Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P179

DISFUNZIONE DI BIOPROTESI VALVOLARE MITRALICA DA FLAIL DI UN LEMBO

G. Gizzi, S. D'Agostino, V. M. Parato
CARDIOLOGIA OSPEDALE CIVILE MADONNA DEL SOCCORSO, CARDIOLOGIA OSPEDALE CIVILE MADONNA DEL SOCCORSO, CARDIOLOGIA OSPEDALE CIVILE MADONNA DEL SOCCORSO

Introduzione. La degenerazione delle protesi biologiche valvolari è un processo irreversibile determinato da fattori intrinseci (calcificazione, ispessimento, fibrosi dei lembi) od estrinseci (mismatch protesi-paziente, malapposizione, distacco protesico, trombosi, endocardite) che determinano disfunzione emodinamica con frequente necessità di reintervento chirurgico. La durata media di una bioprotesi valvolare si attesta intorno ai dieci anni ma in alcuni casi si può assistere a disfunzione precoce. Caso clinico.  Nel mese di Settembre 2021 accedeva presso il PS del nostro PO una donna di 83 anni sintomatica per dispnea progressivamente ingravescente. In anamnesi: intervento di sostituzione valvolare mitralica mediante bioprotesi nel 2016, ipotiroidismo in terapia sostitutiva. All’ingresso la paziente si presentava vigile, orientata e collaborante. Tachipnoica e dispnoica a riposo. Obiettivamente si apprezzava s­s 3/6 su focolaio mitralico, ss 2/6 su focolaio tricuspidalico. Segni di congestione polmonare. PA 120/80 mmHg. FC 100 bpm, SpO2 88%. Gli esami di laboratorio mostravano incremento dei valori di NTproBNP. All’ECG: ritmo sinusale, FC 96/min, conduzione nei limiti, alterazioni diffuse del recupero come da sovraccarico. L’ecocardiogramma eseguito durante la consulenza cardiologica evidenziava normali dimensioni e contrattilità biventricolari. La protesi biologica mitralica appariva in sede con gradiente transprotesico aumentato (Gp medio 7mmHg) ed evidenza di rigurgito intraprotesico di grado severo. Si riscontrava inoltre insufficienza tricuspidale moderato-severa con PAPs stimata 38 mmHg; la VCI era dilatata ed ipocollassante. Ricoverata in UTIC, veniva eseguito ecocardiogramma trans-esofageo che confermava il riscontro di disfunzione di bioprotesi determinata da insufficienza valvolare mitralica di severa entità in relazione ad eversione del lembo posteriore. La paziente permaneva in condizioni di instabilità emodinamica nonostante terapia medica con peggioramento del quadro respiratorio per cui previo consulto cardiochirurgico veniva intubata e trasferita per intervento trans-catetere di valve-in valve in emergenza. Conclusioni: L’ecocardiografia transesofagea rappresenta la metodica di riferimento nella valutazione delle bioprotesi valvolari: in questo caso ha consentito di evidenziare un inusuale meccanismo di disfunzione di bioprotesi mitralica da completa eversione di un lembo.