Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

RISCONTRO DI GHOST NEL VENTRICOLO DESTRO DOPO ESPIANTO DI DEVICE INTRACARDIACO

Samperi Simona Roma- L’Aquila (Roma- L’Aquila) – Ospedale Sandro Pertini- Università Degli Studi Dell’Aquila | De Matteis Giovanni Maria Roma (Roma) – Ospedale Sandro Pertini | Castro Antonio Roma (Roma) – Ospedale Sandro Pertini | Loricchio Maria Luisa Roma (Roma) – Ospedale Sandro Pertini | Trambaiolo Paolo Roma- L’Aquila (Roma- L’Aquila) – Ospedale Sandro Pertini- Università Degli Studi Dell’Aquila | Romano Silvio L’Aquila (L’Aquila) – Università Degli Studi Dell’Aquila | Granatelli Antonino Roma (Roma) – Ospedale Sandro Pertini

INTRODUZIONE: Nelle endocarditi correlate ai dispositivi cardiaci impiantabili, così come nelle infezioni della tasca presumibilmente isolate, è raccomandata una terapia antibiotica prolungata e la rimozione completa dell’hardware in classe I. Nell’8-14% dei pazienti sottoposti ad estrazione transvenosa di elettrocateteri (TLE), si riscontrano all’ecocardiogramma residui di guaine fibrose che incapsulavano i dispositivi intracardiaci, denominati ghosts.

CASO CLINICO: Un uomo di 72 anni, cardiopatico ischemico, accede in Pronto Soccorso per febbre persistente. Dall’anamnesi emerge un pregresso espianto di CRT-D per infezione della tasca sottoclaveare sinistra, con reimpianto di CRT-P a destra, in considerazione del recupero della frazione di eiezione. All’ingresso si presenta piretico con segni di flogosi della tasca del generatore e emocolture positive per Staphylococcus Aureus Meticillina resistente. Un ecocardiogramma transesofageo (ETE) esclude vegetazioni a carico degli apparati valvolari e degli elettrocateteri. Il paziente inizia l’antibioticoterapia e si sottopone all’estrazione completa del device. L’ecocardiogramma post estrazione mostra la presenza di un’immagine lineare di circa 2,5 cm nel ventricolo destro, da riferirsi a ghost di fibrina del catetere rimosso. Durante il ricovero, il monitoraggio ECG rileva fasi di BAV 2:1. Dato l’elevato rischio infettivo, è posta indicazione ad impianto di un pacemaker leadless, posticipando l’intervento al termine delle 4 settimane di antibioticoterapia, previe emocolture di controllo per abbattere il rischio infettivo residuo.

DISCUSSIONE: La persistenza di residui fibrosi dopo TLE è stata variamente descritta negli ultimi anni, ma non è chiaro se questi siano predittori di aumentata mortalità. Le attuali linee guida sul management terapeutico dei pazienti con endocardite infettiva e dipendenza da pacemaker non sono chiare sulle tempistiche del reimpianto, in un setting di ghost potenzialmente infettivo. Le comorbilità cliniche giocano un ruolo cruciale sulla prognosi dei pazienti, specialmente se combinate con infezioni sistemiche. 

CONCLUSIONI: Un follow-up ecocardiografico è consigliato e doveroso per rilevare la scomparsa di ghost nei pazienti sottoposti ad espianto a causa di una infezione device correlata. Infatti, un rapido processo di dissoluzione della fibrina solitamente ha luogo quando lo stimolo trombogenico viene rimosso.