Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P117

RISCONTRO ACCIDENTALE DI UN FIBROELASTOMA PAPILLARE CON LOCALIZZAZIONE ATIPICA: UN CASO CLINICO.

T. Salvatore, L. Ceriello, M. De Rosa, A. Lavorgna, B. Ruggieri, R. Giancola, D. Fabiani, C. Napoletano
OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”, OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”, OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”, OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”, OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”, OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”, OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”, OSPEDALE “GIUSEPPE MAZZINI”

Un uomo di 64 anni senza precedenti cardiologici si rivolgeva al nostro laboratorio per eseguire un ecocardiogramma transtoracico (ETT) in seguito al riscontro di elevati valori di pressione arteriosa. Il paziente si presentava asintomatico. L’ETT rivelava la presenza di una piccola massa adesa alla parte prossimale del setto interventricolare (SIV) (fig.1) e caratterizzata da elevata mobilità all’interno del tratto di efflusso (LVOT). L’ecocardiogramma transesofageo confermava la presenza della massa peduncolata di 8 mm con base di impianto sul SIV a 2 cm dal piano valvolare aortico e oscillante in LVOT (fig.2). L’elevato rischio di embolizzazione periferica induceva l’Heart Team a proporre al paziente l’intervento cardiochirurgico di asportazione della massa.  L’intervento è stato condotto in ministernotomia a “J” sul IV spazio intercostale destro, con cannulazione dell’aorta ascendente e dell’atrio destro, aortotomia  trasversale e identificazione della neoformazione per via transaortica. L’aspetto della neoformazione, di consistenza gelatinosa e colore marrone lucido , appariva in prima ipotesi ascrivibile a fibroelastoma papillare. L’indagine istologica (fig.3) confermava la diagnosi. Il decorso postoperatorio è stato regolare e il paziente è stato dimesso in quinta giornata postoperatoria. DISCUSSIONE:  Il fibroelastoma papillare è un tumore cardiaco primitivo benigno, con un’incidenza stimata intorno al 10%, al terzo posto dopo mixomi e lipomi. Nel 90% dei casi l’origine è a partenza dall’endocardio valvolare (la superficie valvolare aortica e mitralica sono le sedi più interessate), mentre l’origine dall’endocardio del ventricolo sinistro, come nel caso del nostro paziente, è molto più rara (meno del 10% dei casi). Localizzazioni atipiche descritte, oltre al SIV, sono i muscoli papillari, le corde tendinee e l’endocardio atriale. Sebbene la maggior parte dei pazienti sia asintomatica, le conseguenze correlate all’embolizzazione periferica possono essere molto gravi (complicanze neurologiche, sindrome coronarica acuta, ischemia periferica, embolia polmonare). La mobilità della massa, più che la dimensione, sembra essere un predittore indipendente di morte e di embolizzazione non fatale; per questo, in presenza di masse mobili e peduncolate, l’intervento chirurgico è sempre consigliato.  L’escissione chirurgica è associata ad un basso rischio operatorio e l’approccio mini-invasivo, come nel nostro caso, permette un rapido recupero.