Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P187

L'EFFETTO DRUCEBO DELLE STATINE: DOVUTO AL PAZIENTE, AL MEDICO O AI MASS MEDIA?

D. Cosmi, S. D'Orazio, B. Mariottoni, B. Tarquini, F. Cosmi
CARDIOLOGIA, OSPEDALE DI GUBBIO-GUALDO TADINO, CARDIOLOGIA, OSPEDALE SANTA MARGHERITA IN VALDICHIANA, CARDIOLOGIA, OSPEDALE SANTA MARGHERITA IN VALDICHIANA, CARDIOLOGIA, OSPEDALE SANTA MARGHERITA IN VALDICHIANA, ISTITUTO DIAGNOSTICO CESALPINO

Negli ultimi anni è stato coniato il termine “effetto drucebo” (drug + nocebo) per indicare l’effetto nocebo attribuibile più alle aspettative del paziente, alle preferenze del medico e alle interferenze dei mass media  che al reale effetto farmacologico. Abbiamo valutato questo effetto in 9.605 pazienti trattati con statine, in prevenzione primaria (27%) e secondaria (73%). In 1.729 pazienti (18%) veniva riferita una presunta intolleranza alle statine con interruzione della terapia da 5 giorni a 4 settimane. In Tabella 1 vengono riportate le cause della presunta intolleranza e il relativo SMIS (Statin Myalgia Index Score). Ai pazienti con mialgia con o senza aumento del CPK e SMIS probabile o possibile veniva consigliato il dimezzamento della dose, con rivalutazione dopo 2-4 settimane. Persistendo la sintomatologia veniva cambiata la statina. Se anche con la seconda statina erano presenti sintomi al paziente veniva consigliato di assumere il farmaco a giorni alterni. Nei pazienti con SMIS improbabile veniva condivisa con il paziente la decisione di riprendere la terapia informandolo dei benefici delle statine su mortalità e morbilità. Una probabile vera intolleranza si riscontrava in 576 pazienti (6% della popolazione complessiva in terapia con statine: 332 con mialgia con o senza aumento del CPK e SMIS probabile, 152 con mialgia e aumento del CPK con SMIS possibile, 46 con aumento asintomatico del CPK, 15 aumento transaminasi, 21 con malessere generale, 10 con depressione grave). Nel 12% dei pazienti, invece, l’interruzione è attribuibile ad un effetto nocebo dovuto sia al paziente sia al medico curante o altro specialista, propensi ad attribuire la sintomatologia indesiderata più al farmaco che ad altri fattori o a ritenerla non emendabile modificando il farmaco o le dosi. Molto frequente è l’interferenza dei mass media. È difficile distinguere una maggiore responsabilità dell’uno o dell’altro. Nei pazienti in terapia con statine è di frequente riscontro un effetto drucebo attribuibile in parte al paziente, in parte al medico e ai mass media, che tendono ad imputare al trattamento con statine i sintomi di origine muscolare ed ad interrompere la terapia senza tener conto dei benefici riguardo la riduzione della mortalità e della morbilità riscontrati in numerosi studi con prove indiscutibili di efficacia e sicurezza. Nel nostro studio una probabile vera intolleranza alle statine è riscontrabile in circa un terzo dei pazienti che riferiscono sintomi.