Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P214

RISCHIO INFIAMMATORIO RESIDUO DOPO SINDROME CORONARICA ACUTA E PROGNOSI

A. Toso, M. Leoncini, S. Villani, F. Tropeano, M. Maioli, F. Bellandi
OSPEDALE SANTO STEFANO, OSPEDALE SANTO STEFANO, DIPARTIMENTO DI BIOSTATISTICA – UNIVERSITÀ DI PAVIA, OSPEDALE SANTO STEFANO, OSPEDALE SANTO STEFANO, OSPEDALE SANTO STEFANO

Background: Recenti studi randomizzati hanno dimostrato che un trattamento antinfiammatorio, in associazione alle misure tradizionali di prevenzione secondaria, è in grado di ridurre significativamente la ricorrenza di eventi cardiovascolari. Obiettivo dello studio: Questo studio osservazionale ha valutato la prevalenza del rischio infiammatorio residuo, i possibili fattori predittivi e la sua associazione con la mortalità nei pazienti con sindrome coronaria acuta senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEACS) trattati con statine ad alta intensità. Materiali e Metodi: Dal registro PRATO-ACS Registry (ClinicalTrials.gov ID: NCT04087200) abbiamo selezionato i pazienti con NSTEACS sottoposti a strategia invasiva precoce, trattati con statina ad alta intensità e con controllo clinico e bioumorale dopo 1 mese dall’evento. Abbiamo definito rischio infiammatorio residuo (RIR) una proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-PCR) >2 mg/l. L’associazione tra hs-PCR a 1 mese e mortalità per tutte le cause a 3 anni è stata espressa da hazard ratio (HR) e intervallo di confidenza (95%CI). Risultati: La popolazione era costituita da 739 pazienti (età 68±12 anni, sesso maschile 68.3%, durata media di ricovero 5±2 giorni) trattati con statina (rosuvastatina 20-40 mg o atorvastatina 40-80 mg) all’ingresso in ospedale e con strategia invasiva precoce (74.5% angioplastica coronarica). All’ingresso 525 pazienti (71%) presentavano valori di hs-PCR ≥2 mg/l e 568 (77%) e LDL >100 mg/dl. A un mese la prevalenza di RIR è stata del 58.7%, senza significative differenze tra i pazienti con LDL </>70 mg/dl. I fattori basali predittori indipendenti di RIR sono risultati: il profilo lipidico (LDL >100 mg/dl, HDL<40mg/dl nell’uomo e <50mg/dl nella donna), hs-PCR >2 mg/l, frazione d’eiezione ventricolare sinistra <40% e filtrato glomerulare <60 ml/min/m2. All’analisi multivariata il RIR è risultato predittore indipendente di mortalità a 3 anni (HR=2.15 (95%CI 1.06-4.33; p=0.03)) ma non il colesterolo LDL >70 mg/dl (HR=0.98 95%CI 0.50-1.91; p=0.9) (Figura). Conclusioni: In una popolazione di pazienti con NSTEACS, trattati con statine ad alta intensità e strategia invasiva precoce, la prevalenza di RIR (hs-PCR ≥ 2 mg/l) a un mese dall’evento acuto è elevata (58.7%). Il RIR si associa a un profilo di rischio clinico basale più alto, risultando un predittore di mortalità per tutte le cause a medio-lungo termine indipendente dai valori di LDL raggiunti.