Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P216

L'INDICE DI RESISTENZA RENALE È INDIPENDENTEMENTE ASSOCIATO AL PEGGIORAMENTO DELLA FUNZIONE RENALE DOPO ANGIOGRAFIA CORONARICA

G. Goffredo, R. Barone, V. Di Terlizzi, M. Correale, G. Casavecchia, R. Ieva, A. Cuculo, N. D. Brunetti, M. Iacoviello
POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI, POLICLINICO RIUNITI

BACKGROUND Il termine Sindrome Cardiorenale (SCR) è stato recentemente introdotto per indicare la stretta correlazione tra le malattie cardiovascolari e renali. In questo contesto, l'indice di resistenza renale (IRR) ha dimostrato di essere un parametro utile in grado di rilevare i pazienti a più alto rischio di SCR. Tuttavia, non ci sono dati in merito alla sua capacità di predire il peggioramento della funzione renale (WRF) mediato dalla somministrazione intravascolare di mezzo di contrasto.

SCOPO DELLO STUDIO Valutare il ruolo dell’IRR nel predire la WRF dopo angiografia coronarica.

METODI Sono stati arruolati 115 pazienti (età media 64 anni, 73% maschi, 84% ipertesi, 43% diabetici, 30% con sindrome coronarica acuta, 21% affetti da insufficienza cardiaca cronica, ICC, con una frazione di eiezione ventricolare sinistra media, FEVS, di 51±11) con sospetta malattia coronarica, angina stabile o sindromi coronariche acute che sono stati inviati ad angiografia coronarica (con o senza insufficienza renale preesistente). Tutti i pazienti sono stati sottoposti a visita medica, elettrocardiogramma, valutazione ecocardiografica, degli esami di laboratorio ed ecocolorDoppler arterioso renale utilizzato per calcolare l’IRR. La WRF è stata definita come un aumento della creatinina >0,3 mg/dl e di almeno il 25% rispetto al basale 24-48 ore dopo l'angiografia coronarica.

RISULTATI Dopo angiografia coronarica, 14 (12%) dei pazienti arruolati hanno mostrato WRF. Come mostrato nella tabella, all'analisi di regressione univariata l’IRR basale era associato al WRF, nonché all’età, ad arteriopatia periferica, ICC, fibrillazione atriale, classe NYHA, FEVS, rigurgito mitralico (IM), pressione venosa centrale (PVC), rigurgito tricuspide (IT), velocità di filtrazione glomerulare stimata (sVFG). In un modello di regressione multivariato “stepwise” con inclusione di tutti i predittori univariati, la storia di ICC, la PVC elevata e l’IRR erano gli unici parametri significativamente associati alla WRF.

CONCLUSIONI I nostri risultati dimostrano che nei pazienti sottoposti ad angiografia coronarica, una storia di ICC, PVC elevata e l’IRR sono predittori indipendenti di WRF. L’IRR, ma non la VFG, è indipendentemente associata alla WRF, probabilmente perché fornisce informazioni relative ai meccanismi fisiopatologici cardiorenali che riflettono lo stato emodinamico e la riserva di flusso renale.BACKGROUND Il termine Sindrome Cardiorenale (SCR) è stato recentemente introdotto per indicare la stretta correlazione tra le malattie cardiovascolari e renali. In questo contesto, l'indice di resistenza renale (IRR) ha dimostrato di essere un parametro utile in grado di rilevare i pazienti a più alto rischio di SCR. Tuttavia, non ci sono dati in merito alla sua capacità di predire il peggioramento della funzione renale (WRF) mediato dalla somministrazione intravascolare di mezzo di contrasto.

SCOPO DELLO STUDIO Valutare il ruolo dell’IRR nel predire la WRF dopo angiografia coronarica.

METODI Sono stati arruolati 115 pazienti (età media 64 anni, 73% maschi, 84% ipertesi, 43% diabetici, 30% con sindrome coronarica acuta, 21% affetti da insufficienza cardiaca cronica, ICC, con una frazione di eiezione ventricolare sinistra media, FEVS, di 51±11) con sospetta malattia coronarica, angina stabile o sindromi coronariche acute che sono stati inviati ad angiografia coronarica (con o senza insufficienza renale preesistente). Tutti i pazienti sono stati sottoposti a visita medica, elettrocardiogramma, valutazione ecocardiografica, degli esami di laboratorio ed ecocolorDoppler arterioso renale utilizzato per calcolare l’IRR. La WRF è stata definita come un aumento della creatinina >0,3 mg/dl e di almeno il 25% rispetto al basale 24-48 ore dopo l'angiografia coronarica.

RISULTATI Dopo angiografia coronarica, 14 (12%) dei pazienti arruolati hanno mostrato WRF. Come mostrato nella tabella, all'analisi di regressione univariata l’IRR basale era associato al WRF, nonché all’età, ad arteriopatia periferica, ICC, fibrillazione atriale, classe NYHA, FEVS, rigurgito mitralico (IM), pressione venosa centrale (PVC), rigurgito tricuspide (IT), velocità di filtrazione glomerulare stimata (sVFG). In un modello di regressione multivariato “stepwise” con inclusione di tutti i predittori univariati, la storia di ICC, la PVC elevata e l’IRR erano gli unici parametri significativamente associati alla WRF.

CONCLUSIONI I nostri risultati dimostrano che nei pazienti sottoposti ad angiografia coronarica, una storia di ICC, PVC elevata e l’IRR sono predittori indipendenti di WRF. L’IRR, ma non la VFG, è indipendentemente associata alla WRF, probabilmente perché fornisce informazioni relative ai meccanismi fisiopatologici cardiorenali che riflettono lo stato emodinamico e la riserva di flusso renale.BACKGROUND Il termine Sindrome Cardiorenale (SCR) è stato recentemente introdotto per indicare la stretta correlazione tra le malattie cardiovascolari e renali. In questo contesto, l'indice di resistenza renale (IRR) ha dimostrato di essere un parametro utile in grado di rilevare i pazienti a più alto rischio di SCR. Tuttavia, non ci sono dati in merito alla sua capacità di predire il peggioramento della funzione renale (WRF) mediato dalla somministrazione intravascolare di mezzo di contrasto.

SCOPO DELLO STUDIO Valutare il ruolo dell’IRR nel predire la WRF dopo angiografia coronarica.

METODI Sono stati arruolati 115 pazienti (età media 64 anni, 73% maschi, 84% ipertesi, 43% diabetici, 30% con sindrome coronarica acuta, 21% affetti da insufficienza cardiaca cronica, ICC, con una frazione di eiezione ventricolare sinistra media, FEVS, di 51±11) con sospetta malattia coronarica, angina stabile o sindromi coronariche acute che sono stati inviati ad angiografia coronarica (con o senza insufficienza renale preesistente). Tutti i pazienti sono stati sottoposti a visita medica, elettrocardiogramma, valutazione ecocardiografica, degli esami di laboratorio ed ecocolorDoppler arterioso renale utilizzato per calcolare l’IRR. La WRF è stata definita come un aumento della creatinina >0,3 mg/dl e di almeno il 25% rispetto al basale 24-48 ore dopo l'angiografia coronarica.

RISULTATI Dopo angiografia coronarica, 14 (12%) dei pazienti arruolati hanno mostrato WRF. Come mostrato nella tabella, all'analisi di regressione univariata l’IRR basale era associato al WRF, nonché all’età, ad arteriopatia periferica, ICC, fibrillazione atriale, classe NYHA, FEVS, rigurgito mitralico (IM), pressione venosa centrale (PVC), rigurgito tricuspide (IT), velocità di filtrazione glomerulare stimata (sVFG). In un modello di regressione multivariato “stepwise” con inclusione di tutti i predittori univariati, la storia di ICC, la PVC elevata e l’IRR erano gli unici parametri significativamente associati alla WRF.

CONCLUSIONI I nostri risultati dimostrano che nei pazienti sottoposti ad angiografia coronarica, una storia di ICC, PVC elevata e l’IRR sono predittori indipendenti di WRF. L’IRR, ma non la VFG, è indipendentemente associata alla WRF, probabilmente perché fornisce informazioni relative ai meccanismi fisiopatologici cardiorenali che riflettono lo stato emodinamico e la riserva di flusso renale.