Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

LEADLESS PACEMAKER versus TRANSVENOUS PACEMAKER: L’ALTERNATIVA MIGLIORE PER IL PAZIENTE POST-ESTRATTO

Dentico Alessia Bari (Ba) – A. O. U. C Policlinico Di Bari | Ferrieri Alessandra Bari (Ba) – A. O. U. C. Policlinico Di Bari | Altieri Teresa Bari (Ba) – A. O. U. C. Policlinico Di Bari | Carretta Francesca Maria Roma (Rm) – Università Campus Bio-Medico Di Roma | D’Agostino Carlo Bari (Ba) – A. O. U. C. Policlinico Di Bari | Carretta Domenico Maria Bari (Ba) – A. O. U. C. Policlinico Di Bari

Introduzione: Con l’aumentare delle complicanze associate all’impianto di pacemaker e defibrillatori, è aumentato il numero di pazienti che vanno incontro ad estrazione transvenosa di elettrocateteri in seguito ad infezione degli stessi. Questo studio si pone l’obiettivo di confrontare il follow-up e di valutare l’incidenza di reinfezione tra i pazienti post-estratti reimpiantati con leadless pacemaker ed i pazienti post-estratti reimpiantati con device transvenoso.

Materiali e Metodi: Da dicembre 2016 ad ottobre 2022 nel nostro centro 163 pazienti sono stati sottoposti ad estrazione di elettrocateteri. Di questi pazienti, 24 sono stati successivamente reimpiantati con un leadless pacemaker, mentre 52 con un device tradizionale. In 11 sono invece stati reimpiantati con S-ICD, 3 con un loop recorder; 73 sono i pazienti che, al contrario, dopo rivalutazione cardiologica, o non hanno reimpiantato un nuovo device o sono stati reindirizzati presso il centro di primo impianto. Per ogni paziente è stata valutata l’efficacia del device reimpiantato, la comparsa di eventuali complicanze minori o maggiori, il ripresentarsi di eventuali recidive di infezione.                          

Risultati: Nei 24 pazienti post-estratti sottoposti a reimpianto con leadless pacemaker in nessun caso si è manifestata una recidiva di infezione e/o complicanze associate al device. Nei 52 pazienti post-estratti reimpiantati con device tradizionale, in solo 1 caso si è manifestata una recidiva di infezione (tasso del 0,02%). Se analizziamo meglio quest’ultima classe, vediamo come alcuni di questi in passato avessero già subìto una revisione di tasca o un’estrazione del dispositivo di primo impianto. Un buon numero sono poi i pazienti con elettrocateteri abbandonati presso altro centro e con infezione del nuovo dispositivo.

Conclusioni: L’impianto di leadless PM in pazienti post-estratti, laddove abbiamo pazienti eleggibili ad impianto di tale dispositivo, si è dimostrato una scelta efficace nel ridurre le recidive di reinfezione rispetto alla popolazione di pazienti reimpiantati con device transvenoso. Tuttavia, se consideriamo il basso tasso di reinfezione nei reimpiantati con transvenoso, si può dire che quando si effettua una buona preparazione del paziente ed una corretta profilassi all’impianto, le recidive di infezione sono basse anche se si decide di reimpiantare un device tradizionale.