Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

SHOCK CARDIOGENO A FENOTIPO ISCHEMICO SECONDARIO A TACHICARDIA VENTRICOLARE INCESSANTE: QUANDO UNA RETE PER LO SHOCK E’ ESSENZIALE

Corticelli Alfredo Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Centola Marco Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Spina Marianna Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Spinelli Monica Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | De Carlini Caterina Chiara Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Moro Claudio Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Loffreno Antonella Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Ruggiero Donatella Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Provenzale Giovanni Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Aurino Leonardo Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Russo Gerarda Viviana Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi | Achilli Felice Desio (Monza Brianza) – Ospedale Pio Xi

Paziente di 55aa si presenta in PS con quadro di STEMI anteriore esteso, complicato da edema polmonare acuto. ECG: tachicardia sinusale, onde Q in V1-V3, sopraslivellamento ST >2mm V2-V6. All’ecocardiogramma “point of care”: acinesia di apice e parete anterolaterale con severa riduzione della funzione contrattile (LVEF 30%). Trattato con CPAP, duplice antiaggregazione, diuretico; è stato avviato a coronarografia urgente, con evidenza di malattia trivasale ed occlusione di IVA prossimale, trattata con angioplastica e due stents medicati. A 48 dal ricovero in UTIC il Paziente sviluppava quadro di shock “misto” (IC↓ RVS↓ WP↑), sostenuto sia dalla disfunzione cardiaca severa che da complicanza settica, che richiedeva inotropi e terapia antibiotica mirata (noradrenalina 0,02 gamma/Kg/min e piperacillina/tazobactam). A 96 ore si assisteva ad un recupero di funzione contrattile e dell’emodinamica (IC da 1,8 a 2,7). Svezzato da inotropi, iniziava terapia con basso dosaggio di ace-inibitore, betabloccante, antialdosteronico.

In 7ª giornata di ricovero, in apparente assenza di “trigger” ischemici e/o elettrolitici, il Paziente sviluppava uno “storm aritmico” con tachicardie ventricolari sostenute incessanti. Le aritmie persistevano nonostante antiaritmici (solfato di magnesio, amiodarone, lidocaina), IOT, sedazione, ventilazione meccanica. Trasferito in Cath Lab per rivalutazione angiografica, previo posizionamento di IABP e stimolatore temporaneo per overdrive, completava la rivascolarizzazione delle lesioni residue. Nonostante tali provvedimenti, dopo oltre 1 ora di assistenza (ABLS) e, costatata la persistenza di TVS recidivanti, veniva contattato centro di terzo livello per supporto VA-ECMO inside, con il quale si aveva una progressiva stabilizzazione clinica e –concomitantemente– una progressiva riduzione delle tachicardie ventricolari. Il supporto ECMO è stato necessario per oltre 7gg, per il persistere dello storm aritmico. Successivo lento svezzamento con stabilizzazione del Paziente, che è stato successivamente impiantato con AICD. La funzione contrattile residua è risultata moderatamente depressa (LVEF40%) nonostante CPR protratta, senza danni cognitivi residui.

In una rete strutturata per lo Shock Cardiogeno, il centro Hub con uno “shock team” dedicato, deve prevedere la possibilità di supporto ECMO in Centro spoke.