Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P211

OUTCOME A LUNGO TERMINE DI PAZIENTI CON INFARTO MIOCARDICO ACUTO CON SOPRASLIVELLAMENTO DEL TRATTO ST E SHOCK CARDIOGENO SOTTOPOSTI AD ANGIOPLASTICA PRIMARIA

S. Frattini, G. Maccagni, G. B. Danzi
UO CARDIOLOGIA ASST CREMONA – OSPEDALE DI CREMONA, UO CARDIOLOGIA ASST CREMONA – OSPEDALE DI CREMONA, UO CARDIOLOGIA ASST CREMONA- OSPEDALE DI CREMONA

Introduzione: Ad oggi vi sono pochi dati riguardanti l’outcome a lungo termine dei pazienti con shock cardiogeno sottoposti ad angioplastica primaria nel contesto clinico di un infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Lo scopo di questo studio è stato valutare la mortalità nel lungo termine dei pazienti sopravvissuti allo STEMI che sono stati trattati con angioplastica primaria, in base alla presenza di shock cardiogeno in fase acuta.

Metodi: Abbiamo analizzato i dati di follow-up a lungo termine in una casistica di pazienti consecutivi ricoverati presso la nostra Unità operativa con diagnosi di STEMI e sottoposti ad angioplastica primaria nel periodo compreso tra il 2009 e il 2019.

Risultati: Dei 1288 pazienti ricoverati con diagnosi di STEMI, 1137 sono stati sottoposti ad angioplastica primaria e in 111 pazienti (9.8%) si è verificata la complicanza dello shock cardiogeno. Il tasso di mortalità intraospedaliera è stato del 5.6%: rispettivamente del 2.9% e del 30.6% in quelli senza e con shock cardiogeno (P < 0,001). I 1073 pazienti sopravvissuti alla fase acuta sono stati seguiti per un follow-up della durata di 9+5 anni. I sopravvissuti allo STEMI con shock cardiogeno avevano un profilo clinico più severo ed erano andati incontro ad un maggior numero di complicanze durante il ricovero ospedaliero. La sopravvivenza a lungo termine è stata del 75.6% nei pazienti con shock cardiogeno rispetto all’84% in quelli senza shock (P < 0.05). I pazienti sottoposti a rivascolarizzazione completa in corso di procedura indice hanno avuto una sopravvivenza simile agli altri pazienti con shock cardiogeno (tasso di sopravvivenza 75% vs 75.4%, P = ns).

Conclusioni: Lo shock cardiogeno nello STEMI determina un aumentato rischio di morte sia durante la fase ospedaliera sia nel follow-up a lungo termine: la rivascolarizzazione completa al momento della procedura indice non sembra offrire alcun beneficio aggiuntivo sull’outcome.Introduzione: Ad oggi vi sono pochi dati riguardanti l’outcome a lungo termine dei pazienti con shock cardiogeno sottoposti ad angioplastica primaria nel contesto clinico di un infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Lo scopo di questo studio è stato valutare la mortalità nel lungo termine dei pazienti sopravvissuti allo STEMI che sono stati trattati con angioplastica primaria, in base alla presenza di shock cardiogeno in fase acuta.

Metodi: Abbiamo analizzato i dati di follow-up a lungo termine in una casistica di pazienti consecutivi ricoverati presso la nostra Unità operativa con diagnosi di STEMI e sottoposti ad angioplastica primaria nel periodo compreso tra il 2009 e il 2019.

Risultati: Dei 1288 pazienti ricoverati con diagnosi di STEMI, 1137 sono stati sottoposti ad angioplastica primaria e in 111 pazienti (9.8%) si è verificata la complicanza dello shock cardiogeno. Il tasso di mortalità intraospedaliera è stato del 5.6%: rispettivamente del 2.9% e del 30.6% in quelli senza e con shock cardiogeno (P < 0,001). I 1073 pazienti sopravvissuti alla fase acuta sono stati seguiti per un follow-up della durata di 9+5 anni. I sopravvissuti allo STEMI con shock cardiogeno avevano un profilo clinico più severo ed erano andati incontro ad un maggior numero di complicanze durante il ricovero ospedaliero. La sopravvivenza a lungo termine è stata del 75.6% nei pazienti con shock cardiogeno rispetto all’84% in quelli senza shock (P < 0.05). I pazienti sottoposti a rivascolarizzazione completa in corso di procedura indice hanno avuto una sopravvivenza simile agli altri pazienti con shock cardiogeno (tasso di sopravvivenza 75% vs 75.4%, P = ns).

Conclusioni: Lo shock cardiogeno nello STEMI determina un aumentato rischio di morte sia durante la fase ospedaliera sia nel follow-up a lungo termine: la rivascolarizzazione completa al momento della procedura indice non sembra offrire alcun beneficio aggiuntivo sull’outcome.Introduzione: Ad oggi vi sono pochi dati riguardanti l’outcome a lungo termine dei pazienti con shock cardiogeno sottoposti ad angioplastica primaria nel contesto clinico di un infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Lo scopo di questo studio è stato valutare la mortalità nel lungo termine dei pazienti sopravvissuti allo STEMI che sono stati trattati con angioplastica primaria, in base alla presenza di shock cardiogeno in fase acuta.

Metodi: Abbiamo analizzato i dati di follow-up a lungo termine in una casistica di pazienti consecutivi ricoverati presso la nostra Unità operativa con diagnosi di STEMI e sottoposti ad angioplastica primaria nel periodo compreso tra il 2009 e il 2019.

Risultati: Dei 1288 pazienti ricoverati con diagnosi di STEMI, 1137 sono stati sottoposti ad angioplastica primaria e in 111 pazienti (9.8%) si è verificata la complicanza dello shock cardiogeno. Il tasso di mortalità intraospedaliera è stato del 5.6%: rispettivamente del 2.9% e del 30.6% in quelli senza e con shock cardiogeno (P < 0,001). I 1073 pazienti sopravvissuti alla fase acuta sono stati seguiti per un follow-up della durata di 9+5 anni. I sopravvissuti allo STEMI con shock cardiogeno avevano un profilo clinico più severo ed erano andati incontro ad un maggior numero di complicanze durante il ricovero ospedaliero. La sopravvivenza a lungo termine è stata del 75.6% nei pazienti con shock cardiogeno rispetto all’84% in quelli senza shock (P < 0.05). I pazienti sottoposti a rivascolarizzazione completa in corso di procedura indice hanno avuto una sopravvivenza simile agli altri pazienti con shock cardiogeno (tasso di sopravvivenza 75% vs 75.4%, P = ns).

Conclusioni: Lo shock cardiogeno nello STEMI determina un aumentato rischio di morte sia durante la fase ospedaliera sia nel follow-up a lungo termine: la rivascolarizzazione completa al momento della procedura indice non sembra offrire alcun beneficio aggiuntivo sull’outcome.Introduzione: Ad oggi vi sono pochi dati riguardanti l’outcome a lungo termine dei pazienti con shock cardiogeno sottoposti ad angioplastica primaria nel contesto clinico di un infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Lo scopo di questo studio è stato valutare la mortalità nel lungo termine dei pazienti sopravvissuti allo STEMI che sono stati trattati con angioplastica primaria, in base alla presenza di shock cardiogeno in fase acuta.

Metodi: Abbiamo analizzato i dati di follow-up a lungo termine in una casistica di pazienti consecutivi ricoverati presso la nostra Unità operativa con diagnosi di STEMI e sottoposti ad angioplastica primaria nel periodo compreso tra il 2009 e il 2019.

Risultati: Dei 1288 pazienti ricoverati con diagnosi di STEMI, 1137 sono stati sottoposti ad angioplastica primaria e in 111 pazienti (9.8%) si è verificata la complicanza dello shock cardiogeno. Il tasso di mortalità intraospedaliera è stato del 5.6%: rispettivamente del 2.9% e del 30.6% in quelli senza e con shock cardiogeno (P < 0,001). I 1073 pazienti sopravvissuti alla fase acuta sono stati seguiti per un follow-up della durata di 9+5 anni. I sopravvissuti allo STEMI con shock cardiogeno avevano un profilo clinico più severo ed erano andati incontro ad un maggior numero di complicanze durante il ricovero ospedaliero. La sopravvivenza a lungo termine è stata del 75.6% nei pazienti con shock cardiogeno rispetto all’84% in quelli senza shock (P < 0.05). I pazienti sottoposti a rivascolarizzazione completa in corso di procedura indice hanno avuto una sopravvivenza simile agli altri pazienti con shock cardiogeno (tasso di sopravvivenza 75% vs 75.4%, P = ns).

Conclusioni: Lo shock cardiogeno nello STEMI determina un aumentato rischio di morte sia durante la fase ospedaliera sia nel follow-up a lungo termine: la rivascolarizzazione completa al momento della procedura indice non sembra offrire alcun beneficio aggiuntivo sull’outcome.Introduzione: Ad oggi vi sono pochi dati riguardanti l’outcome a lungo termine dei pazienti con shock cardiogeno sottoposti ad angioplastica primaria nel contesto clinico di un infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Lo scopo di questo studio è stato valutare la mortalità nel lungo termine dei pazienti sopravvissuti allo STEMI che sono stati trattati con angioplastica primaria, in base alla presenza di shock cardiogeno in fase acuta.

Metodi: Abbiamo analizzato i dati di follow-up a lungo termine in una casistica di pazienti consecutivi ricoverati presso la nostra Unità operativa con diagnosi di STEMI e sottoposti ad angioplastica primaria nel periodo compreso tra il 2009 e il 2019.

Risultati: Dei 1288 pazienti ricoverati con diagnosi di STEMI, 1137 sono stati sottoposti ad angioplastica primaria e in 111 pazienti (9.8%) si è verificata la complicanza dello shock cardiogeno. Il tasso di mortalità intraospedaliera è stato del 5.6%: rispettivamente del 2.9% e del 30.6% in quelli senza e con shock cardiogeno (P < 0,001). I 1073 pazienti sopravvissuti alla fase acuta sono stati seguiti per un follow-up della durata di 9+5 anni. I sopravvissuti allo STEMI con shock cardiogeno avevano un profilo clinico più severo ed erano andati incontro ad un maggior numero di complicanze durante il ricovero ospedaliero. La sopravvivenza a lungo termine è stata del 75.6% nei pazienti con shock cardiogeno rispetto all’84% in quelli senza shock (P < 0.05). I pazienti sottoposti a rivascolarizzazione completa in corso di procedura indice hanno avuto una sopravvivenza simile agli altri pazienti con shock cardiogeno (tasso di sopravvivenza 75% vs 75.4%, P = ns).

Conclusioni: Lo shock cardiogeno nello STEMI determina un aumentato rischio di morte sia durante la fase ospedaliera sia nel follow-up a lungo termine: la rivascolarizzazione completa al momento della procedura indice non sembra offrire alcun beneficio aggiuntivo sull’outcome.Introduzione: Ad oggi vi sono pochi dati riguardanti l’outcome a lungo termine dei pazienti con shock cardiogeno sottoposti ad angioplastica primaria nel contesto clinico di un infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Lo scopo di questo studio è stato valutare la mortalità nel lungo termine dei pazienti sopravvissuti allo STEMI che sono stati trattati con angioplastica primaria, in base alla presenza di shock cardiogeno in fase acuta.

Metodi: Abbiamo analizzato i dati di follow-up a lungo termine in una casistica di pazienti consecutivi ricoverati presso la nostra Unità operativa con diagnosi di STEMI e sottoposti ad angioplastica primaria nel periodo compreso tra il 2009 e il 2019.

Risultati: Dei 1288 pazienti ricoverati con diagnosi di STEMI, 1137 sono stati sottoposti ad angioplastica primaria e in 111 pazienti (9.8%) si è verificata la complicanza dello shock cardiogeno. Il tasso di mortalità intraospedaliera è stato del 5.6%: rispettivamente del 2.9% e del 30.6% in quelli senza e con shock cardiogeno (P < 0,001). I 1073 pazienti sopravvissuti alla fase acuta sono stati seguiti per un follow-up della durata di 9+5 anni. I sopravvissuti allo STEMI con shock cardiogeno avevano un profilo clinico più severo ed erano andati incontro ad un maggior numero di complicanze durante il ricovero ospedaliero. La sopravvivenza a lungo termine è stata del 75.6% nei pazienti con shock cardiogeno rispetto all’84% in quelli senza shock (P < 0.05). I pazienti sottoposti a rivascolarizzazione completa in corso di procedura indice hanno avuto una sopravvivenza simile agli altri pazienti con shock cardiogeno (tasso di sopravvivenza 75% vs 75.4%, P = ns).

Conclusioni: Lo shock cardiogeno nello STEMI determina un aumentato rischio di morte sia durante la fase ospedaliera sia nel follow-up a lungo termine: la rivascolarizzazione completa al momento della procedura indice non sembra offrire alcun beneficio aggiuntivo sull’outcome.