Introduzione. L’infezione rappresenta una delle complicanze più diffuse e temute delle procedure di impianto di CIED. Il più delle volte questa potrebbe evolvere persino in endocardite su elettrocateteri o shock settico, a tal punto che l’unica terapia salvavita diventa l’estrazione transvenosa di elettrocateteri. Per questo spesso ci si pone il problema di prevenire tali quadri infettivi realizzando una valutazione del rischio infettivo prima dell’impianto così da non incorrere nel tempo in queste complicanze. Questo studio si pone l’obiettivo di stratificare post-hoc il rischio infettivo dei pazienti estratti nel nostro centro così da avvalorare l’introduzione e l’utilizzo di score per la valutazione pre-impianto del rischio infettivo.
Metodi. Sono stati valutati 163 pazienti sottoposti ad estrazione transvenosa di elettrocateteri, di cui 130 per infezione di tasca/endocardite su elettrocateteri o sepsi. In questi pazienti è stata fatta una valutazione post-hoc del rischio di infezione secondo lo score UPCM, score ideato dall’Università di Pittsburgh. Un valore di score maggiore o uguale a 7 individua i pazienti maggiormente predisposti a sviluppare nel tempo un’infezione. Questo score tiene conto di fattori di rischio come: reintervento precoce, tipo di dispositivo impiantato (CRTD vs ICD/PM), presenza di più di 2 cateteri in loco, sostituzione o revisione del dispositivo, utilizzo di pacing temporaneo, assunzione di corticosteroidi o anticoagulanti orali, funzionalità renale, febbre nelle 24 ore prima dell’impianto, presenza di diabete o scompenso cardiaco, genere maschile. Particolare attenzione abbiamo poi rivolto ai pazienti sottoposti a procedura di upgrade o a coloro che hanno subìto per due volte una procedura di estrazione.
Risultati. Dei 130 pazienti del nostro centro sottoposti ad estrazione per infezione, 112 hanno uno score maggiore o uguale a 7; 18 sono invece coloro con uno score minore di 7. Il valore medio è risultato essere 22,9.
Conclusioni. L’individuazione di uno score valutabile prima della procedura di impianto di CIED può risultare un ottimo aiuto nell’individuazione di pazienti fragili che a lungo o breve termine potrebbero incorrere in quadri di infezione. Così facendo si potrebbero valutare ulteriori alternative all’impianto transvenoso, come ad esempio l’impianto di pacemaker leadless o ICD sottocutaneo in pazienti non PM dipendenti elegibili a ciò.