Per circa 2 mesi (dal 13 gennaio al 15 marzo 2022) la nostra divisione di Utic-cardiologia (spoke) del P.O. “San Giovanni di Dio” di Frattamaggiore (NA) ha assunto il ruolo di Utic Covid per l’ASL Napoli 2 Nord.
Abbiamo pertanto analizzato i dati relativi ai pazienti ricoverati nella nostra divisione da gennaio ad agosto, selezionati in base alla presenza di infezione da SARS-COV2 all’ingresso, ed abbiamo notato alcune sostanziali differenze tra le due popolazioni.
I pazienti ricoverati con Covid avevano età media più alta (73 vs 66,3 anni) ed il loro ricovero era in media più lungo (9 gg vs 6,5), con differenze sia nella percentuale di pazienti ricoverati per infarto (46,4% nei pazienti non-Covid vs 34% nei pazienti Covid) che nella tipologia di infarto: infatti tra i pazienti Covid giunti in reparto con diagnosi di infarto gli STEMI erano più numerosi ( 53,3% vs 15,7 dei non-Covid ). Questo può essere motivato dal fatto che nel periodo in cui abbiamo svolto il ruolo di Utic Covid abbiamo accettato anche pazienti con STEMI che altrimenti sarebbero stati ricoverati in utic HUB.
I pazienti covid, inoltre, presentavano in maggior misura altre patologie croniche: in particolare il diabete (40,8% dei pazienti Covid e 18,4% dei non-covid) e lo scompenso cardiaco (54,5% nei Covid vs 38,9% nei non Covid).
Abbiamo infine esaminato i dati relativi alla mortalità intraospedaliera ed a 6 mesi, ed anche qui risultano sostanziali differenze: 16 dei 44 pazienti ricoverati con covid (36% del totale) dei pazienti sono morti entro 6 mesi dal ricovero (18,1% in ospedale), mentre tra i malati non-covid la mortalità a 6 mesi risultava del 7% e quella intraospedaliera era del 2%. In dettaglio, la differenza di mortalità tra i due gruppi di pazienti ricoverati per infarto è ancor più marcata, in quanto tra i Covid la mortalità a 6 mesi è del 33,3% mentre tra i non-covid è del 2,2%. Ancora il gruppo di pazienti Covid deceduti risultava essere affetto da diabete in percentuale decisamente maggiore rispetto ai deceduti non covid (56% vs 28,6%)
Questi dati provengono da un campione molto piccolo ma tuttavia indicano che la contemporanea infezione da SARS-COV2 peggiora in maniera drammatica la prognosi dei pazienti che normalmente afferiscono ai reparti di Utic- Cardiologia, e che alcune patologie associate incidono in maniera ancora più significativa sulla prognosi.