La comparsa di blocco AV totale nei pazienti con stenosi valvolare aortica è un evento abbastanza frequente e l'impianto di un pacemaker bicamerale è la terapia di scelta per questi casi. Presentiamo il caso di un paziente di 84 anni, iperteso, diabetico, ricoverato con un quadro di scompenso cardiaco in corso di anemia grave da ulcera duodenale sanguinante (Hb < 7g/dl); trattato con emotrasfusioni, inibitori di pompa protonica e trattamento endoscopico dell'ulcera con stabilizzazione clinica. Presentava però un quadro di blocco AV di terzo grado, con ritmo di scappamento a QRS stretto di circa 45 bpm, ed all'ecocardiogramma una valvola aortica molfo calcifica con stenosi di grado severo (flusso 4m/s, area 0,9 cmq) (fig1-2), con insufficienza mitralica moderata e funzione sistolica conservata (FE 60%). E' stato pertanto sottoposto ad impianto di pacemaker bicamerale. Nelle ore successive alla procedura, con frequenza cardiaca aumentata a 90 bpm e corretto sincronismo AV, il paziente ha presentato un episodio di edema polmonare acuto, trattato con diuretico, ossigeno e nitroderivati, con iniziale miglioramento clinico ma successiva nuova instabilizzazione; all'ecocardiogramma peggioramento della funzione sistolica da dissinergia settale secondaria a elettrostimolazione e un peggioramento del grado di insufficienza mitralica, ora severo (fig 3). Il quadro si è stabilizzato definitivamente solo dopo aver cambiato la programmazione del pacemaker in VVI 40 (modalita' sentinella). Il paziente ha ripetutamente rifiutato le indicazioni ad intervento di sostituzione della valvola aortica, ed è stato pertanto in seguito dimesso con terapia medica di supporto, in blocco AV di terzo grado e con un pacemaker bicamerale programmato in VVI sentinella per limitare al minimo l'elettrostimolazione. Dopo un follow up di 24 mesi il paziente rimane in discreto compenso, non è più stato ricoverato, permane il blocco AV di terzo grado con percentuali di stimolazione del PM del 5%. Questo caso clinico evidenzia come l'elettrostimolazione e l'aumento della frequenza cardiaca, in presenza di un ostacolo al'efflusso aortico e di una significativa valvulopatia mitralica, pur ripristinando una corretta sincronia AV, possa determinare una disfunzione sistolica ventricolare sinistra acuta molto insidiosa.