Introduzione: i pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento ST (STEMI) presentano morbilità e mortalità elevata sia in ospedale che a lungo termine. Le comorbilità giocano un ruolo chiave nella prognosi, in particolare l'anemia (preesistente o acquisita) è un elemento clinico sempre più emergente che influenza l'esito clinico. Il ruolo prognostico dell'anemia nei pazienti anziani con STEMI non è completamente chiarito. Scopo del presente studio è valutare il ruolo dell'anemia e la sua terapia mediante implementazione orale di ferro in una popolazione molto anziana di pazienti STEMI.
Metodi: abbiamo considerato pazienti STEMI ricoverati nella nostra Unità di Cura Coronarica (UCC) dal 2020 al 2021 con età > 80 anni (n=120). L'emoglobina (Hb, g/dl) è stata considerata al ricovero (T0), alla dimissione (T1) e dopo 6 mesi (T2). Mortalità intraricovero ed a 1 anno, trattamento mediante PCI primaria, sanguinamenti maggiori (criteri TIMI), necessità di trasfusione, interruzione della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) sono stati considerati e confrontati tra gruppi di pazienti senza e con anemia (gruppo A, Hb < 13,5 per uomini e <12 per le donne a T1) e senza (gruppo NA). L'implementazione del ferro (sucrosomiale o meno) e la sua tollerabilità sono state considerate solo per il gruppo A. I dati sono stati espressi come media ± DS o valori %.
Risultati: 18 pazienti (15%) avevano anemia al T0 (donne 66%), 4 (22%) hanno mostrato un sanguinamento maggiore intraospedaliero (3, 20%, ha richiesto trasfusioni di sangue), la mortalità intraospedaliera era simile tra A e NA (18% vs 17%). 16 (14%) presentavano una lieve anemia a T1 (14%, gruppo A), l'età media era aa 86±4. In A 4 (25%) sono deceduti durante il follow-up contro 11 (13%) nel gruppo NA durante il follow-up. In A 20% ha interrotto DAPT (10%in NA). Nel gruppo A 16 pazienti sono stati dimessi con indicazione a terapia marziale a lungo termine, 6 dei quali con sucrosomiale. L'incidenza dell'interruzione del trattamento con ferro è stata del 16% (1 pt) per il sucrosomiale rispetto al 50% (5 pt) per il non sucrosomiale.
Conclusioni: nei pazienti anziani STEMI, 1) anemia in ospedale correla coi sanguinamenti maggiori in ospedale e la necessità di trasfusioni di sangue. 2) anemia alla dimissione influenza l'interruzione della DAPT e la mortalità a lungo termine. 3) l'uso di ferro sucrosomiale riduce la probabilità di interruzione della terapia.Introduzione: i pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento ST (STEMI) presentano morbilità e mortalità elevata sia in ospedale che a lungo termine. Le comorbilità giocano un ruolo chiave nella prognosi, in particolare l'anemia (preesistente o acquisita) è un elemento clinico sempre più emergente che influenza l'esito clinico. Il ruolo prognostico dell'anemia nei pazienti anziani con STEMI non è completamente chiarito. Scopo del presente studio è valutare il ruolo dell'anemia e la sua terapia mediante implementazione orale di ferro in una popolazione molto anziana di pazienti STEMI.
Metodi: abbiamo considerato pazienti STEMI ricoverati nella nostra Unità di Cura Coronarica (UCC) dal 2020 al 2021 con età > 80 anni (n=120). L'emoglobina (Hb, g/dl) è stata considerata al ricovero (T0), alla dimissione (T1) e dopo 6 mesi (T2). Mortalità intraricovero ed a 1 anno, trattamento mediante PCI primaria, sanguinamenti maggiori (criteri TIMI), necessità di trasfusione, interruzione della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) sono stati considerati e confrontati tra gruppi di pazienti senza e con anemia (gruppo A, Hb < 13,5 per uomini e <12 per le donne a T1) e senza (gruppo NA). L'implementazione del ferro (sucrosomiale o meno) e la sua tollerabilità sono state considerate solo per il gruppo A. I dati sono stati espressi come media ± DS o valori %.
Risultati: 18 pazienti (15%) avevano anemia al T0 (donne 66%), 4 (22%) hanno mostrato un sanguinamento maggiore intraospedaliero (3, 20%, ha richiesto trasfusioni di sangue), la mortalità intraospedaliera era simile tra A e NA (18% vs 17%). 16 (14%) presentavano una lieve anemia a T1 (14%, gruppo A), l'età media era aa 86±4. In A 4 (25%) sono deceduti durante il follow-up contro 11 (13%) nel gruppo NA durante il follow-up. In A 20% ha interrotto DAPT (10%in NA). Nel gruppo A 16 pazienti sono stati dimessi con indicazione a terapia marziale a lungo termine, 6 dei quali con sucrosomiale. L'incidenza dell'interruzione del trattamento con ferro è stata del 16% (1 pt) per il sucrosomiale rispetto al 50% (5 pt) per il non sucrosomiale.
Conclusioni: nei pazienti anziani STEMI, 1) anemia in ospedale correla coi sanguinamenti maggiori in ospedale e la necessità di trasfusioni di sangue. 2) anemia alla dimissione influenza l'interruzione della DAPT e la mortalità a lungo termine. 3) l'uso di ferro sucrosomiale riduce la probabilità di interruzione della terapia.Introduzione: i pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento ST (STEMI) presentano morbilità e mortalità elevata sia in ospedale che a lungo termine. Le comorbilità giocano un ruolo chiave nella prognosi, in particolare l'anemia (preesistente o acquisita) è un elemento clinico sempre più emergente che influenza l'esito clinico. Il ruolo prognostico dell'anemia nei pazienti anziani con STEMI non è completamente chiarito. Scopo del presente studio è valutare il ruolo dell'anemia e la sua terapia mediante implementazione orale di ferro in una popolazione molto anziana di pazienti STEMI.
Metodi: abbiamo considerato pazienti STEMI ricoverati nella nostra Unità di Cura Coronarica (UCC) dal 2020 al 2021 con età > 80 anni (n=120). L'emoglobina (Hb, g/dl) è stata considerata al ricovero (T0), alla dimissione (T1) e dopo 6 mesi (T2). Mortalità intraricovero ed a 1 anno, trattamento mediante PCI primaria, sanguinamenti maggiori (criteri TIMI), necessità di trasfusione, interruzione della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) sono stati considerati e confrontati tra gruppi di pazienti senza e con anemia (gruppo A, Hb < 13,5 per uomini e <12 per le donne a T1) e senza (gruppo NA). L'implementazione del ferro (sucrosomiale o meno) e la sua tollerabilità sono state considerate solo per il gruppo A. I dati sono stati espressi come media ± DS o valori %.
Risultati: 18 pazienti (15%) avevano anemia al T0 (donne 66%), 4 (22%) hanno mostrato un sanguinamento maggiore intraospedaliero (3, 20%, ha richiesto trasfusioni di sangue), la mortalità intraospedaliera era simile tra A e NA (18% vs 17%). 16 (14%) presentavano una lieve anemia a T1 (14%, gruppo A), l'età media era aa 86±4. In A 4 (25%) sono deceduti durante il follow-up contro 11 (13%) nel gruppo NA durante il follow-up. In A 20% ha interrotto DAPT (10%in NA). Nel gruppo A 16 pazienti sono stati dimessi con indicazione a terapia marziale a lungo termine, 6 dei quali con sucrosomiale. L'incidenza dell'interruzione del trattamento con ferro è stata del 16% (1 pt) per il sucrosomiale rispetto al 50% (5 pt) per il non sucrosomiale.
Conclusioni: nei pazienti anziani STEMI, 1) anemia in ospedale correla coi sanguinamenti maggiori in ospedale e la necessità di trasfusioni di sangue. 2) anemia alla dimissione influenza l'interruzione della DAPT e la mortalità a lungo termine. 3) l'uso di ferro sucrosomiale riduce la probabilità di interruzione della terapia.Introduzione: i pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento ST (STEMI) presentano morbilità e mortalità elevata sia in ospedale che a lungo termine. Le comorbilità giocano un ruolo chiave nella prognosi, in particolare l'anemia (preesistente o acquisita) è un elemento clinico sempre più emergente che influenza l'esito clinico. Il ruolo prognostico dell'anemia nei pazienti anziani con STEMI non è completamente chiarito. Scopo del presente studio è valutare il ruolo dell'anemia e la sua terapia mediante implementazione orale di ferro in una popolazione molto anziana di pazienti STEMI.
Metodi: abbiamo considerato pazienti STEMI ricoverati nella nostra Unità di Cura Coronarica (UCC) dal 2020 al 2021 con età > 80 anni (n=120). L'emoglobina (Hb, g/dl) è stata considerata al ricovero (T0), alla dimissione (T1) e dopo 6 mesi (T2). Mortalità intraricovero ed a 1 anno, trattamento mediante PCI primaria, sanguinamenti maggiori (criteri TIMI), necessità di trasfusione, interruzione della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) sono stati considerati e confrontati tra gruppi di pazienti senza e con anemia (gruppo A, Hb < 13,5 per uomini e <12 per le donne a T1) e senza (gruppo NA). L'implementazione del ferro (sucrosomiale o meno) e la sua tollerabilità sono state considerate solo per il gruppo A. I dati sono stati espressi come media ± DS o valori %.
Risultati: 18 pazienti (15%) avevano anemia al T0 (donne 66%), 4 (22%) hanno mostrato un sanguinamento maggiore intraospedaliero (3, 20%, ha richiesto trasfusioni di sangue), la mortalità intraospedaliera era simile tra A e NA (18% vs 17%). 16 (14%) presentavano una lieve anemia a T1 (14%, gruppo A), l'età media era aa 86±4. In A 4 (25%) sono deceduti durante il follow-up contro 11 (13%) nel gruppo NA durante il follow-up. In A 20% ha interrotto DAPT (10%in NA). Nel gruppo A 16 pazienti sono stati dimessi con indicazione a terapia marziale a lungo termine, 6 dei quali con sucrosomiale. L'incidenza dell'interruzione del trattamento con ferro è stata del 16% (1 pt) per il sucrosomiale rispetto al 50% (5 pt) per il non sucrosomiale.
Conclusioni: nei pazienti anziani STEMI, 1) anemia in ospedale correla coi sanguinamenti maggiori in ospedale e la necessità di trasfusioni di sangue. 2) anemia alla dimissione influenza l'interruzione della DAPT e la mortalità a lungo termine. 3) l'uso di ferro sucrosomiale riduce la probabilità di interruzione della terapia.Introduzione: i pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento ST (STEMI) presentano morbilità e mortalità elevata sia in ospedale che a lungo termine. Le comorbilità giocano un ruolo chiave nella prognosi, in particolare l'anemia (preesistente o acquisita) è un elemento clinico sempre più emergente che influenza l'esito clinico. Il ruolo prognostico dell'anemia nei pazienti anziani con STEMI non è completamente chiarito. Scopo del presente studio è valutare il ruolo dell'anemia e la sua terapia mediante implementazione orale di ferro in una popolazione molto anziana di pazienti STEMI.
Metodi: abbiamo considerato pazienti STEMI ricoverati nella nostra Unità di Cura Coronarica (UCC) dal 2020 al 2021 con età > 80 anni (n=120). L'emoglobina (Hb, g/dl) è stata considerata al ricovero (T0), alla dimissione (T1) e dopo 6 mesi (T2). Mortalità intraricovero ed a 1 anno, trattamento mediante PCI primaria, sanguinamenti maggiori (criteri TIMI), necessità di trasfusione, interruzione della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) sono stati considerati e confrontati tra gruppi di pazienti senza e con anemia (gruppo A, Hb < 13,5 per uomini e <12 per le donne a T1) e senza (gruppo NA). L'implementazione del ferro (sucrosomiale o meno) e la sua tollerabilità sono state considerate solo per il gruppo A. I dati sono stati espressi come media ± DS o valori %.
Risultati: 18 pazienti (15%) avevano anemia al T0 (donne 66%), 4 (22%) hanno mostrato un sanguinamento maggiore intraospedaliero (3, 20%, ha richiesto trasfusioni di sangue), la mortalità intraospedaliera era simile tra A e NA (18% vs 17%). 16 (14%) presentavano una lieve anemia a T1 (14%, gruppo A), l'età media era aa 86±4. In A 4 (25%) sono deceduti durante il follow-up contro 11 (13%) nel gruppo NA durante il follow-up. In A 20% ha interrotto DAPT (10%in NA). Nel gruppo A 16 pazienti sono stati dimessi con indicazione a terapia marziale a lungo termine, 6 dei quali con sucrosomiale. L'incidenza dell'interruzione del trattamento con ferro è stata del 16% (1 pt) per il sucrosomiale rispetto al 50% (5 pt) per il non sucrosomiale.
Conclusioni: nei pazienti anziani STEMI, 1) anemia in ospedale correla coi sanguinamenti maggiori in ospedale e la necessità di trasfusioni di sangue. 2) anemia alla dimissione influenza l'interruzione della DAPT e la mortalità a lungo termine. 3) l'uso di ferro sucrosomiale riduce la probabilità di interruzione della terapia.Introduzione: i pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento ST (STEMI) presentano morbilità e mortalità elevata sia in ospedale che a lungo termine. Le comorbilità giocano un ruolo chiave nella prognosi, in particolare l'anemia (preesistente o acquisita) è un elemento clinico sempre più emergente che influenza l'esito clinico. Il ruolo prognostico dell'anemia nei pazienti anziani con STEMI non è completamente chiarito. Scopo del presente studio è valutare il ruolo dell'anemia e la sua terapia mediante implementazione orale di ferro in una popolazione molto anziana di pazienti STEMI.
Metodi: abbiamo considerato pazienti STEMI ricoverati nella nostra Unità di Cura Coronarica (UCC) dal 2020 al 2021 con età > 80 anni (n=120). L'emoglobina (Hb, g/dl) è stata considerata al ricovero (T0), alla dimissione (T1) e dopo 6 mesi (T2). Mortalità intraricovero ed a 1 anno, trattamento mediante PCI primaria, sanguinamenti maggiori (criteri TIMI), necessità di trasfusione, interruzione della doppia terapia antipiastrinica (DAPT) sono stati considerati e confrontati tra gruppi di pazienti senza e con anemia (gruppo A, Hb < 13,5 per uomini e <12 per le donne a T1) e senza (gruppo NA). L'implementazione del ferro (sucrosomiale o meno) e la sua tollerabilità sono state considerate solo per il gruppo A. I dati sono stati espressi come media ± DS o valori %.
Risultati: 18 pazienti (15%) avevano anemia al T0 (donne 66%), 4 (22%) hanno mostrato un sanguinamento maggiore intraospedaliero (3, 20%, ha richiesto trasfusioni di sangue), la mortalità intraospedaliera era simile tra A e NA (18% vs 17%). 16 (14%) presentavano una lieve anemia a T1 (14%, gruppo A), l'età media era aa 86±4. In A 4 (25%) sono deceduti durante il follow-up contro 11 (13%) nel gruppo NA durante il follow-up. In A 20% ha interrotto DAPT (10%in NA). Nel gruppo A 16 pazienti sono stati dimessi con indicazione a terapia marziale a lungo termine, 6 dei quali con sucrosomiale. L'incidenza dell'interruzione del trattamento con ferro è stata del 16% (1 pt) per il sucrosomiale rispetto al 50% (5 pt) per il non sucrosomiale.
Conclusioni: nei pazienti anziani STEMI, 1) anemia in ospedale correla coi sanguinamenti maggiori in ospedale e la necessità di trasfusioni di sangue. 2) anemia alla dimissione influenza l'interruzione della DAPT e la mortalità a lungo termine. 3) l'uso di ferro sucrosomiale riduce la probabilità di interruzione della terapia.