Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P199

LA PROCALCITONINA PREDICE LE INFEZIONI BATTERICHE NEI PAZIENTI CON SINDROME CORONARICA ACUTA, MA NON GLI EVENTI AVVERSI A LUNGO TERMINE.

G. Fabbri, R. Pavasini, F. Marchini, N. Bianchi, G. Campo, G. Guardigli
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA, AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA, AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA, AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA, AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA, AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA

BACKGROUND: La procalcitonina (PCT) è una proteina di fase acuta i cui livelli plasmatici aumentano anche nell'infiammazione sterile. Per questo motivo, il suo ruolo nel contesto della sindrome coronarica acuta (SCA) sarebbe duplice: come marker di infezione e anche come indicatore di infiammazione generica. Valori elevati di PCT sono stati correlati ad una prognosi peggiore nei pazienti con shock cardiogeno. Se i valori della PCT siano in grado di predire il rischio di infezioni batteriche e gli eventi avversi a lungo termine nei pazienti con sindromi coronariche acute è stato invece meno indagato.  

 

METODI: sono stati arruolati consecutivamente pazienti con diagnosi di SCA e con dosaggio di PCT effettuato durante le prime 24 ore di ricovero. L'outcome primario era l'insorgenza di un'infezione batterica definita come comparsa di febbre e la presenza di almeno una coltura ematica o urinaria positiva con segni clinici di infezione. L’outcome secondario era il verificarsi durante il follow up a 1 anno di almeno un evento tra mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio.

 

RISULTATI: complessivamente sono stati arruolati 569 pazienti (età media 69,37±14 anni, 30% di sesso femminile): 44 (8%) soddisfacevano i criteri per l’outcome primario. Età, sesso femminile, abitudine al fumo, frequenza cardiaca, pressione arteriosa sistolica (SBP), insufficienza cardiaca dopo il ricovero, angiografia coronarica, emoglobina, clearance della creatinina e PCT al di sopra del valore di cut-off sono risultati come predittori dell'outcome primario. Dopo l'analisi multivariata, PCT e SBP sono risultati predittori indipendenti di infezioni batteriche (OR per PCT al di sopra del cut-off 2,67, IC 95% 1,09–6,53, p=0,032; OR per SBP 0,98, IC 95% 0,97–0,99, p=0,043). Durante il follow-up di 1 anno, l'evento composito di morte per tutte le cause, infarto miocardico e ictus si è verificato in 104 pazienti (18%). I valori di PCT non sono risultati un predittore indipendente dell’outcome secondario.

 

CONCLUSIONI: nei pazienti con SCA, i livelli di PCT al momento del ricovero sono un predittore indipendente di infezione batterica ma non dell'outcome composito a lungo termine di mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio.BACKGROUND: La procalcitonina (PCT) è una proteina di fase acuta i cui livelli plasmatici aumentano anche nell'infiammazione sterile. Per questo motivo, il suo ruolo nel contesto della sindrome coronarica acuta (SCA) sarebbe duplice: come marker di infezione e anche come indicatore di infiammazione generica. Valori elevati di PCT sono stati correlati ad una prognosi peggiore nei pazienti con shock cardiogeno. Se i valori della PCT siano in grado di predire il rischio di infezioni batteriche e gli eventi avversi a lungo termine nei pazienti con sindromi coronariche acute è stato invece meno indagato.  

 

METODI: sono stati arruolati consecutivamente pazienti con diagnosi di SCA e con dosaggio di PCT effettuato durante le prime 24 ore di ricovero. L'outcome primario era l'insorgenza di un'infezione batterica definita come comparsa di febbre e la presenza di almeno una coltura ematica o urinaria positiva con segni clinici di infezione. L’outcome secondario era il verificarsi durante il follow up a 1 anno di almeno un evento tra mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio.

 

RISULTATI: complessivamente sono stati arruolati 569 pazienti (età media 69,37±14 anni, 30% di sesso femminile): 44 (8%) soddisfacevano i criteri per l’outcome primario. Età, sesso femminile, abitudine al fumo, frequenza cardiaca, pressione arteriosa sistolica (SBP), insufficienza cardiaca dopo il ricovero, angiografia coronarica, emoglobina, clearance della creatinina e PCT al di sopra del valore di cut-off sono risultati come predittori dell'outcome primario. Dopo l'analisi multivariata, PCT e SBP sono risultati predittori indipendenti di infezioni batteriche (OR per PCT al di sopra del cut-off 2,67, IC 95% 1,09–6,53, p=0,032; OR per SBP 0,98, IC 95% 0,97–0,99, p=0,043). Durante il follow-up di 1 anno, l'evento composito di morte per tutte le cause, infarto miocardico e ictus si è verificato in 104 pazienti (18%). I valori di PCT non sono risultati un predittore indipendente dell’outcome secondario.

 

CONCLUSIONI: nei pazienti con SCA, i livelli di PCT al momento del ricovero sono un predittore indipendente di infezione batterica ma non dell'outcome composito a lungo termine di mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio.BACKGROUND: La procalcitonina (PCT) è una proteina di fase acuta i cui livelli plasmatici aumentano anche nell'infiammazione sterile. Per questo motivo, il suo ruolo nel contesto della sindrome coronarica acuta (SCA) sarebbe duplice: come marker di infezione e anche come indicatore di infiammazione generica. Valori elevati di PCT sono stati correlati ad una prognosi peggiore nei pazienti con shock cardiogeno. Se i valori della PCT siano in grado di predire il rischio di infezioni batteriche e gli eventi avversi a lungo termine nei pazienti con sindromi coronariche acute è stato invece meno indagato.  

 

METODI: sono stati arruolati consecutivamente pazienti con diagnosi di SCA e con dosaggio di PCT effettuato durante le prime 24 ore di ricovero. L'outcome primario era l'insorgenza di un'infezione batterica definita come comparsa di febbre e la presenza di almeno una coltura ematica o urinaria positiva con segni clinici di infezione. L’outcome secondario era il verificarsi durante il follow up a 1 anno di almeno un evento tra mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio.

 

RISULTATI: complessivamente sono stati arruolati 569 pazienti (età media 69,37±14 anni, 30% di sesso femminile): 44 (8%) soddisfacevano i criteri per l’outcome primario. Età, sesso femminile, abitudine al fumo, frequenza cardiaca, pressione arteriosa sistolica (SBP), insufficienza cardiaca dopo il ricovero, angiografia coronarica, emoglobina, clearance della creatinina e PCT al di sopra del valore di cut-off sono risultati come predittori dell'outcome primario. Dopo l'analisi multivariata, PCT e SBP sono risultati predittori indipendenti di infezioni batteriche (OR per PCT al di sopra del cut-off 2,67, IC 95% 1,09–6,53, p=0,032; OR per SBP 0,98, IC 95% 0,97–0,99, p=0,043). Durante il follow-up di 1 anno, l'evento composito di morte per tutte le cause, infarto miocardico e ictus si è verificato in 104 pazienti (18%). I valori di PCT non sono risultati un predittore indipendente dell’outcome secondario.

 

CONCLUSIONI: nei pazienti con SCA, i livelli di PCT al momento del ricovero sono un predittore indipendente di infezione batterica ma non dell'outcome composito a lungo termine di mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio.