Un uomo di 39 anni di origini filippine veniva ricoverato per dispnea ed edemizzazione declive da circa un mese, a cui si associava uno stabile movimento enzimatico(TnT 128>78>115 ng/dl), un profilo infiammatorio fluttuante senza richiamo d’organo e una funzione epatica alterata. L’ecocardio confermava il quadro di scompenso cardiaco(HF) in un contesto di ipertrofia eccentrica del ventricolo sinistro, ipocinesia diffusa e severa riduzione della funzione globale. Pur in assenza di un tipico dolore toracico, la presenza di plurimi fattori di rischio cardiovascolare(CV)(DM2, fumo, dislipidemia) e di pregresso potus, così come il riscontro di diffuse alterazioni della ripolarizzazione ventricolare all’ECG, suggerivano una prima ipotesi diagnostica all’origine dell’HF quale ischemica o multifattoriale. Dopo riscontro di coronaropatia trivasale critica alla coronarografia e di un nodulo polmonare alla TC torace, una risonanza magnetica cardiaca(CMR) confermava un quadro di grave HF ad evoluzione dilatativa con diffusa iperintensità di segnale di parete nelle sequenze STIR e aree di LGE patchy diffuso intramiocardico e subepicardico interpretato come non ischemico. Alla possibile origine ischemica si sovrapponeva, quindi, una forma di malattia infiammatoria, con ipotesi diagnostiche quali sarcoidotica o miocarditica. I test di screening principali (dosaggio di ACE e profilo immunologico-infettivo) risultavano negativi, ma una PET/TC confermava uno stato infiammatorio diffuso a livello cardiaco seppur in assenza di lesioni focali ipercaptanti di natura evolutiva. Esclusa quindi la sarcoidosi, veniva eseguita una biopsia endomiocardica (BEM) tuttavia non conclusiva. A fronte di tali riscontri, grazie ad una più scrupolosa anamnesi, emergeva un dato inatteso: una lunga storia di abuso di shaboo, una metanfetamina(MDMA) particolarmente diffusa nella comunità filippina, con molteplici ripercussioni sul sistema CV tra cui la MDMA-associated cardiomyopathy(MACM), quadro compatibile con i reperti di CMR e BEM. Dopo ottimizzazione terapeutica e discussione in Heart Team, il paziente veniva candidato a bypass aortocoronarico. Così grazie alla corretta definizione diagnostica e al trattamento dei fattori scatenanti l’HF si assisteva a netto miglioramento clinico e della funzione VS (FE 45%). Il follow-up consentirà di valutare l’evoluzione delle alterazioni riscontrate alla CMR e documentare una possibile reversibilità della MACM dopo protratta astensione dall’uso di MDMA.