Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P223

CARDIOPATIA DILATATIVA IN CORSO DI IPERTIROIDISMO

F. Follesa, S. Cherubini, F. Castelli, L. De Luca, L. GioffrÈ, A. Ciolli
CATTEDRA DI CARDIOLOGIA, FACOLTA? DI MEDICINA E PSICOLOGIA, UNIVERSITA? LA SAPIENZA, ROMA , UOSD CARDIOLOGIA D'URGENZA OSPEDALE S.PERTINI ROMA, UOSD CARDIOLOGIA D'URGENZA OSPEDALE S.PERTINI ROMA, UOSD CARDIOLOGIA D'URGENZA OSPEDALE S.PERTINI ROMA, UOSD CARDIOLOGIA D'URGENZA OSPEDALE S.PERTINI ROMA, UOSD CARDIOLOGIA D'URGENZA OSPEDALE S.PERTINI ROMA

L’ipertiroidismo può incidere in maniera importante sulla funzione cardiaca. La tireotossicosi aumenta il metabolismo dei miocardiociti e può determinare sia uno scompenso iperdinamico a frazione di eiezione conservata che un’importante dilatazione ventricolare sinistra con severa riduzione della contrattilità. Può inoltre indurre aritmie, soprattutto fibrillazione atriale ma, come nel nostro caso, anche aritmie ventricolari.   Portiamo il caso di una paziente di 40 anni che accedeva presso il nostro pronto soccorso per dolore toracico. L’ECG mostrava scarsa progressione dell’onda R nelle precordiali, e la troponina I era negativa, all’ecocardiogramma severa disfunzione ventricolare sinistra con ipocinesia globale (FE 35%), ventricolo sinistro dilatato (DTD 65mm) e insufficienza mitralica moderata da dilatazione dell’annulus. Gli esami ematici mostravano severo ipertiroidismo con TSH indosabile, FT3 13,45 pg/ml, FT4 3,4 pg/ml e un’ecografia tiroidea evidenziava multiple formazioni nodulari solide ipo-isoecogene. La coronarografia non mostrava lesioni significative e la risonanza magnetica cardiaca confermava la severa disfunzione contrattile e mostrava ipetrabecolatura medio-apicale e della parete laterale compatibile con non compattazione miocardica. Nel sospetto di una cardiopatia dilatativa secondaria all’ipertiroidismo veniva iniziata terapia con metimazolo, Ace-inibitore e propranololo. Poiché il monitoraggio telemetrico evidenziava frequenti episodi di tachicardia ventricolare non sostenuta, la più lunga di 22 secondi, si preferiva dimettere la paziente con dispositivo defibrillatore indossabile, che veniva tenuto un mese senza mai intervenire. Dopo circa due mesi di terapia veniva ripetuto ecocardiogramma che mostrava parziale miglioramento della funzione contrattile (FE 45%), e parziale miglioramento dell’ipertiroidismo. All’Holter ECG non si evidenziavano aritmie di rilievo e la paziente si manteneva asintomatica.   Da un confronto con la letteratura è emerso come, benché raro, una cardiopatia dilatativa a ridotta frazione di eiezione possa complicare un quadro di ipertiroidismo. Esclusa la causa ischemica, è molto importante trattare tempestivamente la tireotossicosi, poiché non sempre la disfunzione sistolica può essere reversibile. Nel nostro caso, a due mesi di distanza, la contrattilità non è ancora del tutto ristabilita, mentre è emersa chiaramente una diminuzione delle aritmie.