Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

STUDIO ELETTROFISIOLOGICO TRANSESOFAGEO PER IL FOLLOW UP DI TACHICARDIE PAROSSISTICHE SOPRAVENTRICOLARI NEONATALI

Catucci Silvana Bari (Ba) – Ospedale Pediatrico Giovanni Xxiii | Lombardi Maristella Bari (Ba) – Ospedale Pediatrico Giovanni Xxiii | Maiorano Antonella Bari (Ba) – Ospedale Pediatrico Giovanni Xxiii | Massari Elena Bari (Ba) – Ospedale Pediatrico Giovanni Xxiii | Meliota Giovanni Bari (Ba) – Ospedale Pediatrico Giovanni Xxiii | Pirolo Teodoro Bari (Ba) – Ospedale Pediatrico Giovanni Xxiii | Vairo Ugo Bari (Ba) – Ospedale Pediatrico Giovanni Xxiii

Introduzione: La tachicardia parossistica sopraventricolare (TPS) rappresenta la più comune forma di aritmia in età neonatale. Lo studio elettrofisiologico transesofageo consente di dimostrare l’eventuale persistenza dell’aritmia dopo il primo anno di età. Scopo dello studio: Valutare l’affidabilità dello studio elettrofisiologico transesofageo nel follow up di questi pazienti. Materiali e metodi: Abbiamo osservato retrospettivamente 8 pazienti giunti alla nostra osservazione in età neonatale per TPS. Tutti i pazienti hanno effettuato ecocardiogramma e Holter e sono stati dimessi in terapia farmacologica efficace per il controllo del ritmo (con uno o due farmaci). Hanno poi effettuato follow up con Holter ogni 3 mesi in terapia farmacologica. Al raggiungimento di un anno di età la terapia antiaritmica è stata sospesa ed è stato eseguito uno studio elettrofisiologico transesofageo comprensivo di stimolazione atriale a frequenze crescenti e stimolazione atriale programmata con singolo, doppio e triplo extrastimolo. In caso di inducibilità di TPS la terapia è stata ripresa e lo studio è stato ripetuto dopo un anno in wash out. Risultati: Abbiamo osservato 8 pazienti giunti per TPS in età neonatale. 7 di questi avevano un cuore strutturalmente normale; una paziente presentava coartazione aortica corretta con aortoplastica. Dopo un anno di terapia, 4 pazienti (50%), di cui la metà in duplice terapia (flecainide associata a betabloccante e/o ad amiodarone) risultavano non inducibili; questi pazienti, a cui è stata sospesa definitivamente la terapia, non hanno più presentato episodi aritmici nel follow up. I restanti 4 hanno ripreso la terapia (duplice nella metà dei casi) per un altro anno e successivamente ripetuto lo studio in wash out: di questi una paziente continuava a presentare aritmie (paziente con coartazione aortica corretta); gli altri 3 risultavano non inducibili. Nel successivo follow up, di questi 3 pazienti solo una ha mostrato una recidiva di aritmia. Conclusioni: Lo studio elettrofisiologico transesofageo è una metodica semplice, poco invasiva ed affidabile per identificare soggetti a rischio di recidiva di TPS. La persistenza dell’aritmia nel nostro studio risulta indipendente dal trattamento farmacologico effettuato in mono o duplice terapia. Abbiamo osservato inoltre che in caso di positività dopo un anno di terapia, lo studio può essere ripetuto in seguito consentendo di interrompere la terapia in un secondo momento.