Paziente uomo di 59 anni si è recato presso un Pronto Soccorso di periferia lamentando dolore toracico oppressivo, non continuo, irradiato al braccio sinistro da un paio d’ore; è stato rilevato incremento dei valori di Troponina HS e lieve sopralivellamento del tratto ST in D3. Trasferito presso la nostra Unità Coronarica, è stato sottoposto a due angiografie coronariche, la prima ha mirato al trattamento della “culprit lesion” e la seconda al completamento della rivascolarizzazione. Gestione. All’ecocardiogramma normale frazione d’eiezione del ventricolo sinistro (FEVS) con acinesia di segmenti in territorio della coronaria destra (CDx). La prima coronarografia ha mostrato stenosi eccentrica (80%) della CDx distale con trombosi endoluminale; difetto di opacizzazione intraluminale del tronco comune (TC) valutato con tomografia a coerenza ottica che ha evidenziato rottura di placca con trombosi; calcificazioni con multiple stenosi lungo tutto il decorso dell’interventricolare anteriore (IVA). É stata iniziata infusione con antagonisti del recettore della glicoproteina IIb/IIIa e siamo stati costretti a trattare primariamente il TC con stent medicato e successivamente la “culprit lesion” nella CDx con angioplastica e due stent medicati complicati da trombosi intrastent trattata con trombectomia meccanica e reolitica. Sette giorni dopo è stata eseguita aterectomia rotazionale sulle lesioni calcifiche dell’IVA complicata da trombosi intrastent del TC. Si incorre in arresto cardio-polmonare ed il dispositivo di assistenza ventricolare Impella è stato posizionato. Ottimizzato lo stent sul TC, è stato posizionato un ulteriore stent medicato. Otto giorni dopo all’ecocardiogramma riscontro di FEVS 37% con ipo-acinesia dell’apice e dei segmenti della CDx. Discussione. Il perseguimento immediato della completa rivascolarizzazione percutanea in paziente affetto da NSTEMI con quadro angiografico caratterizzato da coronaropatia multivasale sarebbe la migliore opzione. Nel nostro caso, tale completezza non è stata ottenibile nella prima procedura a causa del riscontro della placca instabile del TC che ha necessitato l’impianto di stent medicato e che avrebbe reso troppo rischiosa la rivascolarizzazione sull’IVA. Da un punto di vista prettamente tecnico, poteva essere opportuno attendere un mese per il completamento della rivascolarizzazione sull’IVA in modo da avere una parziale riendotelizzazione dello stent sul TC e minimizzare il rischio di dislocamento dello stesso.