Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

Postinfarct cardiac free wall rupture detected by cardiac CT.

Berloni Maria Letizia Ferrara (Ferrara) – Arcispedale Sant’Anna-Ferrara | Tonet Elisabetta Ferrara (Ferrara) – Arcispedale Sant’Anna-Ferrara | Campo Gianluca Ferrara (Ferrara) – Arcispedale Sant’Anna-Ferrara | Guardigli Gabriele Ferrara (Ferrara) – Arcispedale Sant’Anna-Ferrara

Uomo, 57 anni.

Fattori di rischio cardiovascolare: ipertensione arteriosa, fumatore attivo.

Anamnesi cardiovascolare silente.

Il paziente entrava in Pronto Soccorso per insorgenza di dispnea e angor persistente da alcuni giorni e all’ECG emergeva un sopraslivellamento del tratto ST in sede inferolaterale con onde Q omosede. All’ecoscopia eseguita in Pronto Soccorso: ventricolo sinistro non dilatato con acinesia infero-postero-laterale, FE moderatamente ridotta (40%) in assenza di valvulopatie significative. Si evidenziava inoltre la presenza di versamento pericardico con fenomeni organizzativi, il quale poneva il dubbio di versamento pericardico pretamponante.

Il paziente veniva pertanto condotto con urgenza in sala di emodinamica dove alla coronarografia si riscontrava malattia trivasale calcifica con occlusione del tratto medio di Cx databile di alcuni giorni prima.

Nel frattempo comparivano i primi segni di instabilità emodinamica e di shock cardiogeno del paziente che rendevano necessario l’utilizzo del contropulsatore aortico e veniva inoltre ripetuta l’ecoscopia che evidenziava nuovamente la presenza di versamento pericardico organizzato in apparente peggioramento.

La concomitante presenza di segni di infarto tardivo, versamento pericardico e il quadro di shock cardiogeno ci fanno sospettare una rottura di cuore e il paziente veniva quindi sottoposto a TC torace con e senza mezzo di contrasto che segnalava reperti suggestivi di rottura cardiaca tamponata del ventricolo sinistro.

Il paziente veniva quindi trasportato in urgenza nelle sale della Cardiochirurgia dove si procedeva ad intervento di riparazione della parete inferiore. Dopo l’intervento cardiochirurgico di patch della parete inferiore il paziente è stato nuovamente traferito presso l'Unità di Terapia Intensiva dove è stato in breve tempo mobilizzato e dimesso senza complicanze. Persisteva un residuo di versamento pericardico non emodinamicamente significativo e si programmava la rivascolarizzazione ad un mese dalla dimissione.

In conclusione la rottura di cuore rappresenta una complicanza meccanica dell’infarto che nonostante si presenti in un numero molto limitato di casi, si caratterizza per conseguenze catastrofiche inevitabili con una prognosi molto spesso infausta.

Una diagnosi rapida e tempestiva rappresenta l’unica arma che abbiamo a nostra disposizione e la TC costituisce ad oggi uno strumento di diagnosi fondamentale.