Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

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IL DEFIBRILLATORE SOTTOCUTANEO DOPO ESTRAZIONE TRANSVENOSA DEGLI ELETTROCATETERI: SICUREZZA, EFFICACIA ED OUTCOME

DEPARTMENT OF CARDIAC, THORACIC VASCULAR SCIENCES AND PUBLIC HEALTH UNIVERSITY , OSPEDALE CA FONCELLO, DEPARTMENT OF CARDIAC, THORACIC VASCULAR SCIENCES AND PUBLIC HEALTH UNIVERSITY , DEPARTMENT OF CARDIAC, THORACIC VASCULAR SCIENCES AND PUBLIC HEALTH UNIVERSITY , DEPARTMENT OF CARDIAC, THORACIC VASCULAR SCIENCES AND PUBLIC HEALTH UNIVERSITY , DEPARTMENT OF CARDIAC, THORACIC VASCULAR SCIENCES AND PUBLIC HEALTH UNIVERSITY , AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA – GALLUCCI CARDIOLOGIA, AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA – CARDIOLOGIA GALLUCCI, DEPARTMENT OF CARDIAC, THORACIC VASCULAR SCIENCES AND PUBLIC HEALTH UNIVERSITY

Razionale: il defibrillatore sottocutaneo (S-ICD) si propone come valida alternativa al defibrillatore transvenoso  nei pazienti sottoposti ad estrazione transvenosa degli elettrocateteri  per diverse ragioni sebbene siano disponibili dati limitati circa l'outcome dei pazienti che hanno impiantato S-ICD dopo estrazione transvenosa degli elettrocateteri. Metodi: la popolazione dello studio consiste di 36 pazienti (72.2% maschi, età mediana 52 anni) che si sono sottoposti a impianto di S-ICD dopo TLE. Risultati: Durante un follow-up mediano di 31 mesi, 3 pazienti (8,3%) hanno ricevuto una terapia appropriata e 7 pazienti (19,4%) hanno manifestato complicanze incluse la terapia inappropriata (n=4; 11,1%), decubito del dispositivo senza evidenza di infezione (n=2; 5,5%) e terapia inefficace (n=1; 2,7%). I motivi della terapia inappropriata erano: oversensing dell'onda T in un paziente e segnali extracardiaci nei restanti 3 pazienti. L'espianto prematuro del dispositivo e reimpianto di defibrillatore transvenoso si sono verificati in 4 pazienti (11%) per decubito del dispositivo nonostante le revisioni chirurgiche di tasca (n=2), per terapia inappropriata ricorrente nonostante la riprogrammazione (n=1) e terapia inefficace durante tempesta aritmica (n =1). Otto pazienti (22,2%) sono deceduti, 3 pazienti (9%) sono stati sottoposti a impianto di LVAD a causa di HF refrattaria durante il follow-up. Sei pazienti sono deceduti durante il follow-up. Non si sono stati decessi documentati associati alla procedura o al s-ICD stesso. A nessun paziente è stato rimosso il dispositivo a causa della necessità di stimolazione antitachicardica, di terapia di stimolazione o resincronizzazione cardiaca nonostante l'estrazione a 9 pazienti (25%) di ICD bicamerale e ad un paziente (3%) di un CRT-D. All'analisi univariata i predittori di morte includevano ipertensione (HR 22,72; p= 0,02), diabete (HR 10,64; p= 0,001), cardiopatia ischemica (HR 5,92; p= 0,01) e classe NYHA >= II (p= 0,04). Non abbiamo osservato alcun predittore di complicanze tra cui terapie inefficaci e complicanze correlate al dispositivo che abbiano richiesto una revisione chirurgica. Conclusioni: L'impianto del s-ICD dopo estrazione transvenoso degli elettrocateteri è sicuro ed efficace. Le caratteristiche cliniche di base del paziente, tra cui cardiopatia ischemica, diabete, ipertensione e classe NYHA >= II, sono associate a una sopravvivenza peggiore.