Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P2

IMPATTO DELL'ABLAZIONE TRANSCATETERE NELLO STORM ARITMICO: ESPERIENZA DEL NOSTRO CENTRO

A. Cutolo, A. Bellin, A. Antonucci, G. Cavalli , P. China , L. Quinto , R. Vitale , S. Themistoclakis
OSPEDALE DELL’ANGELO DI MESTRE , OSPEDALE DELL’ANGELO DI MESTRE , OSPEDALE DELL’ANGELO , OSPEDALE DELL’ANGELO , OSPEDALE DELL’ANGELO , OSPEDALE DELL’ANGELO , OSPEDALE DELL’ANGELO , OSPEDALE DELL’ANGELO

Background: Lo storm aritmico (SA) è un'emergenza medica che richiede una gestione multidisciplinare che include l'uso di farmaci antiaritmici, sedazione e supporto circolatorio meccanico, così come l'ablazione transcatetere (AT), procedura che sta guadagnando sempre maggiore rilevanza nella pratica clinica, supportata da evidenze scientifiche. Obiettivi e metodi: si tratta di uno studio retrospettivo osservazionale dei paziente ricoverati per SA presso la Cardiologia dell'Ospedale dell'Angelo di Mestre dal 2016 al 2021. L'endopoint primario era valutare l'incidenza di recidive aritmiche e i relativi predittori clinici; l'endpoint secondario era l'endpoint combinato di morte, impianto di LVAD o trapianto cardiaco. AT di successo era definita come nessuna inducibilità di tachicardia ventricolare (TV) a fine procedura. Risultati: dei 74 pazienti totali, 56 sono stati sottoposti ad ablazione, mentre negli altri 18 è stata applicata sola terapia medica. Ad un follow-up mediano di 10 mesi (range 4-36 mesi), l'incidenza di recidiva aritmica è stata del 39.1% e lo SA è recidivato nell'11% dei pazienti; l'incidenza dell'endpoint secondario è stata del 20.2%. L'uso di beta-bloccanti (85% vs 100%, p=0.025) e ablazione di successo (60% vs 88.6%, p=0.021) erano associati a minor recidive aritmiche. All'analisi multivariata, l'ablazione di successo era un predittore indipendente di sopravvivenza libera da recidive aritmiche (HR 0.32, [0.11-0.94], p=0.039) e da shock di ICD (HR 0.087, [0.02-0.37], p=0.001). Shock di ICD all'ingresso (8.06 ± 9.8 vs 3.18 ± 4.24, p=0.005), classe NYHA III-IV (46.6% vs 5%, p=0.001), terapia medica piuttosto che AT (53.3% vs 83%, p=0.031), shock di ICD durante il follow-up (53.3% vs 18,6%, p=0.004) e recidiva di SA (33.3% vs 10.1%, p=0.039) erano associati ad aumentata incidenza di endpoint secondario. Conclusioni: nella nostra esperienza di pazienti ricoverati per storm aritmico, l'ablazione era predittore di sopravvivenza libera da recidive aritmiche e, riducendo gli shock di ICD, potrebbe avere un ruolo nel miglioramento della qualità di vita e nella prognosi. L'ablazione era un predittore indipendente di ridotta incidenza di morte, impianto di LVAD o trapianto cardiaco, ma questo risultato potrebbe rispecchiare una maggiore severità della malattia cardiaca di base dei pazienti non ablati piuttosto che un reale beneficio dell'ablazione sulla mortalità. 

 Background: Lo storm aritmico (SA) è un'emergenza medica che richiede una gestione multidisciplinare che include l'uso di farmaci antiaritmici, sedazione e supporto circolatorio meccanico, così come l'ablazione transcatetere (AT), procedura che sta guadagnando sempre maggiore rilevanza nella pratica clinica, supportata da evidenze scientifiche. Obiettivi e metodi: si tratta di uno studio retrospettivo osservazionale dei paziente ricoverati per SA presso la Cardiologia dell'Ospedale dell'Angelo di Mestre dal 2016 al 2021. L'endopoint primario era valutare l'incidenza di recidive aritmiche e i relativi predittori clinici; l'endpoint secondario era l'endpoint combinato di morte, impianto di LVAD o trapianto cardiaco. AT di successo era definita come nessuna inducibilità di tachicardia ventricolare (TV) a fine procedura. Risultati: dei 74 pazienti totali, 56 sono stati sottoposti ad ablazione, mentre negli altri 18 è stata applicata sola terapia medica. Ad un follow-up mediano di 10 mesi (range 4-36 mesi), l'incidenza di recidiva aritmica è stata del 39.1% e lo SA è recidivato nell'11% dei pazienti; l'incidenza dell'endpoint secondario è stata del 20.2%. L'uso di beta-bloccanti (85% vs 100%, p=0.025) e ablazione di successo (60% vs 88.6%, p=0.021) erano associati a minor recidive aritmiche. All'analisi multivariata, l'ablazione di successo era un predittore indipendente di sopravvivenza libera da recidive aritmiche (HR 0.32, [0.11-0.94], p=0.039) e da shock di ICD (HR 0.087, [0.02-0.37], p=0.001). Shock di ICD all'ingresso (8.06 ± 9.8 vs 3.18 ± 4.24, p=0.005), classe NYHA III-IV (46.6% vs 5%, p=0.001), terapia medica piuttosto che AT (53.3% vs 83%, p=0.031), shock di ICD durante il follow-up (53.3% vs 18,6%, p=0.004) e recidiva di SA (33.3% vs 10.1%, p=0.039) erano associati ad aumentata incidenza di endpoint secondario. Conclusioni: nella nostra esperienza di pazienti ricoverati per storm aritmico, l'ablazione era predittore di sopravvivenza libera da recidive aritmiche e, riducendo gli shock di ICD, potrebbe avere un ruolo nel miglioramento della qualità di vita e nella prognosi. L'ablazione era un predittore indipendente di ridotta incidenza di morte, impianto di LVAD o trapianto cardiaco, ma questo risultato potrebbe rispecchiare una maggiore severità della malattia cardiaca di base dei pazienti non ablati piuttosto che un reale beneficio dell'ablazione sulla mortalità. 

 Background: Lo storm aritmico (SA) è un'emergenza medica che richiede una gestione multidisciplinare che include l'uso di farmaci antiaritmici, sedazione e supporto circolatorio meccanico, così come l'ablazione transcatetere (AT), procedura che sta guadagnando sempre maggiore rilevanza nella pratica clinica, supportata da evidenze scientifiche. Obiettivi e metodi: si tratta di uno studio retrospettivo osservazionale dei paziente ricoverati per SA presso la Cardiologia dell'Ospedale dell'Angelo di Mestre dal 2016 al 2021. L'endopoint primario era valutare l'incidenza di recidive aritmiche e i relativi predittori clinici; l'endpoint secondario era l'endpoint combinato di morte, impianto di LVAD o trapianto cardiaco. AT di successo era definita come nessuna inducibilità di tachicardia ventricolare (TV) a fine procedura. Risultati: dei 74 pazienti totali, 56 sono stati sottoposti ad ablazione, mentre negli altri 18 è stata applicata sola terapia medica. Ad un follow-up mediano di 10 mesi (range 4-36 mesi), l'incidenza di recidiva aritmica è stata del 39.1% e lo SA è recidivato nell'11% dei pazienti; l'incidenza dell'endpoint secondario è stata del 20.2%. L'uso di beta-bloccanti (85% vs 100%, p=0.025) e ablazione di successo (60% vs 88.6%, p=0.021) erano associati a minor recidive aritmiche. All'analisi multivariata, l'ablazione di successo era un predittore indipendente di sopravvivenza libera da recidive aritmiche (HR 0.32, [0.11-0.94], p=0.039) e da shock di ICD (HR 0.087, [0.02-0.37], p=0.001). Shock di ICD all'ingresso (8.06 ± 9.8 vs 3.18 ± 4.24, p=0.005), classe NYHA III-IV (46.6% vs 5%, p=0.001), terapia medica piuttosto che AT (53.3% vs 83%, p=0.031), shock di ICD durante il follow-up (53.3% vs 18,6%, p=0.004) e recidiva di SA (33.3% vs 10.1%, p=0.039) erano associati ad aumentata incidenza di endpoint secondario. Conclusioni: nella nostra esperienza di pazienti ricoverati per storm aritmico, l'ablazione era predittore di sopravvivenza libera da recidive aritmiche e, riducendo gli shock di ICD, potrebbe avere un ruolo nel miglioramento della qualità di vita e nella prognosi. L'ablazione era un predittore indipendente di ridotta incidenza di morte, impianto di LVAD o trapianto cardiaco, ma questo risultato potrebbe rispecchiare una maggiore severità della malattia cardiaca di base dei pazienti non ablati piuttosto che un reale beneficio dell'ablazione sulla mortalità.