospedaliera Universitaria Di Padova | Orazio Silvia Treviso (Treviso) – Uoc Centrale Operativa Suem | Betta Davide Treviso (Treviso) – Uoc Cardiologia, Ospedale Ca’ Foncello Di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana | Menegon Vittoria Treviso (Treviso) – Uoc Cardiologia, Ospedale Ca’ Foncello Di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana | Bussola Matteo Treviso (Treviso) – Uoc Anestesia E Rianimazione, Ospedale Ca’ Foncello Di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana | Ferramosca Marialuisa Treviso (Treviso) – Uoc Centrale Operativa Suem | Zanatta Paolo Treviso (Treviso) – Uoc Anestesia E Rianimazione, Ospedale Ca’ Foncello Di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana | Cernetti Carlo Treviso (Treviso) – Uoc Cardiologia, Ospedale Ca’ Foncello Di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana | Iliceto Sabino Treviso (Treviso) – Clinica Cardiologica, Azienda Ospedaliera Universitaria Di Padova

L’arresto cardiaco (AC) è la terza causa di morte in Europa. È un’emergenza clinica gravata da alta mortalità e morbidità. L’infarto miocardico rappresenta la causa principale. La raccolta dati mediante registri nazionali ed internazionali risulta fondamentale per aumentare le conoscenze in quest’ambito e migliorare i percorsi diagnostico/terapeutici.

Scopo dello studio: valutare l’impatto epidemiologico dell’AC extra-ospedaliero (OHCA) nel territorio di un centro HUB e seguire il decorso intraospedaliero dei pazienti al fine di individuare possibili predittori di sopravvivenza e outcome neurologico.

Materali e metodi: mediante la condivisione di un database elettronico tra il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica e l’UOC Cardiologia di riferimento sono stati raccolti i dati relativi al percorso extra ed intraospedaliero dei casi di AC su un territorio di circa 300000 abitanti.

Risultati: in due anni di osservazione abbiamo rilevato 100 soggetti colpiti da OHCA, con età media di 65 anni, prevalentemente maschi, ed esordio con ritmo defibrillabile nel 41% dei casi. Gli astanti hanno praticato la rianimazione cardiopolmonare nel 57% dei casi, utilizzato il defibrillatore automatico nel 10%. Solo il 32% delle vittime colpite ha avuto un ripristino della circolazione spontanea (ROSC) e successivo ricovero in terapia intensiva. In questo gruppo la causa scatenante è stata uno STEMI nel 46% dei casi, ed evidenza di coronaria discendente anteriore culprit nel 46,2%. Tra i pazienti ricoverati il 50% è deceduto. Dall’analisi dati è emerso che un pH all’ingresso inferiore a 7,04 correla, con una sensibilità del 79% e una specificità del 86% (AUC 0,81, 95% CI 0,644 – 0,977), con scarsa probabilità di ROSC. La lattacidemia plasmatica, invece, risulta essere un predittore di sopravvivenza ed outcome neurologico, in quanto espressione del danno multiorgano secondario all’AC, ma non correla con la probabilità di ROSC.

Conclusioni: l’incidenza degli OCHA nei due anni di osservazione è stata lievemente inferiore rispetto ai dati attualmente disponibili in letteratura. La mortalità si conferma estremamente alta; solo il 12% della popolazione sopravvive e di questi il 16% con outcome neurologico sfavorevole. L’emogasanalisi, se interpretata correttamente, può essere un valido strumento per indirizzare le scelte terapeutiche nei pazienti in AC. Ulteriori studi, con più ampia numerosità campionaria, saranno necessari per validare questi dati.