Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P140

EFFICACIA E SICUREZZA DELLA CHEMIOTERAPIA CONTENENTE DOXORUBICINA LIPOSOMIALE NON PEGILATA IN PAZIENTI AD ALTO RISCHIO CARDIOVASCOLARE: UN'ESPERIENZA MONOCENTRICA

I. Bisceglia, M. Camilli, R. Mistrulli, D. Cartoni, S. Matera, M. L. Canale, R. Battistini, L. Rigacci, S. Petrolati
OSPEDALE SAN CAMILLO, FONDAZIONE POLICLINICO UNIV. A. GEMELLI, OSPEDALE SANT’ANDREA DI ROMA, OSPEDALE SAN CAMILLO, OSPEDALE S. MARIA GORETTI, NUOVO OSPEDALE VERSILIA, HEMATOLOGY, AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO- FORLANINI, ROME, ITALY, HEMATOLOGY, AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO- FORLANINI, ROME, ITALY, OSPEDALE SAN CAMILLO

Le Antracicline rappresentano l’agente chemioterapico più efficace nel trattamento del linfoma non Hodgkin (LNH), nonostante il loro utilizzo sia limitato a causa del rischio di tossicità cardiaca. Questa si realizza principalmente in pazienti anziani, in coloro che presentano storia di malattia cardiovascolare e/o multipli fattori di rischio concomitanti. La doxorubicina liposomiale ha dimostrato ridurre tale tossicità. 

Lo scopo di questo studio retrospettivo è investigare, in termini di tasso di risposta ematologica e di eventi cardiovascolari, l’uso della doxorubicina liposomiale non peghilata in pazienti ad alto rischio.

In un singolo centro (San Camillo Forlanini di Roma) sono stati consecutivamente raccolti tra Gennaio 2020 e Dicembre 2021, 15 pazienti sottoposti a regime R-COMP (Rituximab, Prednisone, Ciclofosfamide, Vincristina, Doxorubicina liposomiale Myocettm).

L'età media dei pazienti era di 73,9 anni ed il 60% era di sesso maschile. La frazione di eiezione ventricolare sinistra basale risultava del 55,9%; quattro pazienti avevano FE basale <50%, di cui due con significativa riduzione della stessa. L’86,7% dei pazienti era iperteso, il 40% diabetico, il 46,7% dislipidemico ed il 20% con familiarità per malattia cardiovascolare. Di questi, il 46,7% aveva almeno due fattori di rischio concomitanti e il 20% almeno tre. Il 20% dei casi presentava storia di cardiopatia ischemica, il 13,3% pregressa esposizione ad antracicline ed il 20% a radioterapia mediastinica. Il 26,7% presentava valvulopatia aortica medio-grave o grave. Secondo la valutazione congiunta Cardio-Oncologica, il 100% dei pazienti non avrebbero avuto accesso alla doxorubicina convenzionale per le ragioni precedentemente riportate. Più dell’85% dei casi già assumeva terapia cardioattiva alla valutazione Cardio-Oncologica basale ed il 66,7% ha necessitato titolazione o modifica della stessa nel corso del trattamento. Tutta la popolazione ha ottenuto remissione ematologica completa ed è riuscito a terminare il trattamento. La FEVS al termine dello stesso è risultata pari al 55,8% (p=0,814).

I nostri risultati supportano l'efficacia e la sicurezza di R-COMP in una popolazione a rischio elevato di eventi cardiaci, altrimenti esclusa da una terapia contenente antraciclinici. La doxorubicina liposomiale riduce l’accumulo nei cardiomiociti e pertanto la tossicità a carico degli stessi, garantendo il miglior trattamento possibile alla maggior parte della popolazione onco-ematologica.Le Antracicline rappresentano l’agente chemioterapico più efficace nel trattamento del linfoma non Hodgkin (LNH), nonostante il loro utilizzo sia limitato a causa del rischio di tossicità cardiaca. Questa si realizza principalmente in pazienti anziani, in coloro che presentano storia di malattia cardiovascolare e/o multipli fattori di rischio concomitanti. La doxorubicina liposomiale ha dimostrato ridurre tale tossicità. 

Lo scopo di questo studio retrospettivo è investigare, in termini di tasso di risposta ematologica e di eventi cardiovascolari, l’uso della doxorubicina liposomiale non peghilata in pazienti ad alto rischio.

In un singolo centro (San Camillo Forlanini di Roma) sono stati consecutivamente raccolti tra Gennaio 2020 e Dicembre 2021, 15 pazienti sottoposti a regime R-COMP (Rituximab, Prednisone, Ciclofosfamide, Vincristina, Doxorubicina liposomiale Myocettm).

L'età media dei pazienti era di 73,9 anni ed il 60% era di sesso maschile. La frazione di eiezione ventricolare sinistra basale risultava del 55,9%; quattro pazienti avevano FE basale <50%, di cui due con significativa riduzione della stessa. L’86,7% dei pazienti era iperteso, il 40% diabetico, il 46,7% dislipidemico ed il 20% con familiarità per malattia cardiovascolare. Di questi, il 46,7% aveva almeno due fattori di rischio concomitanti e il 20% almeno tre. Il 20% dei casi presentava storia di cardiopatia ischemica, il 13,3% pregressa esposizione ad antracicline ed il 20% a radioterapia mediastinica. Il 26,7% presentava valvulopatia aortica medio-grave o grave. Secondo la valutazione congiunta Cardio-Oncologica, il 100% dei pazienti non avrebbero avuto accesso alla doxorubicina convenzionale per le ragioni precedentemente riportate. Più dell’85% dei casi già assumeva terapia cardioattiva alla valutazione Cardio-Oncologica basale ed il 66,7% ha necessitato titolazione o modifica della stessa nel corso del trattamento. Tutta la popolazione ha ottenuto remissione ematologica completa ed è riuscito a terminare il trattamento. La FEVS al termine dello stesso è risultata pari al 55,8% (p=0,814).

I nostri risultati supportano l'efficacia e la sicurezza di R-COMP in una popolazione a rischio elevato di eventi cardiaci, altrimenti esclusa da una terapia contenente antraciclinici. La doxorubicina liposomiale riduce l’accumulo nei cardiomiociti e pertanto la tossicità a carico degli stessi, garantendo il miglior trattamento possibile alla maggior parte della popolazione onco-ematologica.