Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P219

IL CONCETTO DI PROPORZIONALITÀ È SUFFICIENTE NELLA SELEZIONE DEI PAZIENTI CANDIDATI A VALVULOPLASTICA MITRALICA PERCUTANEA? UN CASO CLINICO.

C. Carassia, M. Mennuni, A. Degiovanni, S. De Vecchi, R. Erbetta, G. Patti
AOU MAGGIORE DELLA CARITA’ , AOU MAGGIORE DELLA CARITA’, AOU MAGGIORE DELLA CARITA’, AOU MAGGIORE DELLA CARITA’

L’insufficienza mitralica (IM) secondaria è un rigurgito con lembi valvolari intatti. È dovuta all’alterazione della geometria del ventricolo sinistro nel contesto di una cardiopatia dilatativa. I risultati contrastanti emersi dai trail MITRA-FR e COAPT hanno generato interesse nell’individuazione di componenti “primitive” dell’IM secondaria. Gli studi di Garland et al. hanno evidenziato l’esistenza di una relazione lineare tra Effective Regurgitant Orifice (ERO) mitralico e volume telediastolico del ventricolo sinistro (LVEDV) nel caso di un’IM puramente secondaria, che hanno definito “proporzionata”; nel caso in cui invece l’ERO sia superiore a quanto atteso sulla base della dilatazione ventricolare sottostante, l’IM viene definita “sproporzionata” e, in quanto tale, potenzialmente trattabile con valvuloplastica transcatetere.

Presentiamo il caso di una donna di 75 anni affetta da cardiopatia dilatativa post-ischemica, nota dal 2008. Dal 2021 veniva ricoverata in più occasioni per scompenso cardiaco, accompagnato da sintomi di ipoperfusione quali IRA su IRC e ipotensione arteriosa. L’ETE mostrava una severa disfunzione ventricolare e una moderata dilatazione del ventricolo sinistro (FE 19%, LVEDVi 90 ml/m2), un’IM severa secondaria (ERO 0,27 cm2, VC 0,67 cm, RV 45 ml). La paziente veniva sottoposta a valvuloplastica percutanea edge-to-edge con impianto di un device Edwards Pascal a livello di A2-P2, con buon risultato finale e una lieve IM residua.

Basandosi sul modello di Garland, la valvulopatia della nostra paziente sarebbe stata considerata proporzionata e, di conseguenza, non meritevole di intervento percutaneo. La rimozione del rigurgito ha migliorato non solo la classe funzionale della paziente (passata da NYHA IV a NYHA II-III in sei mesi), ma anche la funzione sistolica e la perfusione periferica; ciò ha permesso l’avvio del Sacubitril/Valsartan, prima impedito dall’ipotensione. In conclusione, il modello di classificazione binaria basata sulla proporzionalità ha il vantaggio di essere intuitivo e di individuare immediatamente le IM “primary-like”, che potrebbero beneficiare del trattamento transcatetere. D’altro canto però il modello di Garland non sembra spiegare completamente la complessità dell’apparato valvolare mitralico e dei meccanismi patogenetici dell’IM proporzionata, rendendo necessaria un’ulteriore ultrastratificazione dei pazienti, al fine di identificare i migliori candidati al trattamento transcatetere.L’insufficienza mitralica (IM) secondaria è un rigurgito con lembi valvolari intatti. È dovuta all’alterazione della geometria del ventricolo sinistro nel contesto di una cardiopatia dilatativa. I risultati contrastanti emersi dai trail MITRA-FR e COAPT hanno generato interesse nell’individuazione di componenti “primitive” dell’IM secondaria. Gli studi di Garland et al. hanno evidenziato l’esistenza di una relazione lineare tra Effective Regurgitant Orifice (ERO) mitralico e volume telediastolico del ventricolo sinistro (LVEDV) nel caso di un’IM puramente secondaria, che hanno definito “proporzionata”; nel caso in cui invece l’ERO sia superiore a quanto atteso sulla base della dilatazione ventricolare sottostante, l’IM viene definita “sproporzionata” e, in quanto tale, potenzialmente trattabile con valvuloplastica transcatetere.

Presentiamo il caso di una donna di 75 anni affetta da cardiopatia dilatativa post-ischemica, nota dal 2008. Dal 2021 veniva ricoverata in più occasioni per scompenso cardiaco, accompagnato da sintomi di ipoperfusione quali IRA su IRC e ipotensione arteriosa. L’ETE mostrava una severa disfunzione ventricolare e una moderata dilatazione del ventricolo sinistro (FE 19%, LVEDVi 90 ml/m2), un’IM severa secondaria (ERO 0,27 cm2, VC 0,67 cm, RV 45 ml). La paziente veniva sottoposta a valvuloplastica percutanea edge-to-edge con impianto di un device Edwards Pascal a livello di A2-P2, con buon risultato finale e una lieve IM residua.

Basandosi sul modello di Garland, la valvulopatia della nostra paziente sarebbe stata considerata proporzionata e, di conseguenza, non meritevole di intervento percutaneo. La rimozione del rigurgito ha migliorato non solo la classe funzionale della paziente (passata da NYHA IV a NYHA II-III in sei mesi), ma anche la funzione sistolica e la perfusione periferica; ciò ha permesso l’avvio del Sacubitril/Valsartan, prima impedito dall’ipotensione. In conclusione, il modello di classificazione binaria basata sulla proporzionalità ha il vantaggio di essere intuitivo e di individuare immediatamente le IM “primary-like”, che potrebbero beneficiare del trattamento transcatetere. D’altro canto però il modello di Garland non sembra spiegare completamente la complessità dell’apparato valvolare mitralico e dei meccanismi patogenetici dell’IM proporzionata, rendendo necessaria un’ulteriore ultrastratificazione dei pazienti, al fine di identificare i migliori candidati al trattamento transcatetere.L’insufficienza mitralica (IM) secondaria è un rigurgito con lembi valvolari intatti. È dovuta all’alterazione della geometria del ventricolo sinistro nel contesto di una cardiopatia dilatativa. I risultati contrastanti emersi dai trail MITRA-FR e COAPT hanno generato interesse nell’individuazione di componenti “primitive” dell’IM secondaria. Gli studi di Garland et al. hanno evidenziato l’esistenza di una relazione lineare tra Effective Regurgitant Orifice (ERO) mitralico e volume telediastolico del ventricolo sinistro (LVEDV) nel caso di un’IM puramente secondaria, che hanno definito “proporzionata”; nel caso in cui invece l’ERO sia superiore a quanto atteso sulla base della dilatazione ventricolare sottostante, l’IM viene definita “sproporzionata” e, in quanto tale, potenzialmente trattabile con valvuloplastica transcatetere.

Presentiamo il caso di una donna di 75 anni affetta da cardiopatia dilatativa post-ischemica, nota dal 2008. Dal 2021 veniva ricoverata in più occasioni per scompenso cardiaco, accompagnato da sintomi di ipoperfusione quali IRA su IRC e ipotensione arteriosa. L’ETE mostrava una severa disfunzione ventricolare e una moderata dilatazione del ventricolo sinistro (FE 19%, LVEDVi 90 ml/m2), un’IM severa secondaria (ERO 0,27 cm2, VC 0,67 cm, RV 45 ml). La paziente veniva sottoposta a valvuloplastica percutanea edge-to-edge con impianto di un device Edwards Pascal a livello di A2-P2, con buon risultato finale e una lieve IM residua.

Basandosi sul modello di Garland, la valvulopatia della nostra paziente sarebbe stata considerata proporzionata e, di conseguenza, non meritevole di intervento percutaneo. La rimozione del rigurgito ha migliorato non solo la classe funzionale della paziente (passata da NYHA IV a NYHA II-III in sei mesi), ma anche la funzione sistolica e la perfusione periferica; ciò ha permesso l’avvio del Sacubitril/Valsartan, prima impedito dall’ipotensione. In conclusione, il modello di classificazione binaria basata sulla proporzionalità ha il vantaggio di essere intuitivo e di individuare immediatamente le IM “primary-like”, che potrebbero beneficiare del trattamento transcatetere. D’altro canto però il modello di Garland non sembra spiegare completamente la complessità dell’apparato valvolare mitralico e dei meccanismi patogenetici dell’IM proporzionata, rendendo necessaria un’ulteriore ultrastratificazione dei pazienti, al fine di identificare i migliori candidati al trattamento transcatetere.